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Nutrizione parenterale per i prematuri, come avviene e perché è importante

di Redazione PianetaMamma - 26.09.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
La nutrizione parenterale nel neonato salva la vita di molti bambini nati prematuri. Ecco perchè è importante

In questo articolo

Nutrizione parenterale nel neonato

Ogni anno in Italia nascono 45mila bambini prima della 37sima settimana. I prematuri sono il 7% delle nascite nel nostro Paese e 5mila di questi piccoli pesa meno di un chilo e mezzo. Mille non arrivano a pesare neanche un chilo.  Oggi, nonostante la nascita prematura rappresenti la prima causa di mortalità neonatale, il 90% dei prematuri riesce a sopravvivere anche grazie a tecniche e terapie innovative. La nutrizione parenterale nel neonato ricopre un ruolo fondamentale per garantire la sopravvivenza dei bambini prematuri, vediamo di cosa si tratta.

Alimentazione neonato pretermine

L'alimentazione del neonato prematuro è estremamente importante perché serve a garantire al piccolo tutte quelle sostanze fondamentali per completare il suo sviluppo. Non sempre la mamma riesce ad attaccare al seno il neonato prematuro che viene nutrito con latte donato e conservato nelle banche del latte oppure con il latte della mamma tirato con il tiralatte.

In condizioni più serie la nutrizione deve avvenire in altri modi. In linea generale la nutrizione del neonato pretermine può essere:

  • enterale: con sondino gastrico o con biberon
  • parenterale: per endovena

Linee guida nutrizione parenterale per il neonato

La nutrizione parenterale è un'alimentazione per endovena nei bambini troppo piccoli per potersi nutrire al seno o al biberon. Il bambino viene quindi nutrito e curato grazie ad apposite sacche che contengono prodotti medicinali e sostanze nutritive. Le sacche possono essere già pronte oppure possono essere preparate dalla farmacia dell'ospedale.

Virgilio Carnielli, direttore neonatologia dell'ospedale G.Salesi di Ancona, spiega che spesso non fornire la nutrizione parenterale ai prematuri è come farli morire:

Questo tipo di alimentazione diventa essenziale per sopperire ai fabbisogni del neonato per far incrementare il suo peso e lo sviluppo dei suoi organi. Inoltre 19 studi internazionali ci dicono che la nutrizione parenterale può essere fornita immediatamente al neonato perché è tollerata da subito

Quando è indicata la nutrizione parenterale? Gli esperti del Policlinico Gemelli di Roma spiegano che questo tipo di alimentazione è indicata laddove non sia possibile somministrare i nutrienti fondamentali (glucosio, amminoacidi, lipidi, elettroliti, minerali, vitamine e oligoelementi) attraverso la via enterale, cioè attraverso il tratto gastrointestinale e questa circostanza si verifica soprattutto nei neonati molto prematuri, di peso inferiore a 1000 grammi.

La composizione delle soluzioni da somministrare ai bambini viene stabilita dagli specialisti attraverso l'uso di programmi computerizzati che riescono a calcolare, in base a precisi parametri, la quantità e la qualità dei nutrienti da dare.

In pratica grazie alla nutrizione parenterale è possibile coprire i fabbisogni nutrizionali sin dai primi minuti di vita nel neonato molto prematuro: tuttavia, quando il neonato è stabile è estremamente importante introdurre la nutrizione enterale che può essere iniziata con una quota minima di latte (20-25 ml/kg/die), chiamata comunemente “minimal enteral feeding” (MEF), per stimolare la maturazione della mucosa intestinale.

Nutrizione gavage nel neonato

Per nutrizione gavage si intende l'alimentazione tramite un sondino gastrico. In genere questo tipo di alimentazione si rende necessaria per i bambini di età gestazionale inferiore a 30-32 settimane. Il sondino serve a somministrare latte materno spremuto con il tiralatte.

L'alimentazione gavage prevede il coinvolgimento della mamma che può far succhiare il dito al bambino mentre viene nutrito e può tenerlo in braccio e mantenere con lui un contatto pelle a pelle che lo aiuta a sentirsi rassicurato, coccolato e protetto.

Nutrizione enterale

La nutrizione enterale (NE) consiste nel somministrare al bambino il latte materno (che viene comunque arricchito con fortificanti del latte materno per aumentare soprattutto l’apporto di proteine, grassi, calcio, fosforo e sodio) o, in alternativa, il latte in formula specifico per i nati pretermine.

In genere questo tipo di nutrizione è indicata per i bambini capaci di deglutire e dove è presente il meccanismo della suzione-deglutizione (si tratta di bambini di età gestazione  compresa tra 30 e 32 settimane): viene utilizzato un biberon o, in alternativa, una tazzina o un cucchiaino.

L'alimentazione con il cucchiaino e poi con il biberon può avvenire anche quando il neonato è ancora alimentato con il sondino: si può provare a dargli il latte una o due volte al giorno tenendolo in braccio.

Come spiega l'Istituto Superiore di Sanità, i neonati di età gestazionale di 32 settimane o più sono in genere in grado di succhiare il latte dal seno e quindi si può avviare sin da subito l'allattamento materno. E' chiaro che all'inizio il bambino può non riuscire a succhiare tanto latte e si stanca facilmente, per questo è bene continuare a somministrargli il latte spremuto con una tazzina o con il sondino per essere certi che l'apporto calorico sia sufficiente per la sua crescita.

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