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Gli effetti del lockdown sulla gravidanza e il parto

di Francesca Capriati - 12.11.2020 Scrivici

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Effetti del lockdown sulla gravidanza e il parto: secondo uno studio italiano, durante il lockdown di marzo sono triplicati i nati morti. Ecco perché

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Effetti del lockdown sulla gravidanza e il parto

Gli effetti del lockdown della scorsa primavera sulla salute pubblica cominciano ad essere più chiari a mesi di distanza. Uno studio condotto dalla Sapienza di Roma ha, infatti, evidenziato che la prima ondata della pandemia e il conseguente lockdown può essere stato responsabile di un aumento fino a tre volte di bambini nati morti. Secondo gli esperti questo allarmante dato può essere connesso al fatto che le donne in attesa hanno saltato i controlli e le visite prenatali durante la gravidanza.

Lo studio

La ricerca - pubblicata su Archives Disease in Childhood - è stata coordinata da Mario De Curtis dell'università Sapienza di Roma e e ha analizzato i dati relativi alla natalità della regione Lazio, dove nasce il 10% dei bambini italiani e dove vivono 5,8 milioni di persone. Ebbene, esaminando i nuovi nati nei centri nascita laziali nel trimestre marzo, aprile e maggio 2020 e li hanno comparati con i dati relativi allo stesso periodo del 2019.

Dopo aver analizzato diversi dati legati alla durata della gravidanza e al tipo di parto, gli studiosi hanno osservato un numero dei bambini nati morti di tre volte superiore: in particolare sono 26 i bimbi nati morti nel Lazio nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 contro i 10 dello stesso periodo del 2019.

Secondo gli autori:

Questo dato sembrerebbe essere non l'effetto dell'infezione da Covid-19, anche perché l'incidenza della malattia nelle donne in gravidanza nell'Italia centrale, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, è molto bassa (circa 1 per 1000). Sembrerebbe essere la conseguenza del fatto che molte donne, per paura di contrarre l'infezione in ospedale, non hanno effettuato adeguati controlli in gravidanza

Al tempo stesso si è assistito ad una riduzione dei parti moderatamente pretermine, cioè quelli che tra la 32 e la 37 settimana, che sono stati 358 contro i 537 dell'anno prima – che rappresentano la più alta percentuale di parti prematuri – e, secondo i ricercatori, questo effetto sarebbe da ricondurre al fatto che, durante il lockdown, le donne in dolce attesa sono state costrette ad un periodo di riposo forzato:

Il dato può essere interpretato come effetto del riposo forzato, della sospensione del lavoro fuori casa, della ridotta attività fisica a cui sono state costrette anche le donne in gravidanza durante il lockdown

concludono gli studiosi che ribadiscono, alla luce di questi dati, quanto sia importante sottoporsi ai regolari controlli prenatali anche durante i lockdown in un'ottica di prevenzione della natimortalità.

Gravidanza in epoca COVID

E anche l'associazione onlus CiaoLapo, che da 14 anni offre supporto alle famiglie in lutto, ha voluto indagare sull'impatto della pandemia e dei suoi effetti sulla gravidanza e il parto.

Lo scorso marzo la onlus ha attivato due progetti di ricerca - uno nazionale (Covid-assess) ed uno Internazionale (COCOON) - per valutare l'impatto della pandemia sui servizi e sul benessere delle donne in gravidanza, dopo il parto e anche dei loro partner.

Ciò che è emerso da queste indagini è che in molte strutture e punti nascita è stato spesso eluso il rispetto della fisiologia del parto: in molti casi si è assistito ad una generale fretta, di voler far nascere il bambino e di volerlo dimettere insieme a sua madre, per ridurre le possibilità di contagio in ospedale.

Fonti

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