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La nascita e il parto nella tradizione popolare

di Redazione PianetaMamma - 18.03.2014 Scrivici

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Nella tradizione popolare tutta la vita dell'uomo, viene scandita da pratiche e credenze che danno all'umana vicenda una traccia e un significato

Nella tradizione popolare tutta la vita dell'uomo, viene scandita da pratiche e credenze che danno all'umana vicenda una traccia e un significato. Ecco quelle riguardanti il parto: per agevolarlo si ricorreva a pratiche ispirate a magia simpatica o a forme devozionali. Appartengono al primo gruppo le predisposizioni, perché nella casa in quelle ore tutto sia “sciolto”.


Credenze sulla donna incinta e la gravidanza

 

Una volta si invocava anche la forza virile del padre, trasmissibile per mezzo di alcuni indumenti. Già presso i Romani, per alleviare le doglie del parto alla sua sposa, il marito l'avvolgeva con la cintura, che poi scioglieva lui stesso. Oggi possiamo trovare le “cinture benedette”: tra queste, la più miracolosa è ritenuta quella della Madonna di Loreto.

Altre forme di devozione sono preghiere e invocazioni a particolari santi, quali, oltre Sant'Anna, S. Nicola e S. Francesco di Paola, nonché pellegrinaggi ai Santuari di S. Margherita e della Madonna del Soccorso.

 

Appena il bimbo è nato, gli si fa il bagno, come rito di purificazione e per rinvigorire il neonato: nell'acqua si mettono delle foglie di noce, oppure si usa il vino. È segno fausto se il bimbo nasce avvolto nella placenta, che il popolo chiama “Camicia della Madonna”; nel Veneto il bimbo doveva portare sempre addosso in un sacchetto la placenta; anche il pezzetto dell'ombelico che si stacca ha valore di talismano: in Toscana si usava nasconderlo sotto il focolare se di una femmina, o farlo beccare dagli uccelli se di un maschio.
Mettendolo sotto il focolare, i bambino non avrebbe lasciata mai la casa.

Secondo la credenza popolare poi,  sia la mamma che il neonato sono bersaglio prediletto dalle forze malefiche soprannaturali. In area veneta, si teme che una fata cattiva, detta la Pagana, possa entrare nella stanza da letto a soffocare la madre e il piccino: perciò si tiene acceso il lume tutta la notte e si chiama una donna a vigilare. Non mancano mai gli amuleti da mettere al collo del bambino, come il pelo di tasso o il cornetto di corallo. 


Fiocchi nascita: una tradizione non solo italiana


Per la religione ricordiamo anche il “breve” contenente un'immagine sacra o una preghiera, e la catenella d'oro con medaglietta, che poi sarà portata per tutta la vita.

Ci sono anche amuleti e preghiere per assicurare un latte abbondante alla madre.



Il Battesimo
Nelle classi popolari è ancora vivamente sentito il desiderio che il battesimo si faccia al più presto: forte è anche la tradizione del padrino e della madrina di battesimo, con i quali si stabiliscono legami affettivi duraturi.


Le tradizioni legate alla nascita


In molti luoghi scelgono loro il nome del bambino: specialmente nel sud, generalmente si rinnova il nome del nonno paterno; altrimenti si scelgono nomi di parenti o di amici, o improntati ad altri motivi affettivi. Spesso si pensa anche al nome di un santo per proteggere il neonato.

L'abitino per il battesimo del neonato era lungo e bianco, simbolo dell'innocenza; segni indicativi del sesso, sono un nastro azzurro se maschiola-nascita-e-il-parto-nella-tradizione-popolare, rosa se femmina, che poi vengono appesi alla porta di casa. La persona che porta il neonato fino al fonte battesimale, lo regge col braccio destro, se maschio, sinistro se femmina: e non deve mai voltarsi indietro altrimenti, il bimbo crescerebbe pauroso. All'uscita della chiesa, secondo un'antica tradizione, i padrini lanciano confetti ai ragazzi accorsi al suono delle campane, che battono un diverso numero di tocchi secondo il sesso del battezzando; in Sardegna, se il lancio non è abbondante, la ciurma protesta, secondo un formulario tradizionale d'improperi. Quando poi la madrina riconsegna il neonato alla madre pronuncia la formula rituale “tu me l'hai dato pagano e io tè lo porto cristiano”.


Sei superstiziosa sulla tua gravidanza?


Per la culla, esistevano due forme tradizionali: in Sicilia e in una circoscritta area dell'Italia meridionale si usa la “naca”(dal greco vello di montone), che ora è generalmente di tela e appesa al soffitto, in modo da poter cullare il bimbo e nello stesso tempo attendere alle faccende domestiche: nelle rimanenti regioni invece troviamo la culla a dondolo, in legno, spesso scolpita dal padre pastore, con simboli protettivi.
Purtroppo, però, queste antiche tradizioni stanno scomparendo del tutto

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