Nomi geografici per bambini
Negli Stati Uniti la tendenza è quella di imporre al bambino un nome ispirato ai luoghi geografici, ad uno Stato dell’Unione o ad una città.
Linda Rosenkrantz, del celebre sito americano Nameberry, spiega che quello dei nomi ispirati ai posti non è un fenomeno recentissimo, ma negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più.
Alcuni genitori scelgono per il loro bambino il nome di un luogo esotico o di una città famosa perché questo tipo di nomi evocano atmosfere lontane e magiche, oppure scelgono nomi di questo tipo per ricordare per sempre un momento particolarmente importante vissuto dalla coppia, come una proposta di matrimonio o oppure un viaggio
spiega Linda.

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E così negli Stati Uniti fioccano, per le femminucce, nomi come Arizona, Paris, Dakota, Ireland, mentre tra i maschi ecco avanzare i Memphis, Egypt, Everest, Milan.
In Italia questa tendenza non è ancora così diffusa. Restiamo un popolo di tradizionalisti, spesso imponiamo al bambino il nome del nonno o della nonna e perpetuiamo una tradizione familiare, oppure scegliamo nomi più originali, ma senza esagerare.
Se pensiamo ai nomi ispirati a luoghi geografici viene in mente Asia, nome femminile piuttosto diffuso, oppure il più recente Oceano (nome imposto da John Elkann e Lavinia Borromeo al loro secondogenito) , che può essere declinato anche nella variante femminile Oceana oppure Oceania.
Nel secolo scorso nel nostro Paese non era raro incontrare una donna che si chiamava Italia, e all’anagrafe registravano anche Europa ed America.
Fino a qualche anno fa la legge che regolamentava l’imposizione dei nomi all’anagrafe vietava i nomi di luoghi geografici, ad eccezione, appunto, di Italia, Europa, America e Asia (quest’ultima perché rimandava ad un personaggio della mitologia).
Oggi questo divieto cade e quindi è teoricamente possibile, ad esempio, chiamare la propria figlia Cina, India, Dakota, Isla o Louisiana, e qualcuna potrebbe decidere di seguire l’esempio di Kim Kardashian e di chiamare la propria figlia (o figlio) North.
L’importante è che alla fine il nome imposto al bambino dai genitori non sia ridicolo o offensivo e rispetti la legge.