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Prevenzione e assistenza al parto pretermine secondo le nuove linee guida

di Ostetrica Barbara Colombo - 18.02.2016 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Come prevenire un parto pretermine e come comportarsi se le procedure preventive non funzionano ? Risponde l'ostetrica che ci parla delle nuove linee guida emanate a novembre 2015

In questo articolo

Come prevenire un parto pretermine

L'argomento dell'assistenza e prevenzione al parto pretermine è in continua evoluzione. Una fonte internazionale di evidenze scientifiche (studi su larga scala che vengono validati a livello internazionale) come il NICE (National Institute for healt and Care Exellence) ha deciso di emanare a novembre 2015 nuove linee guida per i professionisti che si trovano ad assistere le mamme a rischio di parto pretermine.

Perché sono importanti le linee guida?

Sono la traccia su cui si basa tutta l'attività di assistenza medico-sanitaria. Sono le indicazioni che ci arrivano da studi effettuati su scala mondiale per poter e saper affrontare tutte le situazioni che ci troviamo ad assistere. Questo vale per tutte le branche della medicina, a maggior ragione in ostetricia dove le vite in gioco sono due e ci sono ancora moltissime cose da scoprire. Nello specifico parliamo del parto pretermine, definito come parto prima della 37 settimana di gravidanza.

La prima cosa che viene evidenziata dal NICE è quanto sia importante comunicare con la donna e la famiglia. Soprattutto in donne che hanno avuto una storia di parti pretermine anche legata alla famiglia di origine. La comunicazione efficace consente di ridurre il livello di ansia normalmente presente in queste situazioni e consente di instaurare un rapporto di fiducia tra operatore e mamma. In questo modo per la mamma risulterà anche più semplice individuare i sintomi "campanello" che fanno sospettare un imminente parto.

Quali sono? Perdita di liquido amniotico per rottura prematura delle membrane identificabile come una sensazione di bagnato diversa dalla norma; e la comparsa di contrazioni sotto forma di crampi addominali con una regolarità crescente.

Prevenzione per rischio parto pretermine

Cominciamo a capire cosa il NICE indica come prevenzione in donne che hanno un elevato rischio di parto pretermine, la cosiddetta minaccia di parto pretermine. Nel caso in cui la mamma non presenti rottura delle membrane e non abbia avuto storia clinica di altri parti prematuri si può provare a ritardare il travaglio con la somministrazione dell'ormone progesterone a livello cervico-vaginale.

Quando il progesterone si mantiene a livelli alti in circolo il travaglio non parte. Nel caso in cui invece sia già avvenuta la rottura delle membrane o la mamma abbia precedenti di parti pretermine e traumi al collo dell'utero può essere indicato quello che si chiama cerchiaggio cervicale. È un piccolo intervento ginecologico in cui il collo dell'utero viene tenuto chiuso meccanicamente ( con dei punti o un anello dipende dalle strutture e dalle tecniche) fino a quando si sarà raggiunta la settimana di gravidanza utile per il parto. Il cerchiaggio può essere anche eseguito in emergenza, ovvero quando le condizioni del collo dell'utero sono già modificate per il travaglio ma le membrane non si sono ancora rotte. In questo caso si tratta però di un tentativo estremo per fermare il travaglio.

Per fermare invece contrazioni iniziali ma non ancora da travaglio avanzato se le membrane non sono ancora rotte è possibile utilizzare dei farmaci chiamati tocolitici, ossia farmaci che agiscono sulla muscolatura uterina per ridurre o addirittura azzerare le contrazioni. Purtroppo tutte queste procedure avvengono in regime di ricovero ospedaliero che può durare anche parecchio tempo.

E se le procedure preventive non funzionano?

In questo caso si lascia che il parto avvenga con tutte le precauzioni di assitenza che possano assicurare a mamma e neonato il maggior benessere possibile. Innanzitutto una volta che è avvenuta la rottura delle membrane si procederà alla somministrazione di un antibiotico alla mamma direttamente in vena per prevenire eventuali infezioni. Per tutta la durata del travaglio e del parto verrà monitorato il benessere del bambino attraverso la cardiotocografia, ovvero il monitoraggio del battito cardiaco del bambino. Se il battito cardiaco si mantiene stabile nell'area del benessere (quindi sopra i 120 battiti al minuto) la modalità di parto più indicata e più sicura è sempre il parto spontaneo. Il motivo è duplice, primo perché il bambino ha più tempo di adattarsi alla vita fuori dall'utero e può farlo in maniera graduale.

Secondo perché un taglio cesareo pretermine rischia di essere più facilmente in senso longitudinale con possibili ripercussioni sulla successiva fertilità della mamma.

Resta però il fatto che se il bambino è troppo piccolo per sostenere lo sforzo del travaglio o le sue condizioni non sono ottimali la modalità di parto più sicura è il taglio cesareo. Tutto ciò per dirvi che se vi affidate a strutture e a professionisti che seguono le linee guida il vostro parto sarà sicuro e sarete certe che siano in grado di affrontare ogni situazione. Un piccolo consiglio che mi sento di darvi i aggiunta è questo: nel caso abbiate storie precedenti di parto pretermine scegliete una struttura fornita di terapia intensiva neonatale, in modo che abbiano tutte le attrezzature necessarie per assistere il vostro piccolo al meglio.

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