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Parto naturale e microbiota
Il parto naturale e l'allattamento aiutano l'equilibrio del microbiota del neonato, rafforzando il suo sistema immunitario e proteggendolo dall'aggressione di microbi, virus, batteri e anche dalle allergie. Sono state condotte diverse ricerche in proposito e le conclusioni sono tutte un'ulteriore conferma di quanto il parto naturale vada promosso e sostenuto su più fronti.
L'ultima voce che ha ribadito l'associazione tra il parto naturale, ma anche l'allattamento per i primi mesi, e il microbiota del bambino è stata quella di Maria Lorella Giannì, professore associato di Pediatria all'Università degli studi di Milano (Unimi), che è intervenuta pochi giorni fa all'evento SIPPS "Napule è…" parlando di "Microbiota ed evidenze sperimentali: nutrizione del neonato".
L'esperta ha spiegato che c'è senza dubbio una stretta comunicazione che parte già dalla vita intrauterina tra la mamma e il feto: è quindi molto importante che le donne in età fertile seguano un'alimentazione equilibrata e corretta perché in questo modo possono arrivare alla gravidanza con un'ottima nutrizione e con un microbiota sano.
Cos'è il microbiota
Il microbiota intestinale è un ecosistema complesso di milioni di microbi e gioca senza dubbio un ruolo importante per lo sviluppo del sistema immunitario. La mancanza di esposizione alla flora batterica materna nella prima infanzia è stata implicata nello sviluppo di malattie autoimmuni come asma, allergie e diabete.
Due le strade da percorrere per garantire un corretto equilibrio del microbiota del neonato: il parto naturale e l'allattamento.
Parto naturale e cesareo
Partorire per via vaginale assicura al neonato un cambiamento repentino del suo microbiota. Anche il parto cesareo può influire ma gli studi confermano che a fare la differenza per ristabilire un microbiota sano è la modalità di alimentazione del bambino.
In particolare alcune ricerche hanno dimostrato che mentre i bambini nati per via vaginale ricevevano la maggior parte dei loro batteri intestinali dalla madre, i bambini nati con cesareo avevano, invece, nell'intestino più batteri associati agli ambienti ospedalieri.
Perché? Durante la nascita e il parto il bambino entrerà in contatto con i batteri dell'intestino della madre. Le ricerche hanno scoperto che sono proprio i batteri intestinali della madre a costituire gran parte del microbioma nei bambini partoriti per via vaginale. I bambini nati tramite cesareo avevano molti meno di questi batteri.
Anche uno studio italiano condotto dal CIBIO dell'Università di Trento e pubblicato su Cell Host & Microbiome ha concluso che il modo in cui il bambino acquisisce il primo corredo batterico è fondamentale per la sua salute.
La ricerca ha dapprima analizzato campioni di microbioma intestinale, cutaneo, orale, vaginale e del latte materno sono stati dunque collezionati da 25 donne incinte, poi sono state raccolti ed esaminati campioni di microbioma intestinale e orale nei neonati a partire dalle prime ore dopo il parto e fino a 4 mesi di vita. Dopo una serie di analisi è emerso che il microbioma dei neonati era significativamente arricchito dalla presenza di specie batteriche provenienti da quello materno per trasmissione verticale diretta.
Allattamento al seno
Seguire una dieta sana allattando il proprio bambino vuol dire non solo fornirgli tutto il nutrimento necessario ma anche la migliore modalità per ristabilire la disbiosi, quindi l'alterazione del microbiota del bambino. Come spiega l'esperta è importante allattare al seno per sei mesi che assicura la giusta quota di bifido e poi con lo svezzamento impostare sin da subito un regime alimentare corretto, ricco di verdure, pasta e legumi.
Queste attenzioni legate alla modalità del parto e all'alimentazione sono importanti per favorire un corretto microbioma del bambino anche e soprattutto in circostanze come l'obesità materna, la prematurità del parto e l'uso di antibiotici in gravidanza.