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Quali sono le cause dell'infertilità maschile?

di Ines Delio - 27.03.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Infertilità maschile: quali sono le cause e i fattori di rischio, come si cura e perché è importante fare prevenzione sin da giovani

In questo articolo

Infertilità maschile

Attualmente, più di una coppia su dieci non riesce a concepire nel corso di un anno di tentativi non protetti, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nel 50% dei casi, il problema è anche maschile, mentre lo è esclusivamente nel 20% delle coppie. Scopriamo cause e trattamento della infertilità maschile, e perché è importante fare prevenzione fin da giovani.

Cos'è l'infertilità maschile

Quando si parla di infertilità maschile ci si riferisce a una ridotta capacità riproduttiva dell'uomo, dovuta a una produzione insufficiente di spermatozoi o ad anomalie nella qualità di questi ultimi.

Nello specifico, si parla di:

  • infertilità primaria, se l'uomo non ha mai indotto una gravidanza
  • infertilità secondaria, quando l'uomo ha in precedenza indotto una gravidanza

Le cause dell'infertilità maschile

Spesso può accadere che i medici non riescono a capire il motivo dell'infertilità di una coppia. Ad ogni modo, stando a quanto riporta il Manuale MSD, l'infertilità maschile è di norma causata da:

  • bassa conta spermatica (basso numero di spermatozoi) o sperma lento
  • problemi nel passaggio dello sperma dai testicoli al pene


Bassa conta spermatica


Le cause di una bassa conta spermatica possono essere molteplici:

  • problemi ormonali
  • calore eccessivo sui testicoli
  • infezioni (ad esempio, parotite, vene varicose dei testicoli o testicoli ritenuti) t
  • trattamenti medici, farmaci, chemioterapia e radioterapia
  • abuso di alcol o marijuana

Problemi nel passaggio dello sperma dai testicoli al pene

Si possono verificare se il percorso è bloccato o danneggiato a causa di precedenti interventi chirurgici o di alcuni difetti congeniti.
Anche il diabete o problemi ai nervi possono influenzare il passaggio dello sperma dai testicoli al pene.

Fattori di rischio per l'infertilità maschile

Molteplici sono i fattori da cui può dipendere l'infertilità maschile. La ricerca sta ancora indagando su alcuni dei più ignoti, come quelli genetici, come spiega il dottor Pasquale Totaro, responsabile del centro di Procreazione medicalmente assistita dell'Ospedale Santa Maria di Bari.

  • Cause genetiche: "quando si presenta una ridotta produzione degli spermatozoi generalmente la causa è da attribuire a uno sviluppo anomalo dei testicoli che si presenta già nel feto per una predisposizione genetica associata all'esposizione a fattori ambientali nocivi".
  • Criptorchidismo, ossia la mancata discesa dei testicoli nella loro sede entro il primo anno di vita.
  • Processi flogistici del tratto genitale.
  • Malattie sessualmente trasmesse.
  • Radiazioni e farmaci chemioterapici.
  • Traumi e torsioni testicolari.
  • Trattamenti chirurgici dell'apparato genito-urinario.
  • Varicocele (dilatazione delle vene testicolari).
  • Disfunzione erettile.

Tra i fattori di rischio che possono ridurre la fertilità attualmente considerati rilevanti ci sono anche:

  • uno stile di vita non corretto (cattiva alimentazione o obesità, fumo di tabacco o cannabis, assunzione di alcolici o droghe)
  • inquinanti ambientali

Sintomi e diagnosi dell'infertilità maschile

Di norma, le condizioni che portano all'infertilità maschile non presentano sintomi specifici, fatta eccezione per il varicocele, che può dare una sensazione di peso a livello dello scroto, e per gli stati infiammatori dei canali uroseminali, che possono provocare bruciore urinario o eiaculatorio.

Tra gli esami da effettuare ci sono:

  • lo spermiogramma, che rappresenta l'esame principale per la valutazione degli spermatozoi poiché consente di conoscerne la concentrazione, la morfologia e la motilità. Solitamente va effettuato dopo 3-5 giorni di astensione dai rapporti sessuali
  • ecocolordoppler scrotale
  • ecografia prostato-vescicolare
  • spermiocoltura
  • analisi genetiche, tra cui il cariotipo che consente di individuare eventuali anomalie cromosomiche

Cosa fare in caso di infertilità maschile

Sono due le tipologie di trattamento dell'infertilità maschile:

  • trattamento eziologico
  • trattamento empirico

Trattamento eziologico

Si attua una volta che è stata individuata la causa del problema e quindi è possibile un trattamento mirato. Ad esempio, in caso di azoospermia (assenza di spermatozoi nel liquido seminale) ostruttiva si procederà con la disostruzione delle vie seminali.

Trattamento empirico

Stando a quanto riporta il Ministero della Salute, in circa il 30% degli uomini infertili non è possibile formulare una diagnosi certa.

In quel caso, il trattamento sarà empirico. Si tratta di una terapia che tende a migliorare la quantità e la qualità degli spermatozoi, aumentando la probabilità di fecondazione e gravidanza. In questi casi possono essere prescritte sostanze antiossidanti, vitamine o alcuni ormoni.

Nelle situazioni in cui c'è una condizione più seria, se si vuole raggiungere il concepimento bisogna ricorrere alle procedure di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

Il nuovo studio che getta luce sull'infertilità maschile

Un gruppo di ricercatori dell'Urological Research Institute (URI), l'Istituto di Ricerca Urologica dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, ha pubblicato, nel 2021, uno studio sulla rivista scientifica Nature Communications che getta nuova luce sulle cause del mancato sviluppo degli spermatozoi negli uomini azoospermici e sulle implicazioni per la salute complessiva e l'aspettativa di vita di chi ne soffre. Dallo studio è emerso che l'infertilità maschile sia con ogni probabilità dovuta alla mancata o insufficiente maturazione delle cellule del testicolo.

Per questo motivo, i ricercatori sostengono l'importanza di iniziare la prevenzione in ambito uro-andrologico fin da giovani. "Esiste purtroppo ancora un tabù culturale, tutto maschile, sulla salute e la prevenzione in ambito urologico e riproduttivo. Spesso e volentieri gli uomini vanno dall'urologo e dall'andrologo solo per problemi di salute impossibili da ignorare o dopo aver tentato, magari per anni, di concepire senza successo", spiega Andrea Salonia, direttore di URI e professore ordinario di Urologia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele.

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