GELOSIA SUOCERA - Si sceglie il partner ma non è possibile scegliere i suoi genitori. In alcuni casi le angherie della suocera iniziano fin dal momento in cui si entra in casa del partner nelle vesti ufficiali di fidanzata. L’ostilità passivo-aggressiva delle suocere è spesso ancor più difficile da sopportare di quanto non lo sarebbe se assumessero un atteggiamento chiaramente non accettante.
Proprio perché è un comportamento ambiguo, che spesso porta a dubitare delle reali intenzioni con le quali è perpetrato, fatto di ironia sottile, di battutine, di sorrisetti e non detti che a lungo andare generano una sorta di guerra fredda che si finisce per combattere utilizzando le stesse armi.
Perché nessuno delle parti può permettersi un atteggiamento apertamente ostile dal momento che lei è pur sempre la madre del partner e noi la donna con la quale il figlio ha scelto di formare una famiglia.
Anche quando la situazione sembra placarsi in occasione del matrimonio o della convivenza, una vittoria a proprio segno nei confronti del nemico, la situazione può nuovamente precipitare nel momento in cui nasce il primogenito. C’è un nuovo terreno infatti su cui è necessario lottare per la supremazia.
Accudire il bambino, soprattutto quando è molto piccolo, diventa una questione di competizione anzichè di cooperazione. E poiché ogni primipara, pur avendo letto numerose pubblicazioni ed avendo frequentato uno o più corsi di preparazione al parto, è in certi momenti insicura rispetto all’adeguatezza dei propri comportamenti di care-givering, avere a che fare con qualcuno che alimenta le proprie insicurezze invece di placarle può risultare stressante.
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Nei casi più fortunati nei quali il rapporto tra suocera e nuora è meno conflittuale può accadere di avvertire un sentimento di gelosia nei confronti del bambino. Soprattutto se non è la propria madre la nonna che si occupa di lui quando si è impegnate sul posto di lavoro.
In realtà bisognerebbe essere più critiche rispetto a questo tipo di sentimento e chiedersi se non sia la manifestazione mascherata del proprio sentimento di colpa nel dover lasciare il proprio figlio alle attenzioni di qualcun altro, piuttosto che una reale gelosia nei confronti della nonna.
Una volta che si è preso coscienza del fatto che il rapporto tra il bambino e la nonna non toglie nulla al proprio rapporto con il figlio si è già a buon punto. Nessuna donna può infatti sostituire la mamma nel cuore del bambino. Avere invece una persona di fiducia che si occupa di lui è una grande risorsa, della quale non tutte le madri possono godere.
Inoltre la relazione tra nonni e nipoti è una fonte molto importante di benessere nello sviluppo affettivo del bambino, della quale non è giusto privare quest’ultimo neppure nei casi in cui il proprio rapporto personale con la suocera non sia vissuto nel migliore dei modi possibili.
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Non è nemmeno il caso di parlare male della suocera in presenza del bambino, di denigrare i suoi comportamenti educativi e soprattutto non bisogna cadere nell’errore di mettere il bambino nella condizione di dover prendere delle posizioni nel conflitto con la suocera o di dover scegliere con chi delle due fare un’attività. E’ naturale che bisognerebbe auspicare che gli stessi comportamenti provenissero anche dall’altra parte della barricata!
Senza confondere i ruoli di nonna e di mamma è possibile cercare di negoziare il conflitto nella maniera più adatta per il bambino, cioè quella che non lo pone né nella condizione di dover scegliere a chi dare ascolto né di sentirsi in colpa nei confronti dell’una quando accontenta l’altra.