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Gravidanza oltre il termine, rischi e consigli dell'ostetrica

di Ostetrica Barbara Colombo - 16.01.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
Cosa si intende con parto oltre termine, e quali sono i rischi per la mamma e il bambino. I consigli dell'ostetrica se il tempo è scaduto e vostro figlio non vuole nascere

In questo articolo

Parto oltre termine

Arriva la 40esima settimana, la data presunta del parto, ma il piccolo non ha alcuna voglia di nascere. Le ansie salgono, cresce la preoccupazione che qualcosa non vada e crescono le domande sul perché questo bambino proprio non si decide. In questo articolo affronteremo questi dubbi, cercando di chiarire cos’è una gravidanza e un parto oltre termine, quali sono i rischi e cosa fare per cercare di aiutare il nostro bimbo a venire al mondo.

Innanzitutto partiamo dal capire insieme che cosa vuol dire termine di gravidanza e come si calcola. Le modalità sono sostanzialmente due: usando la data dell’ultima mestruazione o usando i dati dell’ecografia di datazione.

  1. Il primo metodo consiste semplicemente nel calcolare 40 settimane dalla data di inizio dell’ultima mestruazione, ovvero circa 9 mesi. Il quarantesimo giorno costituisce il giorno della data presunta del parto, il termine di gravidanza.
  2. La metodica ecografica si basa sullo stesso principio, ma il calcolo viene effettuato sulla base delle misurazioni del bambino. Infatti può capitare che l’ovulazione e la fecondazione siano avvenute successivamente al periodo canonico dei 14 giorni dopo l’inizio della mestruazione. Quindi il bambino risulterà più piccolo di qualche giorno.

Cosa si intende per misurazione del bambino? La misura effettiva delle sue parti principali, in particolare la lunghezza totale che viene statisticamente attribuita ad una data settimana di gravidanza. Facciamo un esempio, a 10 settimane la lunghezza di un feto è di circa 33mm, quindi se durante l’ecografia il ginecologo vede che il bambino misura 33mm dedurrà che siamo a 10 settimane. E in questo modo arriverà a datare la gravidanza, calcolando automaticamente il termine.

Cos’è la gravidanza oltre il termine

Passata le quaranta settimane non possiamo però definire immediatamente la gravidanza oltre il termine. Questo perché la datazione della gravidanza non è mai precisa. È possibile che vi siano delle variazioni sul concepimento o che, ad esempio, un bimbo sia più lungo della media dei suoi “coetanei” e quindi risulti più grande alla misurazione ecografica.

Per questo motivo ci diamo ancora qualche giorno, normalmente 5-6 giorni prima di capire come intervenire e se intervenire. Da definizione di letteratura scientifica la gravidanza oltre il termine è quella che prosegue oltre la 42 settimana. Fino a 41 più sei giorni è ancora a termine, oltre diventa gravidanza protratta o oltre il termine. Ad oggi in realtà in quasi tutte le strutture ospedaliere non si attende così tanto per intervenire, a 41 settimane e 2 giorni già si pensa al ricovero per l’induzione del parto. Il motivo? Sicuramente il fatto che i rischi collegati al protrarsi della gravidanza vengono ridotti. Parlando un pochino di dati statistici possiamo dire che la gravidanza oltre il termine interessa circa il 3-10% delle gravidanze totali e che è più frequente nelle donne al primo bambino o nelle donne che hanno già sperimentato nelle precedenti gravidanze questo evento.

Parto oltre il termine, le cause

In realtà non esistono delle cause accertate per cui è possibile stabilire univocamente una relazione con il parto oltre il termine. Cioè non esistono fattori per cui si dice: ho questo allora partorirò dopo. Vi sono delle associazioni indirette, alcuni fattori possono portare al parto oltre il termine ma non con certezza assoluta.

  • Tra questi come abbiamo già detto ci sono gli errori di calcolo nella datazione della gravidanza o la familiarità, ovvero quando c’è già stata una storia di parti oltre il termine nella propria mamma o nei precedenti figli.
  • Alcuni studi di piccole dimensioni hanno provato a dimostrare l’associazione con alcuni farmaci come i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei). Effettivamente a dosi molto elevate possono ritardare il rilascio degli ormoni del travaglio, ma prima di sospenderli va valutata la motivazione per cui vengono assunti ad alte dosi. Ad esempio l’aspirina può essere importante per evitare trombosi in alcune situazioni quindi sempre prima di sospendere un farmaco contattare il ginecologo curante.
  • Si è notata una probabile associazione anche tra le donne che assumono pillola anticoncezionale per lunghi periodi prima della gravidanza e il parto oltre il termine, ma in questo caso il motivo sarebbe legato all’errore di calcolo, ovvero ritardando l’ovulazione il concepimento avviene dopo e quindi la data dell’ultima mestruazione non fa più fede come punto di riferimento. Ci si baserà in questo caso solo sui dati ecografici.

I rischi di un parto oltre il termine

Come abbiamo detto poco sopra, il fatto di non attendere le 42 settimane prima di indurre il parto è motivato dalla riduzione dei rischi sia per il benessere della mamma che del bambino.

  • Aumento dell'ansia

Per ciò che riguarda la mamma il primo fattore di rischio in assoluto è l’aumento dell’ansia. Questo non solo dal punto di vista emotivo-psicologico. Lo stress e l’ansia scatenano una risposta del nostro corpo che rilascia un ormone, il cortisolo. Il cortisolo ha una struttura simile all’ossitocina (ormone responsabile dell’avvio e del mantenimento del travaglio) e impedisce al resto del corpo e in particolare all’utero di legarsi con essa e far partire il travaglio. È una sorta di circolo vizioso, più cortisolo è in circolo, meno ossitocina viene prodotta e letta, meno è facile che parta il travaglio spontaneamente e quindi aumenta lo stress.

  • Taglio cesareo

I rischi fisici materni sono invece sostanzialmente legati a quelli del bambino. Più sta nella pancia il bambino più cresce e rischia di passare la soglia massima di peso per il parto spontaneo (4500gr). Oltre questo peso il rischio è di dover intervenire con il taglio cesareo. Anche però avvicinandosi ai 4500gr può dare dei problemi alla mamma come ad esempio lacerazioni importanti, parti molto lunghi e conseguenti interventi medici per abbreviarli (parti operativi).

  • Mortalità infantile

I rischi strettamente legati al bambino sono legati alla sua mortalità. Un bambino che nasce a termine di gravidanza ha una mortalità calcolata di 1 su 3000 gravidanze, se resta oltre le 42 settimane di 6 su 3000 gravidanze, praticamente 5 volte di più. Questo perché lo spazio inizia ad essere ristretto, la placenta inizia a non funzionare più e quindi a non portare più ossigeno e nutrienti al bambino e infine è possibile che il bambino, in conseguenza alla mancanza di ossigeno, faccia la sua prima cacca dentro la pancia e poi la aspiri (provocando la cosiddetta sindrome da aspirazione di meconio).

Quindi sicuramente i rischi ci sono ma vorrei tranquillizzare sul fatto che la situazione non precipita esattamente alla 42 settimana. La crescita dei vari rischi è proporzionale con il tempo che passa dal termine di gravidanza, per questo motivo ci si può permettere di aspettare qualche giorno e di osservare la situazione, non certo per mettere a rischio mamma e bambino.

Il tempo è scaduto. Consigli

Molte di voi mi chiedono consigli su cosa fare se alla 40esima settimana non si ha il minimo segno che il travaglio si stia avviando. Come abbiamo capito la risposta in questo caso è: niente. Cioè non allarmatevi se a 40 settimane e 1 giorno non è ancora nato, per tutti i motivi che abbiamo detto prima quando parlavamo del calcolo del termine della gravidanza.

  • Certamente la prima cosa da fare per invogliare il bimbo a nascere è parlare con lui. Lo so vi sembrerà una cosa assurda, ma non intendo dire che dovete girare per la strada parlando al pancione. Cioè lo potete fare ma non è necessario. Parlare con lui significa semplicemente fermarsi e pensare a lui, pensare cosa vorreste che accadesse, pensare come sarà lui/lei. Basta solo questo perché il nostro cervello metta in circolo proprio l’ossitocina, che oltre ad essere l’ormone del travaglio, è l’ormone dell’amore, del legame materno infantile. Più la dose di ossitocina è elevata più sarà in grado di contrastare l’ansia e provocare il travaglio.
  • Assolutamente non servono camminate e sforzi fisici estenuanti come sento consigliare da alcune nonne, anzi l’esatto contrario. Il nostro corpo sa bene quanta fatica debba fare per affrontare la nascita di una nuova vita e se non trova tra le sue riserve la forza necessaria, semplicemente non lo fa partire. Quindi riposo il più possibile in preparazione a ciò che deve avvenire. Riposo non significa non fare nulla, significa svolgere le attività quotidiane ma ritagliarsi il giusto tempo per fermarsi e rilassarsi quando si è stanchi.
  • Esistono effettivamente dei rimedi naturali, fitoterapici o omeopatici, che possono essere utili per l’induzione del travaglio ma per poterli prendere è strettamente necessario che siate seguite da una persone competente in questo ambito. Naturale non è sinonimo di innocuo, le piante hanno degli effetti anche molto potenti quindi in questo caso è bene che vi rivolgiate alla vostra ostetrica o al naturopata/omeopata di fiducia.
  • Infine vorrei consigliarvi una cosa che fa sorridere molti: l’attività sessuale. Non è una diceria popolare che l’attività sessuale nel caso di gravidanza oltre il termine possa favorire l’insorgere del travaglio. Voi direte, ma con questo pancione? E non facciamo male al bambino? Sì effettivamente il pancione potrebbe essere un pochino scomodo ma potete liberare la fantasia per provare altre posizioni più comode. E no non fate male al bambino che anzi viene cullato dal movimento del rapporto sessuale. E poi, ultimo ma non ultimo, il rapporto sessuale mette in circolo una serie di ormoni molto importanti, innanzitutto le endorfine che fanno sentire il bimbo amato e desiderato, che lo proteggono dal dolore e dalla paura. Anche l’ossitocina viene prodotta durante e subito dopo l’atto sessuale, e questo, come si è detto può aiutare a scatenare le contrazioni del travaglio. Quindi via libera.
  • Come avrete inteso non ci sono molte cose che si possono fare dal punto di vista della prevenzione della gravidanza oltre il termine. Sono accorgimenti semplici, a volte banali che possono aiutare a sbloccare la situazione ma non danno la certezza al 100% che questo travaglio parta spontaneamente. Per questo motivo subentra la medicina, se tutto questo non dovesse bastare non preoccupatevi, di sicuro non vi lasceranno rischiare di andare molto oltre il termine. Interverrano con l’induzione e faranno in modo che possiate avere il vostro bimbo tra le braccia e possiate inizare il vostro percorso di mamme.

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