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Il racconto di un parto difficile che mi ha regalato un amore immenso

di Barbara Leone - 25.01.2019 Scrivici

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Fonte: iStock
Il racconto del parto difficile di una Pianetina, che ha dovuto affrontare tutto il travaglio per poi arrivare a dover fare il cesareo. Ma il suo parto travagliato le ha comunque regalato un amore immenso

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Racconto di un parto difficile

Vi racconto la mia esperienza. La gravidanza non è stata tutta rose e fiori: ho sofferto di nausea e spesso vomito per tutti i nove mesi. Ed in più avevo quello che chiamano “tunnel carpale da gravidanza”, una cosa che non ti fa dormire la notte tanto che ti fanno male le braccia e le mani. In compenso, la mia bimba stava bene e cresceva forte e sana, e questo faceva sì che sopportassi tutti i dolori e i fastidi possibili.

La dpp era il 15/12, ma da fine ottobre avevo cominciato ad avvertire contrazioni di Braxton che diventavano sempre più frequenti e fastidiose. Due corse al pronto soccorso (una il 10/11 e una il 2/12) mi dissero che non ero ancora pronta, dovevo aspettare. Il 14/12 avevo la visita di controllo in reparto, tutto regolare, situazione stabile e un centimetro di utero dilatato, ma questo era così già dal 2/12, quindi nessuna novità. Dovevo aspettare ancora.

La notte del 15/12 alle 2:30 la prima contrazione, fastidiosa ma sopportabile. Mi rimetto a letto e dopo mezz’ora un’altra contrazione, e mentre mi alzo dal letto sento perdite di un liquido caldo. Vado in bagno e mi accorgo di aver rotto le acque! Il tempo di cambiarci ed andare in ospedale le contrazioni erano diventate già più frequenti, ogni 10 minuti circa.

Il travaglio

In ospedale tracciato e visita, effettivamente avevo rotto le membrane e avevo le contrazioni, quindi ricovero e avvio dell’antibiotico poiché ero risultata positiva al tampone vagino rettale. Continuo con le contrazioni ogni massimo 10 minuti, sempre della stessa intensità, ma col passare delle ore le sopportavo sempre meno. Ogni due ore mi controllavano con tracciato e visita, ma non cambiava nulla, era sempre tutto fermo a livello di utero. Mi dicevano che bisognava aspettare 24 ore dalla rottura delle membrane e così aspettai la notte, ma non cambiò niente ugualmente.

Al mattino vedono che l’utero era completamente accorciato ma dilatato solo di 4 cm. Mi portano in sala parto e mi avviano l’ossitocina in flebo, che ho avuto per 7 ore circa. Le contrazioni arrivavano ogni 5 minuti ed erano molto più intense, ma ai controlli l’utero era sempre fermo. Alle 16:30 controllo, 6 cm di dilatazione, ma era ovviamente ancora poco. Ero sfinita, speravo solo finisse in fretta.

Mi aumentano l’ossitocina e mi ricontrollano dopo un’ora stavolta, ma notano che la bimba aveva ancora la testolina un po’ piegata e addirittura il lato su cui si appoggiava era “tornato indietro”, da 6 a 5 cm. Consulto con due ginecologi e finalmente decidono: niente parto naturale, si passa al cesareo, che viste le condizioni è diventato “d’urgenza”.

Dopo 40 ore di travaglio e un parto cesareo in cui fare l’epidurale non è stato per niente semplice poiché avevo ancora le contrazioni, alle 18:22 del 16/12/2018 è nata la mia principessa. Non sono stata fortunata nel parto, anzi, è stata una strada lunga e travagliata, ma alla fine mi ha regalato un Amore immenso!

Mamma Rosanna

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