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Riflessologia plantare e digitopressione in travaglio

di Ostetrica Barbara Colombo - 20.10.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
L'ostetrica ci parla del ruolo della riflessologia plantare e digitopressione in travaglio. In alcuni ospedali vengono utilizzate come tecniche alternative per aiutare la mamma a sopportare i dolori del parto

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Riflessologia plantare e digitopressione in travaglio

Le millenarie medicine orientali, ed in particolar modo la medicina tradizionale cinese e indiana, hanno sempre posto una speciale attenzione al valore terapeutico del tocco con le mani. La pressione su alcuni punti del corpo veniva inizialmente usata come riequilibrio del campo energetico, salvo poi osservare che il tocco di questi punti forniva dei benefici in determinati organi del corpo. Nascono così la riflessologia plantare e la digitopressione, studiando gli effetti della pressione sui diversi punti del corpo si è andata costituendo una sorta di mappa dei punti. A seconda dell’effetto desiderato oggi si sa esattamente quale punto corrisponda ad una particolare parte del corpo.

Come funzionano?

Ci sono diverse teorie sul principio di funzionamento di queste tecniche manuali. Una prima teoria sostiene che stimolando con la pressione digitale, le terminazioni nervose riflesse di quel particolare punto del corpo si invierebbe un messaggio al cervello intimandogli di agire. Un’altra teoria sostiene che stimolerebbe il sistema endocrino a produrre le endorfine, i nostri ormoni anti-dolore, andando quindi a risolvere la problematica. Una terza teoria ancora sostiene che agirebbe a livello psicologico, e, dal momento che la mente e la percezione del dolore giocano un ruolo fondamentale nell’espressione fisica del dolore/disturbo questo contribuirebbe ad attenuarlo Ad oggi in realtà non ci sono validazioni scientifiche, o meglio, della medicina allopatica occidentale, riguardo l’uso di queste tecniche. Infatti esse non sono riconosciute come pratiche mediche ma massoterapiche o fisioterapiche.

La nostra medicina allopatica ufficiale sostiene infatti che gli effetti positivi di queste tecniche manuali non sono sufficientemente spiegabili, perché in molti casi subentra l’effetto placebo, ovvero il soggetto è così convinto dell’efficacia della terapia che, anche se gli viene somministrata una terapia differente da quella che lo studio vuole analizzare, ha degli effetti positivi. Se andiamo però ad analizzare il loro utilizzo possiamo dire che si sta diffondendo anche in Europa e negli Stati Uniti, anche in alcuni ospedali, come tecnica alternativa che spesso produce un risultato positivo specialmente in alcune situazioni particolari tra cui vi è anche il travaglio di parto.

Si può utilizzare in gravidanza?

La medicina tradizionale orientale riconosce un ruolo molto importante alle donne in gravidanza, in quanto generatrici di vita. Quindi sono stati studiati dei punti specifici per alleviare i disturbi tipici della donna in gravidanza e fare in modo che essa porti a termine nelle condizioni migliori il proprio parto consentendo alla vita di nascere. Sarà chiaramente una digitopressione differente rispetto alle donne non in gravidanza sia dal punto di vista dell’intensità della pressione, che diviene più leggera, sia dal punto di vista dei punti da trattare. Alcuni punti infatti possono indurre le contrazionie se usati molto presto in gravidanza possono portare ad un aborto o ad un travaglio prematuro.

Si possono usare in travaglio?

In travaglio trova più applicazione la digitopressione rispetto alla riflessologia plantare. La seconda infatti viene semplicemente utilizzata come massaggio generico per stimolare il drenaggio linfatico quando a fine gravidanza i piedi e le gambe sono particolarmente gonfi. La digitopressione viene invece utilizzata per ridurre il dolore del parto e rendere le contrazioni più efficaci. I punti da toccare possono essere diversi (tutti situati lungo le linee dei meridiani) durante tutto il travaglio perché le condizioni del travaglio, l’efficacia e anche la sensazione di benessere avvertita dalla donna possono cambiare. Normalmente si consiglia di iniziare presto in travaglio ascoltando la donna per quel che riguarda l’intensità e la durata della pressione. La cosa importante è che la pressione nel punto prescelto deve essere ferma. Questo implica che anche chi esegue la digitopressione sia presente e concentrato, altrimenti la variazione di pressione non induce l’effetto sperato.

Quali sono i principali punti per il travaglio?

Vi sono molti punti che possono essere utili in travaglio ma 5 nello specifico si dimostrano come quelli che hanno maggior effetto.

  • 4LI è il primo punto che consideriamo. È situato sul dorso della mano. Se premiamo con il pollice di una mano nell’incavo che si crea tra pollice e indice dell’altra troviamo un punto che inizialmente ci fa sentire un pochino di dolore. Quello è il punto a cui ci riferiamo. Durante il travaglio questo punto può avere un effetto antalgico, ovvero di riduzione del dolore, tanto che la donna da sola nelle pause tra una contrazione e l’altra può usare la pressione. Dal punto di vista osterico invece la pressione di questo punto regola l’efficacia delle contrazioni e facilita la progressione del bambino anche quando la donna a fine travaglio è molto stanca.
  • 32BL è il secondo punto. In questo caso la donna non può eseguire da sola la pressione perché è situato a livello del sacro. Dove ci sono due piccoli avvallamenti nella parte superiore dell’osso sacro. Anche questo punto ha lo scopo di diminuire il dolore ma anche di stimolare le contrazioni. La donna in travaglio può aiutare l’effetto con il movimento libero.
  • 6SP è il terzo punto che andiamo a considerare. Usando la mano della donna calcoliamo 4 dita sopra l’osso della caviglia nella parte interna della gamba. È un punto molto sensibile anche solo al tatto ed è quindi facilmente individuabile. In questo caso la pressione sul punto ha la funzione di regolarizzare le contrazioni e quindi facilitare la dilatazione. La digitopressione su questo punto viene quindi utilizzata molto spesso ad inizio travaglio quando ancora le contrazioni non sono regolari. Una volta che è avvenuta la regolarizzazione la pressione può essere cessata.
  • 60BL il quanrto punto, è sempre posizionato nella parte bassa del corpo e nello specifico dietro l’osso della caviglia esterna dove si forma una fossetta. Anche questo punto stimola le contrazioni efficaci e regolari ma può avere un effetto antalgico e può aiutare, una volta nato il bambino, ad espellere prima la placenta e quindi a completare definitivamente il parto.
  • 67BL è il quinto e ultimo punto. È un punto piuttosto particolare che viene usato solo quando il bimbo dentro la pancia è posizionato con la schiena rivolta a quella della mamma e quindi con il visino che guarda in avanti, verso la pancia. È il punto che viene stimolato anche durante la gravidanza con la moxa, tecnica che fornisce calore, per tentare il rivolgimento (la capovolta) dei bambini podalici. È situato alla base dell’unghia esterna del mignolo del piede. Essendo un punto molto piccolo si può usare la punta arrotondata di una matita per arrivarci e va “premuto” fino a quando le contrazioni non sono regolari ogni 2-4 minuti.

Chi può eseguire le tecniche di digitopressione?

È importante sottolineare che sarebbe meglio che non ci improvvisassimo esperti di medicina tradizionale cinese, cioè che senza un’adeguata formazione non ci mettessimo a usare i punti che abbiamo detto sopra.

Esistono esperti formati che hanno anni di esperienza e che individuano immediatamente i punti e che possono guidarvi nel loro riconoscimento. Da ostetrica, durante i corsi di accompagnamento alla nascita, mi piace spiegare ai partner che assisteranno al parto i punti più semplici da trovare per dare sollievo alla mamma. Un modo insomma per coinvolgere anche il partner in un evento da cui spesso si sentono esclusi. Se però non trovate persone esperte in questo campo che vi assistono durante il travaglio, ripeto che è bene non improvvisare. La digitopressione su punti diversi, a volte molto vicini, può avere effetti contrari a ciò che ci aspettiamo e creare più problematiche che altro. A mio avviso quindi il supporto di medicine non convenzionali usate da chi è formato in merito può essere un valido supporto per il travaglio e il parto, chiaramente questo non deve escludere una sorveglianza sanitaria “tradizionale” che assicuri sempre il benessere di mamma e bambino.

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