Come si fa a spiegare ai bambini che cos'è l'omotransfobia? È possibile spiegare ai piccoli un concetto così complesso che mescola odio e intolleranza, due sentimenti lontani da quella che è la realtà che si vive durante l'infanzia? La risposta è sì. E non solo: oltre a essere possibile è necessario per gettare le basi per un mondo migliore.
L'omotransfobia, per altro, è anche diventata reato: chi discrimina, minaccia e aggredisce gay, lesbiche e trans può essere perseguito. La cosa più importante, però, è cercare di far capire ai bambini che alcune azioni non devono essere commesse non perché la legge le punisce, ma perchè il rispetto per gli altri è alla base di ogni cosa.
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Omotransfobia: che cos'è
Per spiegare cosa ai bambini l'omotransfobia, bisogna adottare una tecnica speciale: parlare d'amore. Si può cominciare raccontando che l'amore è universale e che così come una donna può amare un uomo, un uomo può amare un altro uomo e una donna può amare un'altra donna. Non ci sono limiti all'amore, perché è il sentimento più bello che c'è.
Potremmo proseguire dicendo che un'altra forma d'amore è l'amore per sé stessi, necessaria per amare gli altri: se non amiamo la nostra persona, infatti, come possiamo declinare questo sentimento verso qualcun altro? Ecco, possiamo dire loro che ci sono persone che non amano il loro corpo, perché si sentono in trappola e devono diventare quello che sono veramente e per questo devono essere rispettati in tutto il loro percorso.
Spiegati questi concetti, eccoci al passaggio ostico: il contrario dell'amore, ovviamente, è l'odio. Ai bambini, dunque, possiamo spiegare che l'omotransfobia è l'odio, il mancato rispetto e l'ostilità nei confronti delle persone che vogliono amare chi vogliono e che vogliono essere chi davvero sentono di essere.
L'unico modo per spiegare loro tutto in modo semplice è creare un grande binomio: da una parte la dolcezza e la tenerezza di un amore profondo che parte dal cuore e s'irradia al mondo, dall'altra la cupa tristezza di chi respinge e priva gli altri della loro libertà e della bellezza di vivere e di viversi.
L'omofobia nel mondo
Se i bambini sono un po' più grandicelli, è possibile spiegare loro che omotransfobia e omofobia sono, a oggi, la causa di tanto male e dolore nel mondo. Armati di mappamondo potremmo indicare Iran, Arabia Saudita, Yemen, Sudan, Somalia, Nigeria, Iraq e Siria: tutti paesi dove le persone omosessuali, bisessuali e transessuali vengono condannate a morte.
Questo non significa traumatizzarli, ma far capire loro che solo con un cambiamento che viene dall'interno e sostenendo ideali belli e puri si possono cambiare le cose. Se ancora oggi in 72 paesi l'omosessualità è considerata un crimine, non possiamo sapere cosa succederà domani: i bambini sono il futuro e la loro educazione, il loro comprendere l'importanza di rispetto, accoglienza e tolleranza, può gettare dei semi che porteranno frutti dolcissimi.
Se i piccoli sono in età scolare, l'urgenza di spiegare loro il rispetto è ancora più sentita: le scuole, ancora oggi, sono luoghi dove iniziano le prime discriminazioni nei confronti di chi viene ritenuto "diverso". Spesso, il bullismo nasce da motivi di natura sessuale, quando bambini e bambine vengono percepiti come non conformi al loro genere: bimbe troppo maschili o bimbi troppo femminili diventano oggetto di scherno, abusi, esclusione e violenze.
Insegnare che ognuno è bello a modo suo, nella sua interezza, è essenziale. A essere utile è anche un'azione sugli sterotipi di genere, spesso troppo condivisi, che creano binomi estremizzati quasi privi di vie di mezzo.
La tutela dell'identità di genere in Europa
Già che parliamo di stereotipi, se li si ritiene pronti, si può parlare ai bimbi anche dell'identità di genere.
Cosa significa essere maschietti? Cosa significa essere femminucce? Assolutamente nulla, perché ognuno di noi può essere chi vuole. Non esistono colori/mestieri/azioni/lavori che possono fare solo i maschi o solo le femmine, nient'affatto.
Bisogna spiegare ai piccoli che tutti siamo liberi di essere chi siamo e che nel mondo esistono anche delle leggi buone: per esempio, Belgio, Francia, Svezia, Spagna, Portogallo, Grecia, Finlandia, Croazia, Malta, Irlanda lottano contro le discriminazioni per l'identità di genere. La Norvegia ha emesso una legge per proteggere la comunità gay già 1981 e dal 2020 tutela anche transgender e bisessuali.
Seguire gli esempi virtuosi, capire, tendere la mano e aprirsi a ciò che è diverso è importante. E prima i bambini iniziano a capirlo, prima cominciano a comprendere quanto sia necessario fare rete e amare, prima diventeranno persone migliori destinate a evolversi in adulti consapevoli.
I libri
E se volessimo usare degli strumenti potentissimi, quasi magici, per parlare ai bambini di amore e per lottare contro l'omotransfobia? Non dovremmo fare altro che volare in libreria: sono infatti tantissimi i testi che introducono l'argomento, lo esplorano e lo rendono a portata di bimbo.
Un esempio? Nei panni di Zaff, perfetto per bimbi dai tre anni in su. L'autrice, Manuela Salvi, con l'aiuto delle illustrazioni di Francesca Cavallaro, racconta la storia di Zaff, un bambino che ha deciso di diventare una principessa. I compagni di giochi di Zaff cercano di dissuaderlo e, addirittura, lo escludono. A cambiare la situazione sarà una nuova amica che vorrebbe tanto fare il portiere in una squadra di calcio e sarà ben felice di fargli provare un'esperienza da principessa.
Un altro libro degno di nota, poi, Fiabe straordinarie per famiglie non ordinarie, di Elisa Binda e Mattia Perego. Anche in questo caso, l'età consigliata è dai tre anni in su, ma invece di contenere una sola storia il libro comprende tanti racconti diversi: quello di un giovane mago che vorrebbe essere una strega, quello di due fantastiche mamme piratesse e, ancora, quella di due orchi che adottano un elfo.
Dieci storie in tutto, per esplorare temi legati all'identità e alla libertà.
Infine, consigliatissimo è anche Qual è il segreto di papà? di Francesca Pardi, con le illustrazioni di Desideria Guicciardini. Adatto a bimbi dai 4 anni in su, racconta del misterioso comportamento di un papà che, infine, si rivela gay. I suoi figli, Giulia e Carlo, la prendono n maniera diversa ma, alla fine, a trionfare è sempre l'amore.