di Cristina Zuppa
Ed. Mammeonline - I libri del filo invisibile
Il sottotitolo del libro è: Da quindici a zero - diario di bordo nelle intemperie della fecondazione assistita. Ma cosa vuol dire? Scopriamolo con un brano del libro:
'(…) hanno prelevato ben ventidue ovociti, di cui diciotto maturi. Ventidue...! (…) Se ne feconderanno quindici, e saranno tutti congelati allo stadio di zigote, prima che i due patrimoni genetici, quello dell'ovulo e quello dello spermatozoo, si siano fusi.'
Compreso cosa vuol dire quindici è facile capire come si arrivi a zero: nessun bambino! Ed è facile anche comprendere cosa voglia dire che ora la legge 40 obbliga a partire
da non più di tre
, invece che da tutti gli ovociti disponibili, in questo caso ventidue!!!
Questa è una delle cose che l'autrice vorrebbe che la gente comprendesse! Invece:
'La gente crede che fare una Fivet equivalga automaticamente ad avere un figlio. Magari biondo e con gli occhi azzurri. Non hanno davvero idea del travaglio che sta dietro. E degli insuccessi, che superano di gran lunga le storie a lieto fine.'
Attraverso il
referendum
'non si è riusciti a scalfire la naturale resistenza delle persone a immedesimarsi negli altri, nei loro problemi, nelle loro sofferenze. Gli altri sono altri, diversi da noi, impossibile immedesimarsi. Se hanno un problema, ci sarà un motivo. Ci deve essere un motivo. Se dovessimo ammettere che non c'è mai un vero motivo, per le malattie, non c'è una colpa, allora dovremmo concludere che siamo tutti esposti, che potrebbe davvero capitare anche a noi una cosa tanto brutta. E questo semplicemente non riusciamo ad accettarlo.'
Il llibro è una sorta di diario di eventi e situazioni vissute dall'autrice dalla scoperta dell'infertilità all'epilogo, la separazione dal marito.
Eventi e situazioni che hanno fatto emergere una parte di sé che lei stessa non conosceva. Tra le intemperie della fecondazione assistita è cresciuta e ha scoperto se stessa: i suoi limiti ma anche la sua forza.
Il messaggio dell'autrice è il diritto delle donne
di provare a curarsi. Che non è diritto di realizzare ogni desiderio, ma diritto di provare a perseguirlo. Che è anche il diritto di rinunciarvi. Un diritto, quest'ultimo, che ha il sapore acre della sconfitta, talvolta, ma che sconfitta non è: chi sceglie, chi difende questa libertà, di fare o di non fare, non è sconfitto, mai.
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