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Nonni che non vogliono fare i nonni
Quando nasce un bambino gli equilibri dell'intera famiglia vengono demoliti per crearne di nuovi: un uomo diventa un papà, una donna si trasforma in mamma e anche i genitori di queste donne e di questi uomini vengono catapultati nel ruolo di nonni. Il modo di reagire a questa svolta generazionale può dire molto del nostro carattere, della nostra storia pregressa, del nostro modo di vivere la vita.
Non esiste però un modo migliore di un altro di reagire: ogni modo rispecchia il proprio cammino di vita e proprio per questo va compreso e rispettato. Quando si diventa genitori nasce spesso anche la convinzione che i novelli nonni faranno tutto il possibile e anche oltre per aiutare la nuova famiglia che si è formata. Capita talvolta di crearsi delle aspettative molto alte riguardo a questo aspetto. Aspettative che però vengono deluse nel corso del tempo. Ci sono nonni onnipresenti e nonni assenti, nonni che fanno poco e nonni che fanno molto, nonni che gioiscono nel trascorrere del tempo con i nipoti ed altri che invece proprio non riescono a vivere questo stare insieme in modo gioioso e non riescono a stare con i nipoti.
Come detto in precedenza nessuna di queste reazioni è migliore dell'altra, ma tutte parlano della persona che in quel momento si trova a rivestire quel ruolo e ciò che fa, dice e come si comporta va rispettato e non assolutamente additato con giudizio negativo.
Nonni che non riescono o non vogliono fare i nonni
Capita spesso che l'idea che si ha della figura del nonno cambi da persona a persona e quel figlio appena diventato padre si aspetti che i suoi genitori si trasformino nel suo ideale di nonno e nonna. Ciò è profondamente sbagliato perché ogni individuo ha il proprio modo di reagire agli eventi e non possiamo imporre a nessuno il nostro modo di vivere un ruolo. Se dei nonni non riescono o non vogliono rivestire questo ruolo non dobbiamo certo colpevolizzarli per questo, ma dobbiamo rispettarli e cercare di accettare questa loro condizione di vita.
E in seguito decidere come procedere: possiamo per esempio accettare questa situazione senza lamentarsi di come vivono il loro ruolo e pian piano allontanarci mentalmente dal nostro ideale di nonno che non corrisponde alla realtà. Oppure trascorrere la nostra intera esistenza a colpevolizzarli facendo scaturire rabbia, litigi e incomprensioni.
La scelta spetta a noi: dovete volete rivolgere le vostre energie vitali? Il nostro ideale di nonno rivela la relazione che abbiamo con i nostri genitori. Quando ci aspettiamo che una persona faccia determinate cose i motivi sono due: o perché la consociamo così bene da sapere in anticipo i suoi passi o perché subentra in noi il desiderio di vederla diversa e quindi ci creiamo delle illusioni. Nel primo caso regna la comprensione, nel secondo conflitti irrisolti che si protraggono nel tempo da chissà quanto.
Se quindi ci ritroviamo spesso a lamentarci dei nonni dei nostri figli perché fanno troppo o fanno troppo poco, forse ci dobbiamo chiedere cosa c'è da risolvere nella relazione che abbiamo noi stessi con loro.
Cosa fare se i nonni non gioiscono a fare i nonni?
Spesso quando una situazione non va come pensiamo debba andare iniziamo a dare colpe, a lamentarci, a non porre attenzione al vero fulcro di ciò che sta accadendo. Innanzitutto dobbiamo giungere alla convinzione che non voler fare i nonni non è assolutamente un attacco alla nostra persona, al nostro essere figlio, ma un modo di reagire ad una situazione. Non dobbiamo quindi prendere la cosa in modo personale, non ci dobbiamo sentire feriti o farne una malattia. Dobbiamo invece rivolgere le nostre energie all'accettazione della situazione e a trovare il modo più sano e costruttivo per noi per superare il nostro malcontento e andare oltre.
Ci sono nonni che fanno di tutto per stare con i nipoti ed altri che si sentono come costretti, altri che proprio non riescono a mantenere i ritmi fisici ed emotivi di questi nostri bambini così svegli ed in movimento e altri ancora che invece sono più bambini di loro, nonni che comprendono quando noi siamo in difficoltà e corrono ad aiutarci e nonni che proprio non riescono a cogliere i nostri piccoli malesseri e appaiono indifferenti quando in realtà sono solo poco connessi con il nostro mondo interiore.
Possiamo allora provare, se lo vogliamo, ad avvicinarli a noi con pazienza e senza giudizio oppure scegliere di avere un legame più distante: la scelta spetta ad ognuno di noi e anche qui non ci sono scelte migliori di altre. Esistono solo scelte che ci fanno stare bene.
I nonni non hanno scelto di diventare nonni
Bene o male chi ha un figlio lo ha scelto. Un nonno invece si vede catapultare in questo ruolo in un momento che magari per lui non va bene o nel momento migliore in assoluto per la sua vita. Fatto sta che ci deve fare i conti con questo salto generazionale e tutto il suo mondo interno viene smosso: vissuti, ricordi, emozioni... tutto si riattiva e chiede elaborazione. È un aspetto della figura del nonno che in pochi considerano perché si è proiettati più sui nuovi genitori e sul nuovo arrivato. Ma anche i nonni in questo teatro generazionale hanno un bel lavoro emotivo da fare e spesso lo fanno in silenzio, da soli, senza alcuna considerazione.
Come porci con la figura del nonno o della nonna?
Cerchiamo prima di tutto di non crearci aspettative ma di vivere momento dopo momento ciò che accade in questo cammino della nascita di una nuova generazione. Se abbiamo esigenze organizzative come il sapere se i nonni sono disponibili e badare al bambino mentre noi siamo al lavoro o cose simili è importante parlarne con loro ma non reagire in malo modo se la loro risposta è negativa o se ci fanno capire che non è ciò che vogliono. Accettiamo la risposta e incanaliamo le nostre energie non nel lamento, ma per trovare altre soluzioni, consapevoli del fatto che la loro risposta negativa non è un attacco alla nostra persona ma un loro modo di reagire ad un accadimento della vita. Una reazione da non giudicare poiché ognuno ha la propria storia alle spalle, le proprie difficoltà da affrontare e vincere, il proprio cammino da compiere.
Pensate ai vostri genitori come a degli attori di teatro, sedetevi e godetevi lo spettacolo di ciò che accadrà in questa trasformazione di ruolo e lavorate su voi stessi grazie alle emozioni che questo spettacolo vi susciterà!