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I diritti dei nonni ad avere "rapporti significativi" con i nipoti

di Damiana Sirago - 18.05.2017 Scrivici

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Quali sono i diritti dei nonni se uno dei figli si separa o divorzia dal coniuge? L'avvocatessa di PianetaMamma ci spiega quando va accolta la loro richiesta ad avere "rapporti significativi" con i nipoti

In questo articolo

I diritti dei nonni

Quali diritti hanno i nonni se uno dei figli si separa o divorzia dal coniuge? Possono chiedere di vedere i propri nipoti o spetta ai genitori decidere? Il diritto dei nonni di “mantenere”, ovvero di preservare e far continuare, i rapporti “significativi” con i nipoti minorenni anche nei casi in cui sia impedita la normalità delle relazioni è un tema delicato a lungo dibattuto in questi ultimi anni. Il nostro ordinamento giuridico prevede in capo ai nonni una legittimazione ad agire in giudizio, nel caso in cui l’esercizio del diritto venga impedito, affinchè siano adottati i provvedimenti più idonei nell'esclusivo interesse dei minori.

Il diritto dei nonni di vedere i nipoti 

Il tema della tutela dei nonni, nei rapporti con i nipoti, quando i genitori di questi ultimi si separano o divorziano, è sempre molto delicato: perché se è vero, da un lato, che si parla di parenti diretti, dall’altro la legge riconosce sempre «l’ultima parola» alla madre o al padre. L’art. 315 bis del codice civile riconosce ai nipoti il diritto di “crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti” a prescindere dall’esistenza del vincolo matrimoniale dei genitori e anche al di fuori dei casi di crisi familiare regolati. Invece, l’art. 337-ter del codice civile stabilisce che il figlio minore ha diritto di “conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”.

Tale disposizione, pur non attribuendo ai nonni un autonomo “diritto di visita” ai nipoti, conferisce loro un preciso rilievo giuridico alla conservazione della relazione affettiva la cui esistenza e tutela prescindono dalla presenza di una crisi nel rapporto tra i genitori anche se l’attivazione del procedimento sembra richiedere pur sempre una mancata collaborazione di uno o entrambi di essi ad una regolare frequentazione dei nipoti con i nonni. Ovviamente, l’art. 317 bis c.c. resta sempre delimitato dal principio dell’ “esclusivo interesse del minore” a cui il giudice dovrà attenersi nell’assunzione dei provvedimenti che riterrà opportuni.

In questo quadro giuridico è intervenuto il recente decreto (novembre 2016) del Tribunale per i Minorenni di Venezia che ha compresso in modo significativo la portata del diritto dei nonni a mantenere rapporti significativi con i nipoti in caso di intervenuta separazione tra i genitori. Nella vicenda in esame, i nonni materni di una bambina, hanno adito l’autorità giudiziaria lamentando che il padre impediva alla figlia “in modo assoluto” di conservare rapporti significativi con gli ascendenti. I giudici, accogliendo le tesi del padre costituitosi in giudizio, hanno respinto l’istanza dei nonni. Secondo il Tribunale, è lo stesso testo dell’art. 317 bis ad imporre al giudice l’adozione dei “provvedimenti più idonei nell’esclusivo interesse del minore” e non “quelli più idonei a soddisfare i desiderata degli ascendenti”. Nel caso in esame i giudici non hanno ritenuto sussistere un pregiudizio della minore ed hanno rigettato il ricorso. Il decreto del Tribunale per i Minorenni di Venezia è sicuramente destinato a far discutere in quanto fornisce un’interpretazione molto restrittiva dell’art. 317 bis c.c. che disattende le aspettative di tanti nonni che, loro malgrado, subiscono le conseguenze negative dei conflitti genitoriali.

Ogni quanto i nonni devono vedere i nipoti?

Il diritto dei nonni a frequentare i nipoti non è assoluto e incondizionato: se il minore esprime un disagio la decisione del giudice deve tenerne conto al fine di garantirgli una crescita equilibrata e serena.

Cassazione e sentenze

Dal punto di vista della giurisprudenza italiana in merito al diritto dei nonni di vedere i nipoti, un’importante sentenza è quella della Cassazione Civile, la n. 4253/2012. In questa pronuncia il giudice di ultima istanza nega la risarcibilità del danno in caso di lesione del rapporto fra nonno e nipote laddove fra i due non vi fosse convivenza. La sentenza tratta del “danno da perdita del rapporto parentale", danno che ha una duplice valenza: patrimoniale e non patrimoniale, soprattutto quest’ultimo, inteso come la lesione psicologica che il minore, privato del rapporto con i nonni, subisce.

Questo danno è considerato dalla giurisprudenza come conseguenza naturale della perdita del rapporto parentale. Non bisogna però dimenticare che un’altra sentenza della Corte di Venezia riteneva che, in una situazione di crisi familiare dove i nonni erano ritenuti in grado di costruire un rapporto sereno con il minore, il rapporto fra nonni e nipoti fosse un “necessario bagaglio di esperienza culturale che i minori devono avere in vista di una formazione completa della loro personalità”. In questo caso era stato accolto il reclamo dei nonni, sancendo così il diritto dei nonni di vedere i nipoti.

Come spesso accade in realtà complesse ed eterogenee come quelle dei rapporti familiari, la conseguenza giuridica è il risultato dell’opera dell’interprete e non può essere stabilita facilmente ex ante. Si può però sostenere senza alcun dubbio che il diritto ad un rapporto fra nonni e nipoti, laddove ciò possa essere nell’interesse del minore, è senz’altro sancito dalla legge.

Diritti e doveri dei nonni

Più che “diritto di visita” può dirsi che i nonni hanno, per la legge, un legittimo interesse a che la continuità del rapporto col nipote sia garantita, e potranno ricorrere al giudice per vederlo tutelato. Pertanto, poiché la legge tende a proteggere solo il bene del minore, l’interesse del nonno a veder tutelato il proprio rapporto col nipote può essere accolto dal giudice solo nella misura in cui la rottura del legame abbia avuto ripercussioni negative sullo sviluppo e crescita del minore medesimo. Sebbene spesso i nonni forniscano spontaneamente il proprio apporto economico ai figli per aiutarli, il criterio generale è sempre quello secondo cui il “dovere di mantenimento” dei figli appartiene, in primo luogo, ai genitori. Tuttavia, i nonni saranno tenuti a dare il proprio contributo economico quando entrambi i genitori non siano in grado di farlo. Si tratta di un obbligo tuttavia che nasce nel momento in cui i genitori si trovino in una situazione di oggettiva insufficienza dei mezzi, ossia di una reale ed effettiva incapacità da parte di entrambi di provvedere ai loro doveri.

Quando impedire ai nonni di vedere i nipoti? 

Il genitore non può impedire al nonno di frequentare il nipote ma spetta al giudice decidere cosa è meglio per l’interesse del bambino. Il diritto ai rapporti significativi con i minori, come già analizzato, può essere esercitato solo se il giudice accerta che al minore faccia bene la frequentazione dei nonni. La soluzione presuppone allora il compimento da parte del giudice di vere e proprie indagini sulla famiglia e, necessariamente, l’ascolto dei minori affinché possano emergere la loro volontà e le loro esigenze. Tale principio vale anche negli altri Paesi, come espressamente riconosciuto da una recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Quest’ultima ha equiparato il ruolo dei nonni a quello dei genitori, prevedendo l’obbligo di ciascuno Stato di favorire la conciliazione tra nonni e nipoti minorenni, sempre avuto riguardo all’interesse di questi ultimi. Il rapporto nonni-nipoti è infatti tra i legami familiari tutelati dalla Carta europea dei diritti dell’uomo. Dunque, i nonni possono sempre rivolgersi al giudice nazionale per esprimere le loro esigenze di tutela e ottenere eventualmente il riconoscimento del diritto di visita e l’obbligo del genitore a consentirne l’attuazione. Va tuttavia precisato che il riconoscimento del diritto dei nonni deve conciliarsi con la tutela del minore. Se quest’ultimo si trova all’estero, l’esercizio pratico del diritto di visita è molto complesso e devono intervenire le autorità interne dei singoli Stati. Il giudice non potrà infatti obbligare il minore a rientrare in Italia visto che ciò potrebbe comunque destabilizzarlo; né in ogni caso può imporgli di vedere i nonni. La questione è molto delicata ed è pertanto opportuno rivolgersi al Tribunale per ottenere una soluzione ottimale che tuteli da un lato il diritto dei nonni e dall’altro il benessere dei nipoti.

E’ opportuno sia che i genitori si impegnino a non strumentalizzare a proprio vantaggio (perché magari vivono un contrasto con i nonni) circostanze oggettive, a volte dolorose per i loro figli; certamente il desiderio di un nonno – così come di ogni figura vicina al bambino – di prendersi cura di un nipote non può che essere un fattore di arricchimento nella vita di un minore. Compito del genitore è quello di saper andare al di là dei propri risentimenti favorendo, nel bene dei più piccoli, il ricongiungimento familiare.

Cosa possono fare i nonni per difendere i diritti dei nipoti?

L'ascendente al quale è impedito l'esercizio di tale diritto può ricorrere al giudice del luogo di residenza abituale del minore affinché siano adottati i provvedimenti più idonei nell'esclusivo interesse del minore. I nonni, paterni o materni, potranno dunque ricorrere al giudice, al fine di ottenere quei provvedimenti idonei a tutelare il diritto dei nipoti minorenni ad avere sani rapporti con i propri ascendenti. Ciò che va rimarcato è che viene tutelato il diritto dei minori ad avere un rapporto stabile con i propri parenti e non il diritto dei nonni di godere dei propri nipoti. Competente a giudicare tali questioni giuridiche è il Tribunale per i minorenni del luogo di residenza dei nipoti minori. In conclusione, va sempre data priorità al benessere del bambino e ad una sua crescita serena ed equilibrata. Perciò, nel caso in cui sia lo stesso minore a manifestare la volontà di evitare o di intrattenere rapporti con i nonni, il giudice non può che decidere secondo i desideri del minore. 

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