Parto e malattie cardiache
Come avviene il parto per una donna con cardiopatie? E quali complicanze bisogna aspettarsi? La gravidanza di una donna che ha problemi cardiaci è stata senz'altro particolarmente monitorata, sia dal ginecologo che dal cardiologo, e il momento del parto sarà carico di paure e di emozione.
Nel 30% dei casi in partorienti con malattia cardiaca si verificano complicazioni ostetriche durante la gravidanza: queste donne sono maggiormente a rischio di preeclampsia, parto prematuro, ipertensione gestazionale e anche le emorragie post parto sono particolarmente rischiose.

Cose che accadono in sala parto (FOTORACCONTO)
vai alla galleryDurante il travaglio possono accadere cose molto strane, eccone alcune
Ma cosa accade durante il parto per una donna con problemi cardiaci?
Durante il travaglio il sistema cardiovascolare è sotto stress ancora prima che inizino le doglie. Lo specialista Daniel Fillette, intervenuto recentemente ad un meeting che ha chiamato a raccolta numerosi specialisti, spiega che nella fase di latenza l’auto-infusione di 300-500 ml di sangue che accompagna ogni contrazione provoca un aumento della gittata cardiaca, durante il travaglio la frequenza cardiaca aumenta del 25% e arriva al 50% nella fase espulsiva. Nel post parto si tocca l’80%.
Dati che sembrano essere preoccupanti e che spingerebbero al ricorso al parto cesareo, ma gli esperti non escludono a priori la possibilità che una partoriente con problemi di cuore possa dare alla luce suo figlio naturalmente. L’importante è limitare gli sforzi espulsivi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito quattro livelli di rischio per le gravidanze con problemi di cuore materno:
- Livello I: nessun rischio di mortalità materna e rischi lievi (come stenosi polmonare, prolasso lieve o moderato della valvola mitrale o del dotto arterioso)
- Livello II: rischio di mortalità materna leggermente aumentato, maggiore probabilità di morbidità (aritmie, difetto del setto ventricolare, cardiomiopatia ipertrofica ecc..)
- Livello III: significativo aumento del rischio di morbilità grave e di mortalità, obbligo ad un monitoraggio intensivo durante la gravidanza, durante il parto e dopo il parto
- Livello IV: livello molto alto di rischio di morte materna o grave morbidità, l’interruzione di gravidanza viene presa in considerazione. In caso contrario seguire le indicazioni del livello III
Le donne classificate a basso rischio possono partorire normalmente, con epidurale (per evitare la stimolazione del sistema simpatico), salvo approvazione del cardiologo, che deve seguire tutta la gravidanza e confrontarsi con l’anestesista alla fine del secondo trimestre.
Il parto vaginale è associato ad una prognosi migliore sia per la madre che per il bambino, in caso di malattie cardiache: l’80% delle donne con cardiopatie riesce a partorire per via vaginale con epidurale senza complicazioni.
Gli esperti consigliano di limitare gli sforzi espulsivi che non sono necessari per partorire e sono controindicati in questa circostanze. L’ideale è lasciar lavorare solo le contrazioni e procedere con un’estrazione strumentale per ridurre i tempi del parto.