In questo articolo
Ringiovanire le ovaie
Da qualche anno stanno arrivando ai ginecologi maggiori richieste di aiuto per il concepimento. La maggiore difficoltà delle coppie a concepire un bambino può essere attribuita allo spostamento in avanti dell'età in cui si inizia la ricerca, con una conseguente fisiologica riduzione della fertilità. Il ricorso quindi alle tecniche di fecondazione assistita è in aumento ma, queste stesse procedure (le cui principali sono FIVET e ICSI) non assicurano il successo e sottopongono le donne a una stimolazione ormonale importante per cercare di ottenere piu' ovuli possibile.
Ad oggi però la percentuale di successo delle fecondazioni in vitro omologhe (cioè con ovulo e spermatozoo della coppia) si aggira intorno al 5-8% a 40 anni. Poco tempo fa è stata approvata la nuova legge sulla fecondazione eterologa (donatori esterni alla coppia) ma le strutture attrezzate in merito e i problemi di deontologia professionale sollevati da alcuni medici hanno portato di fatto ad un rallentamento della fruibilità della tecnica.
Per quale motivo è così difficile il concepimento e così bassa la percentuale di successo di una procedura come la fecondazione in vitro? Il motivo a cui dobbiamo fare riferimento è sempre la fisiologia femminile. La dona nasce con un numero di follicoli determinato geneticamente che viene "speso" nel corso della vita fertile. Facciamo un esempio facile, se una donna nasce con 100 follicoli (100 potenziali bambini) da quando inizierà la sua vita fertile con la comparsa del primo ciclo avrà a disposizione 100 ovuli quindi 100 mesi per concepire un bambino. Ovviamente nella realtà i numeri sono molto maggiori, niente paura. Arrivati intorno ai 40 anni siamo però nella parte finale della fase fertile, sono rimasti pochi gli ovuli e gli ormoni che dovrebbero aiutare il concepimento e il mantenimento della gravidanza scarseggiano. Quindi, nonostante le stimolazioni ormonali che vengono effettuate per produrre più ovuli possibile, il numero è quello e l'ovaio, stanco di tutta una vita di intenso lavoro, decide di rispondere come può.
Più si avanza con l'età, più i follicoli e l'effetto degli ormoni diminuiscono, riducendo di fatto a meno del 10% le possibilità di avere un bambino.
Cosa fare allora? Come poter aumentare le speranze di una gravidanza?
Un aiuto sembra arrivare dalla Spagna, da Valencia dove i ricercatori hanno elaborato delle metodiche in grado di "ringiovanire" e rinvigorire le ovaie. Giusto per essere chiari non sono metodi che possono improvvisamete aumentare la fertilità della donna e quindi le possibilità di concepire naturalmente. Vengono utilizzate per poter provare ad innalzare la percentuale di successo delle fecondazioni in vitro tradizionali (quel famoso 5-8% che ho citato all'inizio dell'articolo).
Quali sono queste tecniche? Sono tre: la SCOT che si basa sul trapianto di cellule staminali ovariche; la OFFA o frammentazione ovarica per attivazione follicolare e l'AUGMENT ossia il ringiovanimento degli ovuli con miglioramento della qualità dell'embrione. Al di là dei paroloni altisonanti che possono dire tutto o nulla quello che è interessante di queste tecniche è che il loro scopo è usare alta ingegneria di laboratorio non solo per aumentare la possibilità che l'ovaio produca ovuli, ma anche per far sì che un ovaio "invecchiato" possa tornare attivo e che la qualità degli ovuli prodotti sia tale da consentire il proseguimento della gravidanza. Come saprete, è la natura stessa che decide, dopo aver controllato l'informazione genetica dell'embrione che si sta sviluppando, se è positivo che questo cresca oppure no. Quindi se l'embrione manifesta delle mutazioni genetiche importanti la gravidanza non procede. Queste metodiche innovative andrebbero (parlo al condizionale perché siamo ancora in fase sperimentale) a influenzare questo processo, fornando alla selezione naturale un embrione più predisposto alla sopravvivenza.
Quali procedure vengono eseguite nell'applicare queste tecniche?
Innanzitutto è bene chiarire che tutte queste tecniche avvengono in maniera ambulatoriale, o al massimo in regime di day hospital. La prima procedura che viene effettuata è un prelievo della corteccia ovarica sede degli ovuli che vengono a loro volta separati dal restante tessuto per poter crescere in laboratorio ed essere fecondati con le tecniche in vitro.
Una volta che l'ovulo è fecondato viene immesso all'interno dell'utero e si somministrano per via endovenosa delle cellule staminali ovariche (cellule staminali prelevate dal midollo della stessa donna o da donatrici) per cercare di limitare la scarsa qualità dell'ovulo e le eventuali anomalie genetiche da essa derivanti e più frequenti sopra i 40 anni.
In concomitanza con la somministrazione delle cellule staminali potrebbe essere necessaria una terapia che impedisca il "rigetto" di queste cellule, una sorta di abbassamento delle difese immunitarie della donna associata ad una terapia antibiotica per prevenire le eventuali infezioni. Dal momento dell'impianto in poi le procedure sono le medesime di una qualsiasi gravidanza, insorta spontaneamente o con fecondazione, ovvero: aspettare e monitorare la situazione mese per mese verificando che la gravidanza prosegua. Quali sono i risultati ottenuti fino ad ora? È una metodica assolutamente innovativa e gli studi in merito non possono essere ancora considerati validi globalmente per via del ristretto numero di donne che si è sottoposto a tali procedure. Al momento sembra che i risultati migliori siano stati ottenuti con la tecnica SCOT associata ad AUGMENT. Dobbiamo però attendere numeri molto più grandi di quelli che abbiamo fino ad ora per poter dire se le varie metodiche funzionano oppure no. Inoltre probabilmente ci vorrà ancora qualche tempo, forse anni perché in Italia questa tecnica di fecondazione possa arrivare ed essere fruibile a tutte le donne.