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Gravidanza a rischio? Ecco cosa c'è da sapere per comportarsi nel modo giusto

di Redazione PianetaMamma - 24.02.2017 Scrivici

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Fonte: Ansa
Cosa si intende per gravidanza a rischio e cosa fare se dovessero sorgere complicazioni?

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Gravidanza a rischio cosa fare

La gravidanza dovrebbe essere un periodo sereno e tranquillo; proprio per cercare di evitare spiacevoli conseguenze è bene ricordare che esistono alcune situazioni particolari che possono mettere provocare una gravidanza a rischio. Quali sono? Come comportarsi? Vediamo quali sono le più rischiose complicanze che possono presentarsi durante la gravidanza.

Gravidanza a rischio, primo trimestre

Può capitare che anche nelle prime ecografie emerga un piccolo distacco della placenta. In questo caso il ginecologo prescriverà riposo a letto, astensione dai rapporti sessuali, assunzione di una terapia a base di progesterone e la gravidanza verrà considerata fino al successivo controllo ecografico.

Il distacco della placenta può presentarsi in diverse forme più o meno gravi e con vari sintomi come sanguinamento vaginale e dolori simili a quelli che si hanno durante il parto. In presenza di questi sintomi è meglio chiamare subito il ginecologo o andare in ospedale. in questi casi occorre presentarsi al più presto in ospedale per monitorare la situazione.

Gravidanza a rischio, secondo trimestre

Nel secondo trimestre vengono solitamente eseguiti degli esami di routine utili a capire come procede la gravidanza e se ci sono delle problematiche. Ecco alcune delle complicanze che possono presentarsi nel secondo trimestre:

  • Diabete gestazionale: il diabete gestazionale aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 dopo il parto. Per la diagnosi viene eseguito intorno alla 12esima-14esima settimana di gravidanza o anche verso la 24esima  un test chiamato minicurva glicemica che consente di monitorare i livelli di glucosio nel sangue. Un cambiamento radicale nella dieta è la prima forma terapeutica da adottare in caso di diabete gestazionale. Le cause del diabete in gravidanza vanno ricercate  in una precedente condizione della donna, che è quindi già predisposta.
  • Preeclampsia: chiamata anche gestosi, i sintomi sono aumento della pressione, aumento delle proteine nell’urina e la comparsa di lividi su varie parti del corpo e gonfiori agli arti inferiori. Va tenuta sotto controllo regolarmente con una terapia antipertensiva e regolari esami, perché può essere una complicanza molto seria e alla fine si può scegliere anche di fare un cesareo di urgenza.

Queste le complicanze che possono presentarsi a fine gravidanza.

  • Distacco di placenta: il distacco di placenta può avvenire anche nel terzo trimestre di gravidanza. Cosa accade nel caso in cui venisse riscontrato il distacco di placenta? Se è lieve viene consigliato alla donna il riposo a letto in ospedale se la situazione migliora la futura mamma potrà poi essere dimessa. Se invece la situazione è più seria si può decidere anche per un cesareo d’urgenza. I sintomi e cause del distacco della placenta possono essere vari: in genere si presenta un sanguinamento accompagnato da dolori al basso addome. Le cause sono anche legate all'età e al fumo di sigaretta.
  • Sindrome di HELLP: è un insieme di manifestazioni patologiche che in genere compaiono verso la fine della gestazione o anche dopo il parto. Le tre manifestazioni tipiche di questa sindrome sono  emolisi, aumento degli enzimi epatici, riduzione del numero di piastrine o trombocitopenia
  • Placenta previa: in questo caso la placenta aderisce nella parte bassa della parete dell'utero, in caso di placenta previa si può dover optare per un parto cesareo.
  • Pielite: è un’infiammazione del bacinetto renale di natura batterica  che può estendersi a tutto il rene. Va curata in tempo per non rischiare di compromettere definitivamente la funzionalità renale.

Ci sono poi alcune malattie infettive particolarmente temute in gravidanza. Ecco le più serie:

  • toxoplasmosi: per evitarla una donna non dovrebbe consumare insaccati, carne cruda, dovrebbe evitare di toccare le feci del gatto e pulire sempre le loro lettiere usando dei guanti. Il feto potrebbe riportare dei danni se il contagio avviene nel corso del primo trimestre di gravidanza. In genere non si manifetsa con alcun sintomo.
  • rosolia: è pericolosa soprattutto se contratta nei primi quattro mesi perché il feto potrebbe riportare danni alla vista, all’udito e ritardo mentale. L’ideale sarebbe fare il vaccino un mese prima della gravidanza.
  • Citomegalovirus: un virus appartenente alla famiglia degli herpesvirus, spesso è asintomatica, come la toxoplasmosi, e per questo quando si scopre di aspettare un bambino viene prescritto dal ginecologo un esame del sangue per stabilire se si è immuni oppure no.

Innanzitutto il datore di lavoro deve fare una valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici al fine di adottare le misure necessarie per limitare il rischio, anche spostando la donna ad altre mansioni, più sicure.

Alcuni tipi di lavori sono a rischio per la gravidanza, come: lavoro pesante in posizioni scomode, lavori svolti in ambienti dal clima sfavorevole (ad esempio troppo rumorosi, polverosi, troppo caldi o troppo freddi), lavori, anche domestici, che comportano il sollevamento di carichi pesanti, lavori che obbligano a stare in piedi per più di metà dell'orario di lavoro o soggetti a vibrazioni continue, lavori che espongono a sostanze chimiche dannose. In tutti questi casi la donna dovrà essere spostata ad altra mansione e se non fosse possibile farlo allora potrà chiedere l'astensione anticipata per gravidanza a rischio.

In caso di gravidanza a rischio è possibile richiedere un congedo di maternità anticipata. In questo modo ci si potrà assentare dal lavoro sin dai primi mesi di gravidanza o comunque non appena gli esami evidenzino una qualche complicazione nella gestazione. Il congedo di maternità anticipata prevede per le lavoratrici dipendenti la stessa retribuzione prevista per quella obbligatoria: quindi l'80% della retribuzione media giornaliera dell'ultima busta paga.

Come comportarsi a lavoro in caso di gravidanza a rischio? Va immediatamente presentato un certificato medico che comprova la gravidanza ed uno che certifica le complicanze della gravidanza o forme morbose antecedenti che potrebbero essere complicate dalla gravidanza. La visita fiscale può essere fatta anche in caso di gravidanza a rischio, tuttavia non c'è l'obbligo per la gestante di restare in casa. In caso di gravidanza a rischio è possibile recarsi alla propria Asl epr richiedere l'esonero dalla visita fiscale.

Sintetizzando, quindi, ecco l'elenco delle patologie che possono comparire durante la gravidanza e metterla a rischio:

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