Sabato 17 novembre si celebra per il quarto anno la Giornata Mondiale del neonato prematuro. In occasione di questa importante ricorrenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso i dati sui neonati prematuri che nascono ogni anno in Italia ed in Europa. Sono infatti 40.000 i bambini che nascono prima della 37° settimana di gravidanza, circa un neonato su 10.
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Grazie alla moderna scienza neonatologica, moltissimi di questi neonati riescono a sopravvivere, ma molti devono essere sottoposti ad interventi spesso invasivi e devono rimanere ricoverati per lunghi periodi nei reparti di Terapia intensiva neonatale.
Rispetto ai bambini nati a termine, i prematuri possono avere problemi di salute e complicanze spesso anche gravi. Costantino Romagnoli, presidente della Sin (Società italiana di neonatologia), ha spiegato che "la maggior parte nasce dopo la trentaduesima settimana, mentre circa il 2% nasce ad una età di gestazione inferiore alle 32 settimane. La mortalità neonatale è bassa e supera di poco il 10%. I sopravvissuti, però spesso hanno disabilità più o meno gravi, inversamente proporzionali all’età gestionale. E’ un fenomeno in crescita che deve essere considerato in termini di prevenzione, cura e assistenza e che induce a riflettere sull’inizio vita in modo sempre più responsabile".
E spiega anche quali sono le cause che possono portare ad un parto prematuro: "sono relative ai problemi di gestazione, come nei casi di ipertensione, diabete, infezioni, all’età elevata della madre, alle tecniche per migliorare la fertilità e alla fecondazione assistita. Anche gli stili di vita sbagliati come l’abuso di alcol, il fumo e l’uso di droghe incidono sulle nascite premature. Tutti fattori che oltre a mettere in gioco la vita del nascituro fanno lievitare i costi sanitari. Per ogni prematuro nato prima delle 28 settimane i costi oscillano tra i 100 e i 300 mila euro a seconda della patologia, cui vanno poi aggiunti quelli per le complicanze a distanza".
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Ai genitori dei bambini prematuri viene richiesta una presenza costante nel reparto di terapia intensiva neonatale per alleviare il dolore del piccolo e per stimolarlo, parlargli e fargli sentire il proprio affetto: "Per questo bisogna assicurare ai nati pretermine il pieno diritto alla vita, alle cure e alla salute, come già sancito dai principi di bioetica e dalla giurisprudenza, richiama noi tutti a una forte responsabilità, che insiste anche sulla maggiore attenzione alle pratiche di umanizzazione della medicina. Stiamo lavorando per rendere la totalità dei punti nascita italiani, e le annesse Unità di Terapia Intensiva Neonatale a misura di famiglia, secondo un principio inclusivo di ‘care’, favorendo la vicinanza dei genitori ai loro piccoli 24 ore su 24, utilizzando tutti gli strumenti come il Rooming-in, la Kangaroo Mother Care, sognando la realizzazione delle Family Room”.