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Pillola senza ricetta
Nelle scorse settimane l'EMA, l'ente europeo di controllo e autorizzazione dei farmaci, ha deciso che la pillola dei 5 giorni dopo va offerta senza l'obbligo di presentare la ricetta medica. Questo perchè alcuni studi hanno dimostrato che la pillola funziona meglio se viene assunta entro 24 ore dal rapporto a rischio.
In Italia la decisione non è diventata ancora operativa perchè a pronunciarsi in maniera definitiva dovrà essere l'AIFA, l'Agenzia italiana del farmaco.
Ma la polemica non è tardata ad accendersi.
I cattolici accusano: la pillola dei 5 giorni dopo non è altro che un aborto mascherato. E i farmacisti cominciano a paventare la possibilità di fare obiezione di coscienza.
Cos'è la pillola dei 5 giorni dopo
Si tratta di un contraccettivo d'emergenza che consente di ritardare o bloccare l'ovulazione dopo aver avuto un rapporto sessuale a rischio o quando il preservativo si è rotto o in caso di violenza sessuale. In tal modo si impedisce l'eventuale fecondazione dell'ovulo.
Il principio attivo della pillola dei 5 giorni dopo è l'ulipristal acetato e agisce bloccando l'ovulazione e l'eventuale concepimento. A differenza della pillola del giorno dopo, che deve essere assunta entro 72 ore dal rapporto a rischio, la pillola dei 5 giorni dopo si può prendere entro 120 ore (5 giorni appunto).
E se la Commissione Europea ha dato il via libera alla pillola senza ricetta e molti Paesi europei, come Germania ed Inghilterra si preparano a portare avanti questa piccola, grande rivoluzione, in Italia la discussione è aperta.
Allo stato attuale nel nostro Paese per avere accesso a questo contraccettivo d'emergenza bisogna parlarne con il medico o rivolgersi al consultorio di zona, fare un test di gravidanza che escluda la gravidanza già in atto e poi andare in farmacia con la ricetta del medico.
Ma come agirà l'Aifa?
Gli esperti prendono tempo per studiare la questione e trovare una mediazione tra il fronte cattolico e quello più liberale.
I dubbi dei medici cattolici non sono solo di natura etica.
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Come spiega il ginecologo Filippo Boscia, presidente dell'Associazione medici cattolici, il punto non è vietare l'uso della pillola di 5 giorni
ma definirla un contraccettivo è una bugia. Usarla vuol dire abortire, ma non è questo che mi preoccupa, quanto il fatto che ormai le giovani hanno rapporti a 13-14 anni. Se iniziano così presto a usare farmaci di questo tipo danneggiano il loro sviluppo riproduttivo. Confido che governo e Aifa blocchino tutto
Di diverso parere Emilio Arisi, presidente della Società della contraccezione che non ci sta a definire la pillola dei 5 giorni dopo un metodo abortivo:
penso alle donne e all'utilità dello strumento. Chi ne ha bisogno oggi lo insegue con una serie di peripezie inutili. Ricordo che stiamo parlando di contraccezione di emergenza