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Una strana Festa del Papà
Fammi sorridere, oggi non chiedo altro, ti giuro. Guardami e sorridiamo, adesso, al mio tre. Lascia fuori tutte quelle parole che tu non capisci e che a me terrorizzano. Niente telegiornale, per un giorno, evitiamo di sentire numeri angoscianti, non affacciamoci su questa città deserta, piuttosto prendi i pennarelli e disegniamo una casa, sì una casa, la nostra, ma facciamola super colorata, il tetto viola, le finestre arancioni, una porta a pois. Questa casa qui che stiamo imparando a riempire di tempo e di giochi, questa casa qui che a volte imprigiona, a volte protegge. Oggi coloriamola e non pensiamo ad altro, ti prego.
Papà adesso sale sul letto con te, perché papà oggi lavora da casa, come ieri, come domani, papà non ha fretta e ora ti infila le dite sotto le ascelle così ridi subito, voglio che ridi, amore mio.
Il tuo sorriso è il mio scudo per affrontare questo mostro qui, ma i mostri non esistono vero? Facciamo finta di no, almeno per oggi. Facciamo che le mascherine bianche servano a nascondere le smorfie buffe, facciamo che l'arcobaleno sul foglio rimanga lì nonostante non piova da giorni, facciamo che tu monti sul triciclo e io ti rincorro, sul corridoio però, è così lungo, te n'eri mai accorto? Facciamo che le mie braccia diventano un'altalena, la mia schiena uno scivolo, e cos'altro ti manca per sorridere? I nonni in videochiamata sono pure più simpatici, vero?
Dove vai, torna indietro, no la porta è chiusa, non si può uscire, lo so c'è il sole, ma restiamo a casa dai, che è bello comunque stare insieme, fare le polpette con mamma, fare la lotta sul parquet.
Te lo racconterò, un giorno, di questa strana festa del papà, di quanto le ore fossero lunghe, di quanto ridere ci sembrava l'unica maniera per non pensare, di come una cantatina sul balcone ci rendesse liberi.
Papà ha paura, a volte gli capita di non sentirsi all'altezza di proteggerti da tutto questo, e di spiegarti cosa stia accadendo, papà vorrebbe poterti costruire un soffitto più alto per far volare lo stesso il tuo aquilone.
Papà ha deciso che oggi è un giorno speciale, e i giorni speciali non hanno macchie, ma mille colori. Papà usa il blu, tu prendi tutti gli altri e fammi un bel sorriso.
Chi sono
Christian Bergamo è creativo pubblicitario a Roma, la sua città. Nel febbraio 2017 apre per gioco la pagina Facebook «Quasi Padre», per raccontare l’attesa surreale e bellissima del suo primo figlio, senza mai rivelare la propria identità. I suoi post diventano virali e dopo appena cinque mesi sono oltre seimila le persone che attendono con lui in sala parto. Oggi ha più di ventimila follower e ha pubblicato il suo primo libro "Quasi Padre".
Anche gli uomini aspettano un bambino. Lo fanno tormentandosi, con la malinconia dei traguardi quasi raggiunti, la paura di non essere all’altezza, l’imbarazzo di sentirsi inutili e l’ansia di non darlo troppo a vedere. Anche gli uomini a modo loro partoriscono. Digrignano i denti, forzando un sorriso fintamente rassicurante e provano un millimetro alla volta a dare alla luce il papà che saranno, quell’essere mitologico che conosce tutte le risposte, non ha paura di nulla e sa usare un crick