A volte, il desiderio di avere un figlio è talmente forte che si può arrivare anche a chiedere un mutuo oppure un prestito
per un vero e proprio viaggio della speranza oltre confine
. Barbara, attraverso le pagine del
, ha raccontato di volere un figlio a qualsiasi costo, un bambino che
“possa vivere. Senza la condanna della mia malattia. E siamo sempre di più quelli costretti ad emigrare, a fare i debiti perché in Italia, nonostante medici bravissimi, non sarebbe stato possibile. Perché la legge 40 non rispetta la Costituzione, il diritto alla salute, all'eguaglianza”
In effetti quello di Barbara non è affatto un caso isolato. Come lei anche Fabio e Laura che se da un lato sono felice di avere un piccolo che piange per casa dall’altra parte vivono uno stato d’ansia per via del
mutuo sulla casa che hanno dovuto fare per pagarsi tutte le trasferte della fecondazione assistita.
Storie drammatiche, storie di vita quotidiana, di famiglie che in Italia non si sono viste tutelate. E’ semplicemente terribile pensare ad un “bambino a rate”. Purtroppo, stando alle stime delle varie associazioni, sarebbero ben diecimila le coppie che nel corso del 2008 si sarebbero rivolte a cliniche straniere come in
Spagna
(con i costi che evidentemente sono eccessivamente cari) dove la fecondazione eterologa (il seme di una persona estranea alla coppia), la conservazione degli embrioni sono legali.
Tuttavia qualcosa in questi ultimi giorni è cambiato.
Vediamo in sintesi le due principali modifiche alla legge 40:
1) E’ possibile la
: prima erano possibili solo diagnosi di tipo osservazionale (in questo modo chi soffre
ha qualche possibilità in più di mettere al mondo un figlio sano)
2) Ora vi è la possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) anche per le coppie in cui l'uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili (come virus HIV e epatite B e C)
Inoltre, come recita il testo della legge, è possibile produrre
non più di tre embrioni per volta
, ovvero il numero necessario a un unico e contemporaneo impianto. Questo, secondo molte mamme che soffrono di gravi malattie rappresenta un limite grave
Martina Braganti