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Dove abita la Befana
"La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte con le toppe alla sottana: Viva, viva la Befana!". È la filastrocca più nota che recitano tutti i bambini in attesa della vecchina che porta i doni. Ma se di Babbo Natale è ben noto il luogo di residenza, il freddo Polo Nord, pochi sanno dove abiti la collega che vola sulla scopa di saggina. La sua casa è molto più vicina di quanto si possa pensare ed è in Italia, nello specifico nel bellissimo borgo di Pegnana, una frazione di Barga in provincia di Lucca, in Toscana. L'abitazione è immersa in un bosco di castagni secolari e, nel periodo festivo, ogni domenica, accoglie i piccoli che vogliono andare a trovarla. Tra alcune casette si scorgono dei panni stesi al sole e la porticina di una delle abitazioni aperte: quella è la dimora della Befana, la cui voce si può ascoltare dall'esterno mentre parla con qualche altro bambino. All'interno c'è un comodo letto coperto da una trapunta, tanti oggetti della campagna appesi alle pareti e un cestino pieno dei ciucci lasciati dai bambini che hanno fatto una promessa alla Befana.
Come raggiungere la casa della Befana
Nel bel mezzo del versante appenninico della Garfagnana, tra montagne ricche di magia e protagoniste di antiche leggende, la Befana ha scelto di installare la sua residenza ufficiale. Per raggiungere la dimora, si parte da Barga, un borgo medievale celebre per la sua chiesa romanica nella quale è tracciata una misteriosa scritta medievale in un alfabeto ancora oggi mai decifrato. Da Barga si sale verso Renaio e dopo alcuni chilometri percorsi su una bella strada panoramica con vista sulle Apuane si parcheggia in un ampio spiazzo presso un casolare, vicino a un cartello che indica dove si trova la casa della Befana. Seguendo un sentierosemplice e corto, percorribile anche dai bambini molto piccoli, si arriva alla dimora.
Per chi ha un passeggino o carrozzina c'è un'altra via più breve e comoda prendendo una stradina sterrata più alta.
L’origine della Befana
Il termine Befana è una corruzione lessicale di "epifania" e indica un personaggio folcloristico legato alle festività natalizie. Tipica di alcune regioni italiane, l'immagine della vecchina si è poi diffusa in tutta la penisola italiana, mentre resta poco conosciuta nel resto del mondo. Secondo la tradizione, si tratta di una donna anziana che vola nella notte tra il 5 e il 6 gennaio su una vecchia scopa per portare dolci, caramelle o piccoli giocattoli ai bambini che sono stati buoni oppure cenere e carbone a coloro che si sono comportati male. L'obbligo per i piccoli è che appendano delle calze alla finestra o sul camino così che la Befana possa riempirle al suo arrivo. In realtà, l'origine di questa affascinante figura risalirebbe addirittura al VI secolo a.C. legato ai riti propiziatori pagani per celebrare la morte e la rinascita della natura. Osteggiata dalla Chiesa durante il Medioevo, nel corso degli anni la sua storia ha avuto anche una connotazione cristiana. La vecchina altri non era che una signora anziana che i Re Magi incontrarono lungo il percorso per raggiungere Betlemme. Invitata a seguirli per far visita a Gesù Bambino, la donna inizialmente rifiutò. Poi, pentita, mise in un sacco quante più leccornie e doni potesse contenere e iniziò un cammino per raggiungere i Re Magi. Non riuscendo a trovarli, inizio a regalare ai bambini che incontrava tutto ciò che si era portata dietro nella speranza che uno di loro fosse Gesù Bambino.
Le caratteristiche della Befana
Le caratteristiche distintive della Befana sono il naso prominente, il volto grinzoso e la scarsa dentatura per enfatizzare la vecchiaia. Decisamente non avvenente, è una vecchina rattrappita dagli acciacchi dell'età e dal freddo.
L'anziana indossa gonnoni lunghi, lisi e rattoppati in maniera allegra e spesso anche un grembiule. Usa inoltre calzettoni pesanti antifreddo e scarpe comode. Sulle spalle ingobbite porta sempre uno scialle di lana pesante. Per coprire la testa, la fascia con un fazzolettone di stoffa pesante o uno sciarpone di lana annodato in modo vistoso sotto il mento. Immancabile la scopa che usa per sorreggersi e per volare, con il suo sacco di iuta pieno di doni, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio di ogni anno.
Le feste della Befana in Italia
In Liguria la Befana è indicata con il termine "Bazara" che indica una "vecchia sporca e trasandata". La festa di Bazara è ancora oggi chiamata "Pasquetta" perché in Liguria, diversamente che in italiano, con questo termine si indica una festività qualunque e non esclusivamente il giorno dopo Pasqua. Nella tradizione ligure, i ragazzi ricevono ciapellette, delle scarpette, e non calze, di cioccolato ripiene di castagne secche, aglio e mandarini o, in alternativa, marenghi d'öo, soldi di cioccolato. A Urbania viene tradizionalmente collocata un'altra Casa Ufficiale della Befana. Vi si celebra, inoltre, ogni anno la "Festa Nazionale della Befana". In Toscana, nella provincia di Grosseto, esistono i Befani, uomini che il giorno dell'Epifania vanno assieme alla Befana per le vie cittadine dei paesi a eseguire canti tradizionali maremmani. A Capezzano Pianore, frazione della provincia di Lucca, la festa è particolarmente sentita il 5 gennaio, con la partecipazione di gruppi che accompagnano con canti e musiche popolari le befane che recano doni e dolciumi nelle borgate del paese fino a notte fonda. In Sardegna la "Befana" italiana, per quanto sia una festa non indigena e relativamente recente, è arrivata a soppiantare le feste tradizionali, come sa Pasca de sos tres Res o de is tres Urreis, analoga alla spagnola festa de los reyes magos.