Incontinenza urinaria post parto
Quando una donna partorisce molte volte pensa che il periodo più difficile, fisicamente, sia passato: niente più mal di schiena, reflusso, gambe gonfie, vomito. In realtà il puerperio porta con sé diversi disturbi che, seppur per la maggior parte passeggeri, possono mettere a dura prova: i punti di episiotomia o lacerazione, le emorroidi, le ragadi o gli ingorghi e molto altro ancora. Tra questi, anche l'incontinenza urinaria post parto.
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Che cos’è l’incontinenza urinaria post parto
Nove mesi di gravidanza hanno delle conseguenze sul fisico: i muscoli perdono tono, l'utero si ingrossa e sposta organi e fasce muscolari, la vescica viene schiacciata verso il basso. Senza parlare dello sforzo del parto, che ha conseguenze sulle parti basse della donna, come vagina, ano, intestino e, appunto, vescica. Per questo è del tutto normale che, dopo aver avuto un bambino, la neo-mamma avverta delle perdite di urina. L'incontinenza urinaria post-parto colpisce infatti moltissime donne, in particolare quelle che hanno partorito per via vaginale, e si manifesta in molti modi: impossibilità di trattenere la pipì, perdite dopo un colpo di tosse, uno starnuto o ancora una risata. Non si tratta infatti della sensazione di dover urinare spesso o molto, ma del semplice fatto di perdere gocce di pipì, anche una soltanto!
In genere, questo problema dura il tempo del puerperio, quindi circa un mese, per poi rientrare da solo. Ma non sempre è così.
Chi è più a rischio incontinenza urinaria
Posto che gravidanza e parto sollecitano tutto il pavimento pelvico e quindi possono avere delle conseguenze sulla vescica (e sulla capacità di trattenersi, che scatta automaticamente per esempio quando si ride, o quando si starnutisce o ancora si fa uno sforzo), ci sono delle condizioni che possono peggiorare il rischio di soffrire di incontinenza urinaria. Tra questi un parto difficoltoso e lungo, con un bambino molto grosso, ma anche il fatto di aver già partorito altre volte o che il parto sia stato indotto.
Se poi già prima del parto si è sofferto di incontinenza o addirittura prima della gravidanza il pavimento pelvico non era tonico (per esempio non si era capaci di "stringere" i muscoli del perineo) il rischio aumenta.
Come evitare l’incontinenza urinaria post-parto
Abbiamo detto che, nella maggior parte dei casi, le perdite involontarie di pipì dopo il parto sono un fattore normale che si risolve da solo dopo circa un mese. Se però il disturbo persiste è bene non sottovalutare la questione, perché trascurandola potrebbe diventare una condizione cronica. Se dopo più di un mese si avvertono ancora perdite di urina è bene consultare un medico per valutare il pavimento pelvico e capire il da farsi.
In alcuni casi è sicuramente utile effettuare una ginnastica specifica chiamata riabilitazione del pavimento pelvico o rieducazionedel perineo, che re-insegni al corpo a trattenere i muscoli e quindi la pipì. Proprio come altri muscoli, se non si allenano rischiano di perdere la loro capacità di contrarsi, per questo è importante, soprattutto nelle donne a rischio, prendere in considerazione la ginnastica riabilitativa. In alcuni paesi, infatti, è prevista come cura post-natale per tutte le neo-mamme, rimborsata dal sistema sanitario nazionale. Se temete di poter soffrire di incontinenza urinaria post-parto prendete informazioni prima di partorire!
Esiste anche una terapia laser che permette di compensare la mancanza di tono indotta da gravidanza e parto e di risolvere il problema di incontinenza.
L'incontinenza urinaria post-parto è un fenomeno del tutto normale che sperimenta la maggior parte delle donne che ha un figlio, soprattutto se questo è molto grosso, se il parto è stato lungo e se si hanno già altri bambini. È importante però non sottovalutarla e, eventualmente, prevedere degli esercizi per rieducare il perineo ed eliminare il problema.