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Racconto di un parto dopo il termine

di Emanuela Cerri - 22.11.2016 Scrivici

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Racconto di un parto dopo la data presunta: ecco come Niccolò è venuto al mondo ben 12 giorni dopo il termine

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Racconto di un parto dopo la data presunta

Ecco il mio racconto della nascita di Niccolò, avvenuta ben 12 giorni dopo la data presunta: capito che pigrone che stava tanto comodo nella pancia nella mamma? Cercherò di non essere lunghissima anche se l'avventura lo è stata. Dopo il 5° monitoraggio a 41 settimane, all'ospedale mi dicono che a 41+1 si può procedere all'induzione quindi di presentarmi al Pronto Soccorso il giorno dopo, 25 settembre, per nuovo monitoraggio e controllo liquido, portando con me le valigie perché magari inizia il travaglio.

Così faccio e con mio marito e mia mamma siamo lì la mattina dopo, mi dicono che il liquido è fisiologicamente un po' diminuito ma nulla si muove però vorrebbero ricoverarmi comunque per l'epoca gestazionale avanzata. All'inizio pare non ci siano letti in reparto e mi prende male, poi la cosa si risolve e mi assegnano un letto in camera da 4, la camera che, ancora non lo sapevo, ma occuperò per 8 giorni sigh...

Per quel giorno mi fanno regolarmente i tracciati, mi misurano la pressione ma nulla, il giorno dopo 26 settembre (luna piena) la sala parto è super piena e siccome il bimbo sta benissimo non mi inducono sperando sempre, dicono, si muova da solo...

Siamo al 27 e la mattina nuova ecografia AFi e il liquido, non so se perché si è riformato, ma è tantissimo, lui sta bene, mi visitano e intanto sto iniziando a perdere quello che si chiama comunemente tappo mucoso.

Mi preparano per il gel e per tutto, anche un cesareo al limite, quindi depilazione completa e clistere (una botta di salute), bere solo acqua e tè e mangiare solo fette biscottate.

La sera alle 19 prima applicazione di gel che mi fa subito aumentare le contrazioni e sto con i dolori anche se sopportabili tutta la notte, ma non riapplicano una seconda volta, pensano mi sia già partito il travaglio.

La mattina dopo un'ostetrica mi visita molto approfonditamente, sono a 2 cm di dilatazione e collo dell'utero raccorciato per metà.

Contrazioni non regolari e sopportabili.

Visite continue nel corso della giornata ma la dilatazione e l'utero procedono veramente troppo a rilento anche se le contrazioni ci sono e più dolorose. Alle 17 mi si rompono spontaneamente le acque in mezzo al corridoio nell'orario delle visite e mi portano in sala parto. Dilatazione sempre a 3 ma le contrazioni invece che aumentare diminuiscono.

Mio marito stava già lì con me ma mi dicono che può tornare a casa tanto la cosa andrà troppo a rilento... mi fanno dormire nel box travaglio parto che per carità, molto confortevole ma sentire le altre che partorivano sapendo che di lì a poco sarebbe toccata a me e avere dolori non è stato bello. Anche perché non erano più contrazioni, che dopo la rottura del sacco sono diminuite drasticamente, ma dolore ai reni e alla vescica. Una notte bruttissima insomma, ma sarebbe stata l'ultima prima della nascita di Nic lo sapevo.

All'alba nuovo monitoraggio e visita, torna mio marito già pronto col camice.. siamo emozionati, io però sono distrutta e ho tanta paura. Dopo avermi idratata con varie flebo di soluzione di glucosio alle 9.30 arriva l'induzione con l'ossitocina che inizia subito a farmi effetto ed iniziano le 'danze'. I cm di dilatazione si susseguono veloci, l'ostetrica è molto brava e mi incita, mio marito è perfetto, fa esattamente quello che gli dico e se serve si fa da parte. Io travaglio bene a detta dell'ostetrica, quasi sempre in piedi, la posizione che più mi fa sopportare i dolori è stare appoggiata alla testiera del letto un piede avanti all'altro, molleggiandomi e dondolandomi sulle gambe, mio marito mi massaggia i reni finché anche quello non arreca più nessun sollievo.

Sono stremata ma alle 13 sono a 10 cm. Il problema è che la testa è grossa e non scende...io inizio a sentire molto forte il bisogno di spingere, mi dicono di assecondarlo anche se piano.

Inizio le spinte prima in piedi accovacciandomi sui talloni (faccio pipì, ma chi se ne frega, se penso ai pudori che avevo pensandoci prima...) poi carponi e infine sul fianco e sdraiata. Così per un'ora e mezzo circa poi ancora arrivano i medici che iniziano ad allestire il lettino parto smontando e rimontando con le staffe quello dove sono sdraiata..

L'ostetrica mi fa l'episiotomia, il bimbo è molto grosso per me, non ce l'avrei fatta senza e poi ha un giro di cordone intorno al collo: un'ultima spinta ed eccolo sgusciare fuori in un secondo, eccolo il secondo dopo su di me, il peso più dolce che ho mai sentito, piange come un pazzo, vedo che ha una bocca bellissima. Lo prendono per sistemarlo con la pediatra. Sento che fanno commenti sulle mani grandi, sul peso e intanto io e mio marito piangiamo insieme increduli, lui ha visto tutto al mio fianco, è stato eroico, saprà sempre cosa ho passato, ci sentiamo ancora più legati.

Apgar 10/10, 3770 gr per 55 cm. Mamma mia.

Dopo c'è la parte dei punti, tanti punti. Soffro molto, se non ho urlato nel parto per i punti due o tre urli li lancio, fa troppo male, ma è finita. Dopo quest'ultimo supplizio mi tengono 2 ore in un letto, mi portano Nic nella sua tutina gialla, lo attacco al seno ed è come se non avessimo mai fatto altro, incastro perfetto, il babbo ci guarda estasiato, siamo una famiglia.

Lo tengo lì accanto a me ed è perfetto: mi sento adrenalinica, rispondo al telefono, mangio un panino. Penso che è fatta.

I miei che hanno aspettato insieme ad un amico lì fuori sono fuori di sè, finalmente torno in camera dopo averla lasciata il pomeriggio prima, le mie compagne di camera mi fanno la Ola. Abbraccio i miei e comincia la mia avventura da mamma.

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