Congedo mestruale in Spagna
Chi soffre di mestruazioni dolorose, di mal di testa, sindrome premestruale o ancora dismenorrea saprà che i giorni in cui arriva il ciclo, o anche che lo precedono, possono essere davvero difficili: a volte non è sufficiente prendere un anti-dolorifico, per questo è stata avanzata una proposta di legge per il congedo mestruale in Spagna.
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Congedo mestruale in Spagna, in cosa consiste
Il Ministero delle pari opportunità spagnolo, presieduto dalla psicologa e femminista Irene Montero, ha avanzato una proposta di legge per assicurare a tutte le donne - o le persone con ciclo mestruale - una pausa dal lavoro di massimo tre giorni in concomitanza con le mestruazioni. L'idea di un congedo mestruale in Spagna divide però sia la politica che l'opinione pubblica, perché non tutti la ritengono una vera svolta femminista, mentre altri sostengono che possa incentivare l'assenteismo ingiustificato.
Proprio oggi 17 maggio 2022 si discuterà la bozza di legge, che in realtà doveva vertere soprattutto sull'aborto ma in concreto affronta molti più temi, come quello del congedo mestruale. Ma attenzione: non si tratta di avere semplicemente le mestruazioni, ma di avere diritto alla malattia per un disagio che deve essere riconosciuto da un medico.
La legge prevede infatti che chi soffre di mestruazioni dolorose o di altri sintomi importanti come nausea, vertigini, vomito, cefalee, possa, dietro certificano medico, restare a casa in malattia per un massimo di tre giorni.
Una decisione che divide
Il Governo spagnolo è diviso e si vedrà come verrà discussa la bozza di legge in tutti i suoi temi portanti, ma anche l'opinione pubblica non è concorde. Anche se la proposta è stata accolta come una vera svolta nel riconoscimento dei diritti delle donne, c'è chi ha avanzato l'ipotesi che possa segnare un altro ostacolo alla carriera delle donne, oltre alla maternità: un'azienda che deve scegliere se assumere un uomo o una donna preferirà la persona che non si assenterà per gravidanze e ciclo mestruale.
C'è invece chi lo ritiene un passo avanti nel riconoscere un disagio diffuso e spesso ignorato con cui convivono tantissime donne e persone con ciclo mestruale: c'è chi non se ne accorge nemmeno, c'è chi prende una pasticca e sta bene, c'è chi invece soffre per almeno un paio di giorni le pene dell'inferno. Si tratta di un problema invalidante che deve essere riconosciuto, al pari di altre battaglie - basti pensare quella sulla vulvodinia promossa in Italia, o anche sull'endometriosi - che puntano a rendere visibili le donne e le problematiche fisiche con cui devono fare i conti.
Una legge per le donne
In realtà il disegno di legge prevede molti altri punti a favore della parità e dei diritti delle donne, come per esempio l'eliminazione dell'IVA sui prodotti per le mestruazioni, un congedo retribuito per l'ultimo mese di gravidanza, protocolli più chiari per aborto, sterilizzazione, contraccezione. Si punta a eliminare anche l'obbligo di consenso dei genitori per interrompere una gravidanza a 16 e a 17 anni, si imporrà alle comunità autonome di avere almeno un centro pubblico in ogni provincia che garantisca la possibilità di abortire per chi lo desidera, gratuitamente fino alla 14esima settimana (fino alla 21esima in caso di aborto terapeutico). Sempre questo disegno di legge prevede che contraccettivi e pillola del giorno dopo siano garantiti dal pubblico e quindi gratuiti per chi li richiede.
Il congedo mestruale è solo uno dei tantissimi passi avanti che sta facendo la Spagna, che ha oggi il tasso di disoccupazione più basso dal 2008, anno della famosa crisi mondiale. I diritti delle donne e delle minoranze vengono sempre più garantiti, come quelli di lavoratrici e lavoratori, grazie a una politica innovatrice, audace e vicina alla popolazione.