Racconto di parto in casa
Nelle mie esperienze di assistenza al parto in casa non posso dimenticare ciò che è successo una notte di novembre del 2012. Ho assitito una giovane donna di 23 anni profondamente e fermamente convinta di voler partorire in casa e di fare lotus birth (mantenere cordone e placenta attacati al bambino fino a quando non si staccano da soli).
Tutto inizia a settembre quando C. chiama me e la collega per essere seguita in gravidanza e al parto. C. abita a 250km di distanza, abita in uno splendido appartamento che affaccia sul mare e ha scelto proprio quel luogo per dare alla luce il suo piccolo maschietto. Il compagno di C. è un pochino spaventato all'idea che lei voglia partorire in casa, se dovesse succedere qualcosa l'ospedale più vicino attrezzato è a 15km...insomma non è molto dell'idea. Ma la gravidanza procede bene e alla fine anche lui si convince che è la soluzione migliore.
Video: bambino Lotus Birth con placenta attaccata
Dal momento che la distanza tra noi e la futura mamma è molta le abbiamo chiesto di avvertirci immediatamente, alla prima contrazione. Si avvicina la data presunta del parto, e ancora nessuna avvisaglia, il bambino sta bene quindi si aspetta. Dopo 3 giorni dalla data prevista C. comincia ad angosciarsi perché vede allontanarsi il suo desiderio di partorire in casa. Lo stress è così forte che il giorno successivo ci chiama perché avverte delle contrazioni. Saltiamo in macchina e la raggiungiamo. Ma di travaglio nemmeno l'ombra, siamo state con lei l'intera giornata e le contrazioni restavano blande, una ogni 20 minuti, fino a diradarsi e scomparire. Niente era un falso allarme.
Passano ancora due giorni e C. sente sempre queste contrazioni fastidiose ma nulla di più, si è quasi rassegnata all'idea che non potrà partorire a casa.
Nel pomeriggio dell'ultimo giorno possibile prima dell'induzione, qualcosa cambia. Cambiano le sensazioni, cambiano le contrazioni. Ripartiamo per arrivare da lei, speriamo tutte e due che sia arrivato il momento, perché altrimenti avrebbe dovuto cambiare tutto, prospettive, desideri per adattarsi alla realtà ospedaliera. E invece questa volta ci siamo, C. che normalmente ha una carnagione diafana, quasi color del latte, all'arrivo delle contrazioni diventa rossa e sofferente. Noi ostetriche abbiamo il vizio di dire "oh, queste contrazioni si che ci piacciono" C. sorride e risponde con un filo di voce "a me non tanto!".
Tutto è pronto, stiamo ad osservare questo travaglio, come si coporta la mamma all'intensificarsi delle contrazioni ma anche come come reagisce il bambino perché il battito cardiaco viene sempre monitorato per assicurarci che stia bene. Passano le ore, fuori dalla finestra si sente il fragore delle onde che sbattono sugli scogli davanti a casa di C. Il travaglio prosegue, prima lento, incerto mentre C. gira per casa, si siede sul divano, poi si sdraia a letto, poi passeggia e si aggrappa al compagno durante le contrazioni. Ad un certo punto, il cielo è già buio, si fa tutto più regolare e veloc.
C. Inizia a sentire il bisogno di spingere, preferisce sdraiarsi a letto. Ora però ha paura, paura di non farcela, paura di farsi male, paura di spingere. Mille paure tutte insieme la investono e inizia a piangere, ma improvvisamente e senza che nessuno dicesse nulla trova dentro di sé la forza e inizia il periodo espulsivo. Alle 02.00 del mattino nasce un bel bambino di 3000gr. Ha fatto molta fatica anche lui, è stanco, non reagisce subito, questo un pochino ci mette ansia, lo accarezziamo, lo stimoliamo. Appena appoggiato sul petto della mamma però prende un bel colorito roseo e si muove da solo verso il suo seno.
Che spettacolo della natura!
Da questo momento in poi non dobbiamo più fare nulla, solo vigilare che la placenta fuoriesca e le perdite diminuiscano. Il cordone non viene tagliato come desiderato da C. e un papà commosso si avvicina a lei e al piccolo stringendoli forte. Passate due ore dal parto il nostro compito è finito, è il momento che tutta la nuova famiglia si riposi, ritorneremo l'indomani e i giorni successivi per verificare che allattamento e stato di salute della mamma siano ottimi. Esco di casa, è notte e fa anche freddo a novembre, ma alzato lo sguardo al cielo mi rendo conto di non aver mai visto un cielo così limpido, mai viste così tante stelle. Miracolo della natura che si verifica in quell'appartamento e miracolo della natura che si scatena fuori. Un'esperienza così chi la dimentica più.