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Perché alcuni nonni non riescono a stare con i nipoti

di Emmanuella Ameruoso - 25.07.2019 Scrivici

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La psicologa ci spiega cosa accade quando i nonni non riescono a stare con i nipoti, cosa fare e quali sono le cause

In questo articolo

Nonni che non riescono a stare con i nipoti

Mia madre chiede sempre la compagnia dei miei figli. Dice di non vederli mai e che ha dei nipoti che non conosce come vorrebbe. Compra sempre dei giochi per loro e cucina ogni volta per un esercito, ma quando glieli porto per lasciarli a pranzo o per un intero pomeriggio se devo lavorare, comincia a lamentarsi e a far capire che sarebbe meglio che andassero via.. Non è esplicita ma diventa insopportabile con i suoi lamenti..non so proprio come comportarmi..

Il ruolo dei nonni

I nonni sono delle figure importanti nella vita dei bambini. Rappresentano dei punti di riferimento differenti dai genitori ma risultano altrettanto significativi: il loro ruolo protettivo non coinvolge solo i nipoti ma anche gli adulti.

La loro esperienza di genitori ha permesso di sviluppare saggezza, che se ben disposta, permette di apportare un ottimo contributo alla crescita dei piccoli. I nonni giocano con i propri nipoti e concedono cose che un genitore a volte vieta, ma non per questo li viziano.

Il ruolo dei nonni ha caratteristiche ben più complesse poiché, come genitori dei genitori, ha una funzione emotiva che non si limita alla semplice compagnia ma va ben oltre.

La loro presenza trasmette il senso di “appartenenza” generazionale e familiare: tramite essi vengono tramandati valori affettivi e culturali. L’appartenere, inteso come memoria storica di un gruppo-famiglia, delinea e forma l’identità individuale.

La loro protezione, altra componente rivalente della relazione, permette ai bambini di sviluppare sicurezza in se stessi e imparano, a loro volta, a prendersi cura dei propri nonni e dei propri genitori, ponendo particolare attenzione ai loro gesti e alle loro reazioni. Quando, per esempio, i bambini entrano in contrasto con i genitori - dai quali non si sentono compresi - tendono a rivolgersi a chi è loro complice o li difende, i nonni, soprattutto se con loro hanno un  rapporto quotidiano e diretto.

La pazienza che talvolta manca nella relazione genitore-figlio è naturale invece nei nonni che dedicano tempo e comprensione che spesso mancano nei genitori. Questi ultimi, presi dai ritmi di vita frenetici e dallo stress lavorativo non danno molto spazio ai figli per giocare e i momenti ludici scarseggiano. Il rapporto tra nonni e nipoti è fatto di dedizione e complicità: un’esperienza che richiama libertà, giochi, tempo, dedizione, rilassatezza, racconti e lunghe passeggiate.

Nonni che fanno i genitori

Bisogna però sempre rispettare i ruoli in quanto ognuno ha il proprio. Può capitare che i più anziani si interpongano nell’educazione dei bambini imponendo il loro punto di vista sui genitori effettivi. Si può creare, in tal senso, un contrasto generazionale che va ben oltre il rapporto tra nonni e nipoti ma che riguarda, invece, genitori e figli di prima e seconda generazione.

Genitori in lite con i nonni: nipoti

È così che le liti coinvolgono tutti, talvolta si nega la visita o addirittura si interrompe la frequentazione, a discapito dei più giovani a cui, invece, viene sottratto l’affetto e le attenzioni di chi con loro vorrebbe giocare, ridere e scherzare. In effetti, le discussioni spesso turbolente che coinvolgono gli adulti o le coppie che si separano lasciano un vuoto generazionale che non può essere colmato da nessuno. La lotta di potere o l’allontanamento da parenti o amici più intimi comporta delle rinunce in termini di relazioni. I nonni “preferiti” diventano quelli della famiglia d’origine di uno dei genitori, mentre gli altri vengono tagliati fuori.

Come mai i nonni non riescono più a stare con i nipoti

Questi atteggiamenti di chiusura nei confronti di un nucleo familiare specifico - o di conflittualità tra genitori e figli di prima e seconda generazione - assume aspetti di ambivalenza tra gli uni e gli altri e coinvolgono, di conseguenza, anche i nipoti.

Quando un genitore, per esempio, non accetta la separazione e la rottura del matrimonio del figlio, anche il rapporto con i nipoti cambia: le relazioni tendono a modificarsi senza che nessuno quasi se ne accorga o, in ogni caso, è costretto a rinunciarvi.

Oggigiorno, l’età delle coppie che decidono di avere figli è superiore ai 35 anni ed i nonni, pertanto, risultano parecchio più anziani rispetto a loro. È quindi lecito che non abbiano a volte più la forza né la pazienza di condividere tempi lunghi o particolarmente impegnativi con loro proprio perché presi dalle loro problematiche o da condizioni di salute che li pongono in difficoltà nell’accudire i nipoti.

Le relazioni sussistono ma le esigenze cambiano e, nonostante ricerchino la compagnia dei nipoti, sono poco “pazienti” e ciò può essere interpretato come scarsa “sopportazione”: le rare attenzioni e il poco tempo, la noia e la scontrosità mettono in difficoltà la relazione.

I fattori che subentrano possono essere tanti tra cui una limitata complicità tra nonni e bambini oltre che aspetti caratteriali e rapporti poco significativi tra i componenti delle singole generazioni.

Educare i nonni alla relazione

Come è possibile intervenire? Il dialogo costruttivo è un buon deterrente delle relazioni conflittuali ma spesso difficile da affrontare in quanto comporta il mettere in discussione le ormai ben strutturate relazioni, aspetti della personalità di ognuno, la propria educazione e la visione soggettiva della circostanza. Si continua ad essere figli anche se si è genitori e spesso non si riesce ad essere obiettivi.

Salvaguardare la relazione e lasciare che vi sia la presenza dei più anziani nella vita del proprio bambino dovrebbe avere centralità: esprimere il proprio disappunto e comunicare sul piano emotivo cosa ciò comporti, sia come figlio che come genitore, potrebbe favorire un dialogo costruttivo.

La scelta di affrontare la difficoltà temporale, constatando un tempo massimo di tolleranza, potrebbe favorire la frequentazione sostenendo la relazione dal punto di vista qualitativo piuttosto che quantitativo.

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