Mese peggiore per rimanere incinta
Esiste un mese peggiore per rimanere incinta? Uno studio condotto dalla Indiana University statunitense sembra aver risposto di sì, perché restare incinta in precisi periodi dell'anno può aumentare il rischio di parto prematuro e di problemi alla salute per il bambino.
Gli studiosi americani hanno concluso che giugno è il mese peggiore per restare incinta perché le gravidanze iniziate in questo periodo tendono ad essere più brevi della media e possono concludersi con una nascita prematura.
Come sono giunti a questo risultato? Gli studiosi hanno esaminato i dati relativi a ben 270mila gravidanza tra il 2004 e il 2009 e si sono concentrati sulle differenze che emergevano in base ai diversi periodi di concepimento.

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Paul Winchester, tra gli autori di questa ricerca, ha spiegato al quotidiano britannico Telegraph che giugno sembra essere il mese peggiore per rimanere incinta e ha anche illustrato quale potrebbe essere la causa di questo dato.
Come spiegato nel corso del recente meeting annuale dell'American Society for Reproductive Medicine appena conclusosi a Baltimora, i bambini concepiti a Natale avrebbero maggiori chance di sopravvivere - in particolare ne sopravvivono 3 in più ogni duecento gravidanze – mentre tra i bambini concepiti a giugno si registra una più alta incidenza di spina bifida e mortalità infantile.
Lo scienziato precisa che
San Valentino è uno dei momenti con meno probabilità di concepire un bambino, mentre Natale sembra un momento molto positivo
Ma perché giugno sarebbe da evitare?
Tutto sarebbe da ricercare in fattori ambientali che influenzano l'andamento della gravidanza, in particolare nell'assorbimento della vitamina D, una vitamina importantissima per la salute di mamma e bambino, che viene sintetizzata dall'organismo grazie all'esposizione ai raggi ultravioletti del sole.
I bambini nati in estate sarebbero più forti, come dimostrano anche altri studi recenti, grazie al fatto che l'organismo materno sintetizza tanta vitamina D nel terzo trimestre di gravidanza.
Inoltre in questo periodo dell'anno il sangue delle donne conterrebbe una più elevata densità di pesticidi (dei quali vengono irrorati i campi in estate) il che influenza in modo negativo la salute delle future mamme e anche del bambino non ancora nato.
Naturalmente i ricercatori precisano che si tratta solo di conclusioni teoriche e che non devono destare preoccupazioni nelle donne che sono rimaste incinte a giugno: la ricerca aveva soprattutto l'obiettivo di comprendere il legame tra la riproduzione umana e la stagionalità e ogni gravidanza è diversa dall'altra.
Il buon andamento di una gravidanza è legato ad una molteplicità di fattori e ciò che più conta nel garantire una gravidanza sana e fisiologica è seguire un sano stile di vita in modo tale da potersi assicurare buna salute per sé stesse e per il nascituro.