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Racconti: il trauma di un 'brutto' parto

di Emanuela Cerri - 02.12.2008 Scrivici

Il parto di per sè è già un'esperienza sconvolgente e, a meno di non essere davvero fortunate, più o meno dolorosa. Il parto è un rito di passaggio che ti permette di abbracciare finalmente tuo figlio ma certo, esperienze di parto difficili possono provocare traumi, come è successo a questa nostra sfortunata utente

Il parto di per sè è già un'esperienza sconvolgente e, a meno di non essere davvero fortunate, più o meno dolorosa. Il parto è un rito di passaggio che ti permette di abbracciare finalmente tuo figlio ma certo, esperienze di parto difficili possono provocare traumi, come è successo a questa nostra sfortunata utente

Sono arrivata oltre il termine. A 41+2. Il sabato mattina sono entrata per l'ultimo monitoraggio e la primaria mi ha praticato lo scollamento delle membrane, quanto mai me lo sono fatto fare da li è iniziato il mio calvario!
Tornata a casa sono stata in coma fino a pomeriggio, e avevo l'accordo che se nella notte non fosse successo nulla la domenica sarei entrata per l'induzione! Alle 18 inizio a stare male, a, avevo dolori alle ossa alla testa e alla fine ho provato la febbre, quasi 38.

Chiamo il gine che mi dice di andare subito in ospedale. Intorno alle 22 circa mi fanno il ricovero mi danno la stanza e mi reco in sala parto... se ci penso ancora adesso mi viene da piangere ragazze per quello che ho passato! Mi fanno subito antibiotico e tachipirina, mi visitano ho solo 2 cm di dilatazione. Si abbassa la febbre e mi attaccano l'ossitocina dicendomi che iniziano con l'induzione, solo questo non mi hanno detto che era una induzione veloce per via della febbre, dopo mezz'ora inizio ad avere delle contrazioni fortissime, ogni minuto per circa 40, 50 secondi, poi arriva l'ostetrica e mi dice che mi romperanno le acque, anche questa esperienza orrenda, praticamente senza dilatazione e poi mi schiacciavano la pancia per fare uscire il liquido e intanto questi dolori orrendi...

qui inizia il mio vuoto, mi ricordo di essermi alzata per un po' di volte di essere andata al bagno, di mio marito che mi incoraggiava, di gente che andava e veniva visite varie, tantissimo dolore, e ad un certo punto la situazione è precipitata, ho iniziato a stare malissimo, ricordo molto poco, so che mi hanno provato la febbre era salita di nuovo a 38, la dilatazione era a 5 cm e mi dicevano che ero a buon punto ma io ho iniziato a sentirmi mancare, ricordo che urlavo che ad ogni contrazione sentivo le forze che mi abbandonavano e diventavo un lago di sudore, ho iniziato a gridare che non ce la facevo più (questa parte me l'ha raccontata mio marito, io non ricordo), tra l'altro a induzione iniziata ho chiesto l'epidurale ma me l'hanno negata per via della febbre (il mio gine era da nove mesi che sapeva che la volevo, ma nonostante questo mi ha fatto una induzione dolorosissima senza nemmeno avvertirmi prima che non potevo chiedere l'epidurale).

Al che il mio gine se n'è venuto fuori con la frase: "Lei non è proprio portata per queste cose, non è portata per il dolore!" Io stavo troppo male non sono riuscita a rispondere e mio marito era allibito e preoccupato poverino. Alla fine dopo 3 ore così decide per il cesareo, dicendomi di nuovo: "Metterò per sofferenza meterna! E' la prima volta che mi capita!" Mi staccano l'ossitocina e io credo di provare sollievo, ma iniziano una serie di contrazioni violentissime, come delle frustate, da qui il buio totale, mio marito mi ha detto che urlavo, che alzavo le braccia che a tratti svenivo, e loro tranquilli, a prepararsi per il cesareo, io ad un certo punto ho chiesto all'ostetrica che c'era lì perchè non si muovevano che stavo crepando.

E da qui ricominciano i ricordi. Ricordo l'anestesista, un angelo che mi diceva di stare tranquilla, che mi spiegava cosa mi stavano facendo, di quello che sentivo sulla pancia e poi mi disse: "Adesso piano piano ti addormenti, ma tra pochissimo ti risvegli!" Mi sono ritrovata in corridoio, con una str***a di ostetrica che mi schiacciava la pancia, e io che dicevo: "Basta non ne posso più!"Poi il nulla, di nuovo un'ostetrica, che mi dice del mio bimbo:"Meno male signora che abbiamo fatto il cesareo 4 chili e 60 gr!Per 56 cm!" Poi mio marito, i miei genitori, mia mamma con le lacrime agli occhi, e alle 6 dopo ben 4 ore finalmente il mio bambino, il mio angioletto, bellissimo.

Dei giorni di ospedale ricordo tanta sofferenza, stavo bene solo quando mi portavano il mio cucciolo! Il gine l'ho visto il giorno dopo, e mi ha detto della forte emorragia che ho avuto dopo il cesareo, un litro di sangue perchè l'utero era enorme. Poi sparito fino al giorno prima delle dimissioni, che l'ho incrociato nel corridoio. Soliti convenevoli e della visita dopo 40 giorni nel suo studio.
Si è comportato come una bestia, se rivedo il mio parto sembrava di essere in macelleria, ho fatto 9 mesi a dargli un pacco di soldi per essere trattata di mer**, ma ha fatto andare oltre il termine sapendo che il bimbo era enorme, le ultime settimane praticamente ero una larva, per poi farmi fare un parto così con la febbre, quando il bimbo non sarebbe mai nato per vie naturali, mi sarei spaccata in due. Mi ha messo deliberatamente in una situazione di sofferenza per niente, è un sadico. La visita ovviamente non l'ho fatta da lui!!! Sono andata da un'altra, mai più un uomo, e ora sto da un'altra ancora, perchè la seconda lapidaria mi disse senza nemmeno visitarmi che il secondo avrei dovuto fare ancora cesareo! Ma stiamo fuori? A distanza di 14 mesi ho ancora problemi fisici che spero di risolvere, l'idea di un altro cesareo mi devasta per me è terribile, ci ho messo 40 gg per mettere il naso fuori di casa. Vorrei pensare in futiro al tentativo di un parto vaginale, ma l'idea di un altro fallimento mi blocca! Sono rimasta scioccata ragazze è come se mi avessero violentata e ogni volta che sento le mie amiche che hanno avuto un bel parto sto malissimo, mi sento un'incapace, una scema... se dopo 14 mesi sto così credo non mi passerà più!

L'attimo dell'attesa del cesareo è stato il più terribile, lì ho creduto veramente di morire, ci sono dei momenti che ho dei flash in cui ricordo. Ci hanno messo più di un'ora da quando mi staccarono l'ossitocina, un'ora in cui gridavo come una pazza e per un'ora sono stata abbandonata in sala travaglio da sola con mio marito, non un cane che si affacciasse a vedere se stavo morendo. Alla fine mio marito ha chiamato la tirocinante per dire che stavo troppo male, perchè a tratti svenivo e straparlavo, questa mi ha provato la febbre era quasi a 39. Allora ha chiamato subito quei 4 animali che con calma si stavano preparando per l'intervento e in 5 minuti ero sotto i ferri! Poi il cretino del ginecologo disse a mio marito: "Il bambino non sarebbe mai nato da solo, aveva ragione a lamentarsi sua moglie!" MAVAFF.....!! Tengo a precisare che tutto questo i è successo a Gallarate e non in Rwanda!!

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