L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato in un 20% la percentuale massima di parti con episiotomia (LEGGI).
Eppure i dati italiani raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità, si allontanano davvero molto da questo tetto: in media il taglio del perineo viene praticato nel 60% dei casi di parto naturale, con percentuali molto variabili da Nord a Sud (al sud si può arrivare anche al 70% dei casi, contro il 50% del nord).
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Ma perchè si pratica l'episiotomia? Ed è davvero indispensabile?
L'episiotomia (LEGGI) è un'incisione dei tessuti perineali per allargare l'apertura della vulva durante il parto.
Come si pratica?
Si tratta di una vera e propria incisione chirurgica e la madre dovrebbe dare il suo consenso prima che sia praticata o essere avvisata che sta per essere eseguita. Il perineo dovrebbe essere adeguatamente anestetizzato prima dell'incisione anche se spesso viene praticata durante una contrazione e mentre la donna spinge, il perineo è molto disteso dalla pressione della testa bel bambino e la donna spesso non sente il taglio.
Le pratiche da evitare per avere un buon parto
vai alla galleryEcco le cose che si dovrebbero evitare per avere un parto naturale migliore possibile
Il dolore può essere avvertito dopo il parto, quando i punti cominciano a tirare e l'effetto dell'anestesia comincia a sparire.
Le incisioni (LEGGI) possono essere di due tipi: mediolaterali o mediane, in base all'orientamento del taglio rispetto all'ano e alle tuberosità ischiatiche. Quella mediolaterale è inclinata di 45° rispetto alla linea mediana tra l'ano e le tuberosità ischiatiche mentre quella mediana segue la linea dell'inserzione dei muscoli perineali.
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E' bene ricordare che l'episiotomia dovrebbe essere praticata occasionalmente, per ridurre il rischio di traumi materni - come gravi lacerazioni, parti operativi con la ventosa, perineo rigido o cicatriziale - o quando il bambino deve nascere nel più breve tempo possibile.
Quindi una percentuale italiana così alta non è giustificata con dati scientifici. E infatti in paesi europei come l'Olanda o l'Inghilterra il taglio viene praticato solo nell'8-10% dei casi.
Invece in Italia si tende a praticarla troppo spesso, nell'errata convinzione che un taglio operato chirurgicamente sia meglio di una lacerazione spontanea.
Ma è possibile prevenire l'episiotomia senza arrecare danni ai tessuti perineali?
E' possibile assecondando l'espulsione fisiologica del bambino e aiutando la donna a collaborare all'espulsione (LEGGI).
Quando si giunge alla completa dilatazione si alternando fasi passive -nelle quali la donna non sente l'urgenza di spingere - e fasi attive - quando la donna spinge per far uscire il bambino.
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Le fasi passive sono estremamente importanti per far adattare il canale del parto alla testa del bambino e rendere più flessibili i tessuti. In questi momenti è importante sostenere la donna facendole capire quanto sia importante non affrettare i tempi con spinte inconsulte, ma prendersi il tempo necessario per recuperare forze e respiro.
Se si riesce a non far affrettare i tempi, il rischio che i tessuti si lacerino sarà di molto inferiore.
Inoltre alcune tecniche possono prevenire il ricorso all'episiotomia: ad esempio il massaggio perineale eseguito dalle ostetriche con dell'olio di mandorle dolci che ammorbidisce i tessuti perineali, ma anche permettere alla partoriente di assumere la posizione che preferisce durante il travaglio e le fasi espulsive è importante per non forzare troppo i tessuti, così come compresse calde sul perineo possono ridurre il rischio di lacerazioni.