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Anestesia epidurale: rischi e vantaggi durante il parto

di Ostetrica Barbara Colombo - 19.12.2016 Scrivici

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Fonte: iStock
L'ostetrica ci parla dell' anestesia epidurale e spinale. Quando vengono effettuate e quali sono i rischi e gli effetti collaterali

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 Anestesia epidurale

Durante la gravidanza una delle scelte più importanti su cui riflettere e se vogliamo o no l'anestesia epidurale durante il travaglio. Oggi vorrei proprio concentrarmi sullo spiegare cos’è, quali sono le differenze tra le varie tecniche e quali eventuali rischi ed effetti collaterali.

Anestesia e analgesia epidurale 

Innanzitutto partiamo dalla definizione differente tra analgesia ed anestesia. Da dizionario di italiano il termine analgesia significa: “riduzione o annullamento della sensibilità al dolore, pur mantenendo lo stato vigile”. Anestesia invece significa: “Perdita della sensibilità ottenuta con l’impiego dei farmaci”. Anche se le due definizioni possono sembrare molto simili, la loro differenza ruota attorno al concetto di sensibilità. Ovvero nel primo caso viene annullata la sensazione dolorosa, ma riesci comunque a percepire la parte del tuo corpo e ciò che avviene in essa. Nel secondo caso invece sai di avere quella parte del corpo ma da lì non arriva alcuna informazione né dolorosa né di altro genere (ad esempio sensoriale, tattile ecc.).

Calando questo discorso nello specifico del travaglio e del parto possiamo dire che appartengono alla classe delle analgesie tutte quelle tecniche che consistono nella somministrazione di analgesici per lo più oppioidi (come petidina e morfina) attraverso la via intramuscolare o endovenosa (quindi tramite flebo). Questi farmaci attraversano la placenta e sono quindi in grado di passare al bambino. Anche l’epidurale (o peridurale) e la spinale sono due tecniche di analgesia, perché mantengono comunque uno scambio di informazioni con le zone a cui vogliamo togliere il dolore. Queste due tecniche differiscono tra loro non tanto per la localizzazione ma per la “profondità” a cui viene fatta l’analgesia. Vediamo di chiarire meglio questo concetto di profondità. Entrambe le tecniche di analgesia vengono fatte inserendo un cateterino cavo (di piccolissime dimensioni tranquille) nella schiena, solitamente nella zona lombare tra due vertebre.

All’interno della nostra spina dorsale corre il midollo spinale ricoperto da “foglietti”: le meningi spinali.

Tra i tre foglietti vi sono degli spazi che si chiamano (dall’esterno verso il midollo): spazio epidurale e spazio sub-aracnoideo. È abbastanza intuitivo che il primo spazio sia la sede dell’iniezione di farmaci per l’epidurale, mentre il secondo e più profondo è la sede della spinale.

Anestesia epidurale video

Quindi la spinale è più profonda dell’epidurale. Vorrei inserire a titolo di esempio, un link di un video fatto da una collega ostetrica durante la procedura di inserimento del cateterino per epidurale. Quindi quando si usa un tipo di analgesia piuttosto che un altro?

Dolore del parto e anestesia

I dolori del parto sono sicuramente un’esperienza difficilmente ripetibile in altri contesti, ma dobbiamo notare che essi cambiano lungo tutto il percorso del travaglio. Saranno più sostenibili all’inizio per poi diventare sempre più intensi nel periodo espulsivo. Non tutti i travagli sono corti, e non tutte le donne sono in grado di sostenere il dolore a lungo. In questo non c’è e non ci vuole essere alcun giudizio, ognuna di noi sa fino a dove può arrivare nella sopportazione del dolore ed è per questo motivo che è stata ideata la tecnica dell’analgesia epidurale o peridurale.

Anestesia epidurale per il parto naturale

Normalmente nel parto spontaneo viene proposta l’epidurale perché meno profonda, in quanto questo parto è fisiologico e non richiede interventi di strumentazioni chirurgiche particolarmente invasivi. Inoltre l’epidurale garantisce, se ben fatta, la sospensione del dolore praticamente totale per tutta la durata dell’effetto del farmaco. Abbiamo sottolineato che i farmaci utilizzati sono sostanzialmente degli oppiacei quindi accade che dopo l’inserimento del cateterino nello spazio epidurale viene iniettato il farmaco ad una dose specifica, la dose minima per garantire l’effetto voluto. A quel punto si deve soltanto aspettare che faccia effetto. 

Perché inserire un cateterino? Come dicevo prima non è detto che i travagli siano corti, quindi una sola dose di analgesico può non essere sufficiente.

Avendo già posizionato il cateterino è più facile fare il cosiddetto “rabbocco” ovvero procedere ad una nuova somministrazione finito l’effetto del primo. Vorrei precisare che non è detto che l’epidurale possa accompagnarvi per tutta la durata del travaglio. Normalmente viene eseguita non prima dei 4 centimetri di dilatazione e mai dopo gli otto centimetri. Il motivo è che se viene fatta troppo presto può bloccare il travaglio, se viene fatta oltre gli otto centimetri non riuscite a sentire le spinte del periodo espulsivo e quindi aumentano le possibilità che non possiate “collaborare” alla nascita del vostro bambino.

Anestesia epidurale per il parto cesareo

Diverso è il discorso per il taglio cesareo. Questo è un vero e proprio intervento chirurgico con tanto di bisturi e suture. In questo caso non è possibile che l’analgesia epidurale possa coprire una così vasta area d’azione: cute, sottocute, muscoli e poi utero per tutta la durata dell’intervento senza che sentiate dolore. Ecco quindi che la procedura più utilizzata in caso di taglio cesareo è l’analgesia spinale. Quella un pochino più profonda, quel tanto che basta per assicurare che non sentiate dolore. I farmaci iniettati sono fondamentalmente gli stessi, possono cambiare le dosi, nel senso che possono essere lievemente maggiori o ad intervalli più frequenti. Attenzione però, eliminare il dolore non significa che voi siate addormentate (o si parlerebbe di anestesia) nella parte di sotto del vostro corpo. Sentirete, proprio dal punto di vista tattile, che i ginecologi stanno toccando, tirando, qualcosa nel vostro addome ma senza sentire dolore. Tranquille, non vedrete cosa fanno perché la vostra visuale sarà oscurata da un telo, solo dopo la nascita del bambino ve lo porteranno da vedere e coccolare mentre loro finiscono il lavoro.

L'anestesia epidurale é dolorosa?

Detto questo molte donne mi fanno questa domanda: è doloroso effettuare l’epidurale o la spinale? La risposta è no. Può non essere comodo, e ora vedremo perché, ma non è doloroso.

Parliamo della tecnica di esecuzione. Come vi ho detto prima viene inserito un cateterino, quindi deve essere fatta una sorta di puntura molto profonda che causa lo stesso dolore di una banale puntura intramuscolare. Siccome deve andare lievemente più in fondo, tra le ossa, a volte si usa fare una leggera dose di anestetico locale per rilassare la cute e i muscoli sottostanti. E allora perché dico che è scomodo? Provate ad immaginarvi questa scena: siete in travaglio, avete contrazionida circa 2-3 ore ad intervalli regolari. Inserire un cateterino non è un lavoro da fare in 2 minuti, anzi bisogna assicurarsi che sia fatto bene e prendersi tutto il tempo necessario. Quindi sicuramente una contrazione o due durante la procedura rischiate di averla. Ma c’è un inconveniente, dovete stare immobili. Sedute, con la testa leggermente piegata in avanti e da lì non potete fare alcun movimento fino a quando l’anestesista non ha completato la procedura di inserimento del cateterino. Ecco perché è scomodo. Non potete muovervi per alleviare il dolore in alcun modo.

Anestesia epidurale rischi ed effetti collaterali

Ma esistono dei rischi e degli eventuali effetti collaterali di queste procedure? Sì, esistono è inutile dire che non è così. Per ciò che riguarda i rischi direi che il massimo che può succedere, se l’analgesia vi viene fatta in un qualsiasi ospedale d’Italia, è che vi venga un pochino di mal di testa o che l’analgesia non faccia effetto. L’inesperienza dell’anestesista può portare il cateterino troppo poco in profondità, e quindi non fare effetto, oppure un po' troppo andando a toccare il midollo spinale con la conseguenza di un mal di testa di qualche giorno.

Gli effetti collaterali vanno invece divisi tra la mamma e il bambino. Alcuni riguardano il vero e proprio meccanismo del parto, altri invece sono più strettamente legati al fisico di mamme e bambini.

Vediamo di elencare i più comuni. Partiamo dagli effetti che possono avere sulla mamma.

Se la mamma assume dei farmaci va studiato bene la dose e le caratteristiche del farmaco che useremo come analgesico perché può causare interazioni (specie con i farmaci cardiaci) con effetti non piacevoli. Inoltre l’analgesico rallenta lo svuotamento gastrico, quindi nel caso soprattutto di anestesie generali d’urgenza, può aumentare le cosiddette sindromi da aspirazione, ovvero si inala del materiale gastrico che viene rigurgitato (ma sono casi rarissimi). Gli effetti più comuni sono sostanzialmente un’ipotensione, ovvero una pressione molto bassa specie nella stazione eretta che vi può costringere a restare in posizione orizzontale. Infine sono stati descritti casi in cui l’analgesia epidurale può provocare disorientamento e stato confusionale. Sul bambino gli effetti ci sono, come abbiamo visto i farmaci passano la barriera placentare anche se in minima quantità e sono in grado di determinare degli effetti.

Il principale effetto che può allarmare è la riduzione della frequenza cardiaca e quindi l’insorgere di un pericoloso stato di anossia (assenza di ossigeno). Ma solitamente tutto quello che capita è che il bambino sia un pochino addormentato e poco collaborante con il percorso della nascita. Questa lentezza si riflette anche dopo la nascita, perché il farmaco va smaltito, con una lieve difficoltà ad adattarsi alla vita extrauterina e all’allattamento.

Infine, l’effetto più comune dell’epidurale (non della spinale che ricordo essere usata praticamente solo per il taglio cesareo, per cui gli effetti sono solo quelli sopra descritti su mamma e bambino) è legato ai meccanismi del parto spontaneo. Il farmaco rallenta e distanzia le contrazioni uterine allungando di qualche tempo il travaglio e aumentando il rischio di ricorso a parti operativi, cioè ad esempio con l’utilizzo della ventosa. Questo perché né la mamma col suo utero, né il bambino addormentato collaborano alla nascita.

Tutto questo non deve però spaventarvi. Quello che per me è importante è che l’esperienza di parto sia vissuta con serenità massima e se questo significa analgesia epidurale o taglio cesareo con spinale non vedo perché doverlo giudicare negativamente.

Un’unica raccomandazione: informatevi presso la struttura dove vorrete partorire sulle varie procedure a riguardo. È importante.

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