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Collo dell'utero in gravidanza e nel parto

di Francesca Demirgian - 24.05.2023 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Cos'è il collo dell'utero, come cambia in gravidanza, perché si accorcia durante il parto: tutto quello che c'è da sapere in questa utile guida

Collo dell'utero

Il collo dell'utero. Ne sentiamo tanto parlare dall'inizio della gravidanza fino al parto. Ma qual è precisamente il suo ruolo e come si trasforma durante la gestazione?

Anche definito "bocca uterina" o "cervice uterina", il collo dell'utero è solo una delle parti dell'utero. Quest'ultimo - organo importantissimo nel corso della gravidanza poiché accoglie l'embrione e dà inizio alla gravidanza - è formato da una porzione superore arrotondata, dove c'è l'imbocco delle tube, anche definito "corpo dell'utero", un breve segmento di passaggio, detto "istmo" e il "collo dell'utero", appunto.

Scopriamo cos'è e come si trasforma dall'inizio della gravidanza al parto in questa guida il collo dell'utero: 

In questo articolo

Collo dell'utero, cosa succede in gravidanza

Il collo dell'utero svolge un ruolo passivo ma molto importante nel corso della gravidanza. Si presenta come uno stretto canale fibro-muscolare che connette il corpo dell'utero alla vagina.

Per tutto il periodo della gravidanza il collo dell'utero deve rimanere chiuso per impedire la nascita prematura del neonato, ma anche l'aborto spontaneo o altre problematiche per il feto e la mamma. La chiusura e la lunghezza della cervice uterina, infatti, sono tra gli elementi che il ginecologo controlla attentamente ad ogni visita medica.

Il compito del collo dell'utero è quello di preservare il feto e di evitare che agenti infettivi lo raggiungano. E' solo quando la mamma entra in travaglio che il collo dell'utero si modifica. In che modo lo vedremo meglio in un prossimo paragrafo. 

Collo dell'utero e tappo mucoso

Come detto in precedenza, il collo dell'utero deve restare chiuso per tutto lo corso della gravidanza. La sua apertura, infatti, potrebbe provocare aborti, parti prematuri e infezioni al feto. A mantenere protetto l'utero è anche il cosiddetto tappo mucoso, che resta al suo posto fino a poco prima dell'inizio del travaglio.

La perdita del tappo mucoso, infatti, che avviene da qualche giorno a qualche ora prima del parto (difficile prevedere quando avrà inizio la fase prodromica dalla sua espulsione).

Sicuramente, però, dal momento della sua perdita, il travaglio è vicino ed è vicina anche la trasformazione del collo dell'utero, il cui cambiamento (accorciamento e schiacciamento determinerà proprio la nascita del bebè.

Accorciamento del collo dell'utero

Durante le prime ore del travaglio il collo dell'utero inizia ad appiattirsi e si dilata, in modo da creare un canale attraverso cui passerà il bambino. L'accorciamento del collo dell'utero, dunque, corrisponde alla sua dilatazione e alla fase dilatante che precede quella espulsiva.

Può avvenire che il collo dell'utero si accorci prematuramente, in tal caso la mamma dovrà restare a riposo per evitare un parto prematuro e in alcuni casi essere ricoverata per fare in modo che la gestazione continui il più a lungo possibile. 

In caso di una gravidanza normale, senza particolari problematiche, la cervice uterina resta chiusa e lunga circa 3 centimetri, durante il travaglio la cervice diminuisce gradualmente la sua lunghezza, si assottiglia e infine si apre per permettere al bambino di nascere.

Quanto tempo ci mette il collo dell'utero ad accorciarsi

I tempi dell'accorciamento dell'utero non sono uguali per tutte le mamme. Dopo la perdita del tappo mucoso, il collo dell'utero inizia a dilatarsi lentamente, segue le contrazioni che - inizialmente - sono distanziate, non regolari e anche sopportabili per la mamma. Man mano che si entra nel travaglio, il collo dell'utero si accorcia di più, si dilata, fino ad appiattirsi sulle pareti della vagina. In questo modo di crea un vero e proprio canale, attraverso il quale il neonato può passare.

Una volta raggiunti gli 8-10 centimetri di dilatazione le contrazioni aumentano e il bebè è prossimo alla nascita. 

Qualora il travaglio non proceda secondo questi step, le contrazioni siano rallentate, il sacco amniotico sia rotto dall'ostetrica con la cosiddetta pratica dell'amnioressi (rottura artificiale del sacco amniotico per mezzo di una sorta di uncino) e nonostante ciò la fase espulsiva non parta, sarà necessaro indurre il parto con l'ossitocina.

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