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I disturbi e i dolori più comuni nel post parto

di Ostetrica Barbara Colombo - 25.09.2017 Scrivici

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Quali sono i disturbi post parto più frequenti e come intervenire? Ecco i consigli della nostra ostetrica

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Disturbi post parto

I dolori e gli inconvenienti della gravidanza e del travaglio sono molto conosciuti e ormai vi sono molte metodiche naturali o meno per affrontarli. Meno conosciuto è il mondo del post parto, bellissimo perché finalmente è nato il nostro bambino ma non per questo senza piccoli distubi e dolori.

Non si tratta normalmente di problemi o disturbi particolarmente gravi, spesso hanno un significato preciso che ci ricorda come il nostro corpo sia cambiato, che esperienza intensa e importante abbia avuto durante tutta la gravidanza, il travaglio e il parto. È comunque importante riconoscere e capire quali sono i principali disturbi e quali possiamo ritenere dei campanelli di allarme, in modo da sapere tempestivamente quando contattare il medico o quando possiamo stare tranquille

Dolori dopo il parto naturale

Il tipo di parto influenza molto la tipologia e soprattutto la localizzazione dei dolori del dopo parto. Sono più interessate le aree del basso addome (dall’ombelico in giù per intenderci) e del perineo, sia che sia stata effettuata sia che non sia stata effettuata l’episiotomia.

Dolori comuni dopo un parto cesareo

Rispetto al parto naturale con il parto cesareo ci saranno meno dolori a livello perineale, in quanto il bambino non è passato dal canale vaginale per nascere, ma saranno maggiori i disturbi a livello addominale dallo stomaco al pube, giusto per fare una sorta di delimitazione ipotetica.

Dolori post parto: quanto durano?

In realtà non esiste una durata uguale per tutte le donne. Come molte delle cose che riguardano il percorso nascita la variabilità individuale fa da padrona anche nelle situazioni dolorose e nella loro comparsa e scomparsa. Molto dipende anche dalla tipologia e della localizzazione del dolore, nonché dalla causa. Per questo motivo è sostanzialmente impossibile dire quanto durano, come periodo di riferimento prendiamo sempre i quaranta giorni dopo il parto. Ma anche se fossero sessanta o cento la cosa importante è che siano sotto controllo medico e che la loro intensità diminuisca costantemente fino a sparire.

Proverò ora ad elencare quali sono i disturbi/dolori più comuni nelle due tipologie di parto cercando anche di capire quando allarmarsi e quando invece no.

Sudore

Il sudore non è in realtà un dolore ma può essere un disturbo, un fastidio specie se molto intenso. Sudare ci consente di mantenere la temperatura interna del corpo costante, evitando di surriscaldare gli organi interni che lavorano maggiormente. Nel caso del dopo parto molte mamme sudano sotto le ascelle in maniera abbondante perché la proliferazione del seno e l’aumento di attività della ghiandola mammaria dovuta all’avvio e al mantenimento dell’allattamento producono maggior calore, che si dissipa attraverso il sudore. Un’altra area dove spesso si tende a sudare è l’inguine. Un po' per conformazione fisica, un po' perché soggetto a traumi importanti durante il parto naturale l’inguine è spesso oggetto di sudorazione intensa anche quando sono terminate le lochiazioni (le perdite). Anche in questo caso serve per mantenere la temperatura dell’area costante quindi non bisogna allarmarsi particolarmente.

Dolore al seno post parto

A prescindere dal fatto che si stia allattando al seno oppure no il dolore al seno deve essere valutato attentamente. Un iniziale dolore al seno potrebbe essere normale perché indotto dagli ormoni che vanno a completare la maturazione della ghiandola mammaria preparandola all’allattamento. Questa tipologia di dolore è però molto molto lieve, più simile ad un fastidio che tende a scomparire nei primi giorni dopo il parto. Nel caso in cui si stia allattando il dolore al seno localizzato vicino al capezzolo durante la poppata non va sottovalutato perché potrebbe essere segnale di un attacco scorretto del bambino. Se il dolore invece si presenta tra una poppata e l’altra e non si limita ad una sensazione di tensione e di “pienezza” bisogna quanto prima svuotare il seno o si può andare incontro ad ingorghi.

Nelle donne che invece non allattano al seno avere dolore nell’immediato dopo parto potrebbe essere una reazione fisiologica della ghiandola che comincia comunque la sua modificazione. Dopo aver assunto il farmaco per inibire l’allattamento però questo dolore deve scomparire. Perché anche in donne che decidono di non allattare fin da subito si sono riscontrati casi di ingorghi mammari. In caso di dolore quindi contattate sempre il ginecologo.

Mal di stomaco post parto e dolori al basso ventre

Tutti gli organi interni del nostro corpo arrivati vicino al termine della gravidanza si sono dislocati in maniera tale da lasciare più spazio possibile all’utero e al bambino. Una volta nato il bambino ci vuole qualche tempo perché tutto torni nella posizione originale. Questo molte volte causa difficolta e dolori nella digestione, quindi mal di stomaco intenso. Oppure anche dolori al transito intestinale. Se il dolore è sopportabile non c’è da allarmarsi particolarmente, in breve tempo si risistemerà tutto. Se invece il dolore dovesse essere molto forte è meglio rivolgersi al medico che con la palpazione addominale potrà capire se vi è qualche distensione degli organi e saprà dirvi come porvi rimedio.

Dolori addominali post parto

I dolori addominali specialmente se localizzati nell'area dall'ombelico in giù sono un altro fattore da tenere in considerazione. Fisiologicamente vi sono delle contrazioni che riportano lentamente l'utero alla grandezza di prima della gravidanza e spesso sono accentuate durante le poppate al seno. Questi dolori sono i cosiddettimorsi uterini, che si presentano sia in caso di parto spontaneo che in caso di parto cesareo; sono assolutamente fisiologici e normali quindi bisogna solo attendere che il processo sia completato perché si attenuino o spariscano. Se invece il parto è stato cesareo e il dolore è piuttosto superficiale vicino alla ferita chirurgica io vi consiglio come prima cosa di osservare la ferita. Se la vedete arrossata e gonfia o se toccandola sentite dolore è meglio rivolgervi al ginecologo in modo che controlli che non vi sia un'infezione in corso.

In caso di parto spontaneo un dolore addominale nella zona del basso ventre che non si placa va comunque indagato perché potrebbe essere associato ad infezioni interne all'utero o alla presenza di piccoli pezzettini di placenta o sacco amniotico non espulsi. Quindi sempre meglio rivolgersi al ginecologo.

Gas intestinali post-parto

L’intestino nelle immediate vicinanze del parto è sostanzialmente spostato un po' da un lato e un po' dall’altro dell’utero e questa situazione rallenta notevolmente il transito intestinale. Questa situazione si protrae dopo il parto fintanto che tutti gli organi non sono tornati al loro posto. Il rallentamento del transito fa sì che il cibo resti maggiormente nell’intestino, all’interno del quale sono contenuti i batteri responsabili dell’assorbimento delle sostanze nutritive. Questo processo di assorbimento e di degradazione del cibo produce dei gas, assolutamente fisiologici, che però se sono in grande quantità possono provocare fastidi e dolori simili a leggere coliche. È una situazione temporanea che tende a risolversi in poco tempo, massimo 4-5 giorni dal parto (indipendentemente dal fatto che sia spontaneo o cesareo) quindi nessun particolare allarme, la cosa importante è riuscire comunque a liberarsi del gas intestinale ogni volta che ci è possibile, in modo da evitare la distensione della parete intestinale e il dolore intenso di una colica.

Fastidi o dolori perineali

Il perineo in caso di parto spontaneo è sottoposto a notevoli sforzi e traumi (a prescindere dal fatto che venga praticata o meno l’episiotomia). È quindi perfettamente normale una sensazione di gonfiore, indolenzimento e dolore moderato nell’immediato dopo parto. La situazione dovrebbe risolversi spontaneamente dopo qualche giorno, massimo una settimana e può essere utile in questo caso fare degli impacchi tiepidi di calendula che è un potente antinfiammatorio. In caso di episiotomia il dolore e il gonfiore potrebbero persistere fino alla formazione della cicatrice, poi lentamente scomparire. Se invece il dolore dovesse continuare forte e soprattutto al tatto, meglio far controllare la ferita per verificare l’assenza di infezioni.

La stitichezza e la riduzione della circolazione ematica e linfatica a termine di gravidanza causano molto spesso la formazione di emorroidi che poi diventano molto vistose e gonfie dopo il parto. Non accade a tutte le donne, ma le emorroidi non vanno sottovalutate. Se sono molto piccole e rosate, sì gonfie e dolenti ma non estremamente grosse possono essere trattate come le normali emorroidi con pomate locali che tendano a ridurle fino a farle sparire. Se invece le emorroidi dovessero essere grosse, congeste (colore scuro) e dolenti è meglio farle vedere dal medico, in questo caso potrebbe rendersi necessaria l’eliminazione chirurgica al fine di assicurarsi che non si “strozzino” diventando necrotiche e causando infezioni pericolose.

Emorragie post parto

Le emorragie nel dopo parto sono estremamente rare, normalmente ci si accorge subito, quando ancora la mamma è ricoverata in ospedale se le perdite non stanno diminuendo e si va ad accertare il motivo. Molto spesso sono dovute a dei minuscoli pezzetti di placenta o di sacco amniotico che non sono stati espulsi dall’utero con il secondamento e che impediscono la formazione del cosiddetto globo di sicurezza. Il globo di sicurezza è una sorta di tappo che riduce il sanguinamento e impedisce l’emorragia. Il fatto che si sia o meno formato è possibile vederlo sia con l’ecografia addominale, sia verificando manualmente quanto l’utero si è ridotto di dimensioni dopo il parto. In caso non si sia formato il globo di sicurezza e si continui a perdere sangue l’unica soluzione è la revisione della cavità uterina per eliminare quel qualcosa che è rimasto. Non è una procedura piacevole sicuramente ma è assolutamente risolutiva.

Due parole piuttosto semplici su un argomento come la depressione post parto non sono sicuramente esaustive. Cercherò comunque di darvi degli indicatori che possano aiutare a dire: ok è il momento di chiedere aiuto ad un professionista. Dopo il parto, il crollo degli ormoni della gravidanza porta spesso ad un umore piuttosto triste, lacrime facili e per piccole cose.

Questa non è depressione, si chiamano baby blues e sono considerati fisiologici. Sicuramente non da sottovalutare perché possono evolvere in depressione, ma comunque non patologici.

Se invece una volta a casa passato qualche tempo dal parto vi assale una sorta di apatia, di voglia di non fare nulla, di fastidio nel sentire il bambino piangere. Se vi sentite esauste, isolate dal mondo, se avete solo voglia di piangere allora questi sono campanelli di allarme. Anche in questo caso non è una depressione in atto, ma sicuramente sono degli stati d’animo che se trascurati possono portare alla malattia. Non vergognatevi a chiedere aiuto ai professionisti perché credetemi, a volte basta veramente poco, una chiacchierata, pochi incontri di supporto per prevenire una malattia grave e purtroppo sempre più diffusa come la depressione post parto.

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