Parto raccontato da un'ostetrica
Oggi voglio raccontarvi la storia e le emozioni del primo parto che ho assistito.
Sono passati ormai diversi anni, ma ricordo ancora esattamente quello che è successo quel giorno.
Finita l'università mi sono ritrovata in una sala parto con delle mie ex compagne di corso, ora toccava a noi essere in prima linea e stare con le mamme nel loro momento più difficile e più emozionante.
Era sera, intorno alle 20.00, arriva A. con il suo pancione, accompagnata dal marito. È il suo primo bimbo, è molto spaventata e non ha resistito molto a casa. Dopo un'ora dalla prima contrazione è già in ospedale. Dalla visita rilevo che il travaglio è molto iniziale, intorno ai 2-3cm. Il percorso sarà ancora lungo. Sistemiamo A. in sala parto, e io sono pronta a stare con lei per tutta la durata del travaglio. Tra una contrazione e l'altra c'è ancora molto tempo e A. riesce a riposarsi, dorme, a volte russa, riuscendo ad entrare facilmente in un sonno profondo.
Passano un paio di ore, effettuo una nuova visita e posso notare come il travaglio proceda con i suoi tempi, siamo intorno ai 5 centimetri, la bambina sta bene e quindi tutti siamo tranquilli e rilassati. Le contrazioni si fanno sempre più intense e frequenti, il riposo tra loro diminuisce, A. chiede a suo marito di massaggiarle la schiena, sente dolore nella zona lombare e allora proviamo una nuova posizione: a carponi sul lettino appoggiata alla palla, in questo modo sarà anche più facile massaggiarle la schiena. Verso le 2 del mattino si sente un piccolo rumorino...un tac, un colpo secco...si rompono le acque e A. non sa se ridere o essere spaventata di tutto quel liquido chiaro che sembra quasi pipì.
La stanchezza di tutti inizia a farsi sentire, il marito seduto accanto a lei mentre non ha contrazioni chiude gli occhi e si appisola, ma sempre e comunque tenendole la mano.
Anche io sono molto stanca, il travaglio ha i suoi tempi ma la notte è difficile stare svegli se l'unica cosa da fare è aspettare.
Arrivano le 5 e ormai per A. non c'è più tregua, le contrazioni sono ogni minuto, sono forti, senza pause e a lei viene da spingere, ma io non sento ancora bene la testa della bimba.
Cambiamo nuovamente posizione, proviamo a metterci in piedi, la forza di gravità aiuterà la bimba a scendere durante la contrazione e A. accovacciandosi riuscirà a spingere meglio.
La posizone funziona, A. fa appello a tutte le sue forze e la piccolina avanza a grandi passi verso il momento della nascita. Ad un certo punto non si trova più bene in questa posizione e decide di tornare nella posizone a carponi, è così che vuole che nasca la piccola.
Nessun problema, solo per noi ostetriche cambia l'orientamento dell'assistenza ma se per la mamma è la posizione più comoda sicuramente sarà anche la più agevole per il parto. A. inizia a spingere con la contrazione, inizialmente non riesce a capire bene come coordinare il respiro ma dopo un paio di minuti tutto si aggiusta e si incastra.
Il dolore è massimo ora, non ha voluto l'epidurale e quindi ora sente i tessuti che piano piano si distendono e si dilatano. Piano piano la testa avanza, due passi in avanti, un passo indietro per non esagerare con la pressione, per non lacerare i tessuti della mamma.
Sono le 7 della mattina quando la mamma esausta esclama:"fatemi il cesareo!" risata generale, noi sappiamo che quella frase corrisponde alla nascita imminente. E infatti dopo due spinte esce la testa.
Chiedo ad A. se vuole toccarla, se vuole sentire i capelli della sua bambina. Mi dice che forse le fa un po' schifo ma che lo farà, inizia a piangere di gioia e a parlare con la bambina come se fosse già nata.
Manca solo un piccolo sforzo, una spinta e una bella bambina paffuta e con tanti capelli nasce, il papà piange di gioia, la mamma anche e anche io sono davvero commossa.
Metto la bimba sulla pancia di A. per farla stare calda e iniziare il bonding tra loro. Una volta che il cordone ombelicale ha smesso di pulsare chiamo il papà che con le lacrime agli occhi e la mano tremante lo taglia.
Dopo circa 5 min esce anche la placenta, il parto si può considerare concluso e vedere i due nuovi genitori così felici rende felice anche me.
Care mamme per una volta sono io a volervi dire grazie, ogni volta ci lasciate delle storie da raccontare, delle emozioni forti e uniche. Ogni storia, ogni parto è un'avventura meravigliosa per voi, ma anche per chi, come me, aiuta i bimbi e i genitori a venire al mondo.