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Com'è cambiato il lavoro dei genitori nel 2020 (e come sarà nel 2021)

di Elena Cioppi - 04.01.2021 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Lavorare durante la pandemia, cosa è cambiato nel 2020 e come sarà il 2021 per i genitori. Ecco qualche previsione anche in base a come è andata.

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Il 2020 ha cambiato (e stravolto) completamente le carte in tavola, modificando abitudini e persino il vocabolario, con le parole che hanno cambiato le famiglie e la loro routine e sono entrate nel linguaggio comune. Ma il Covid-19 non ha toccato solo la sfera della salute o quella economica (con gravi effetti sui dati legati alla disoccupazione) e sociale: ha anche trasformato il modo di lavorare, mettendo al centro lo smartworking, spesso abbinato alle esigenze dei bambini e ragazzi impegnati con la didattica a distanza o magari con l'homeschooling. I trend del 2021 delle famiglie la dicono lunga sul fatto che anche quest'anno si procederà sulla stessa linea di sacrificio e rigore, con poche eccezioni. Ma com'è stato lavorare durante la pandemia nel 2020? E come sarà il lavoro nel 2021? Ecco qualche previsione.

Lavorare durante la pandemia nel 2020: com'è stato

Secondo uno studio di novembre 2020 di McKinsey&Company, i modelli ibridi per i lavoratori - impegnati con il lavoro in remoto abbinato ad alcuni giorni in presenza - continuerà per tutto il 2021. E questo da un lato è un bene, perché pur se con tutti i suoi limiti, la pandemia ha anche aggiunto la nuova consapevolezza che lavorare da casa con efficienza, per alcuni tipi di mansioni, è perfettamente possibile. Un pregiudizio, quello dello smart working meno produttivo rispetto al lavoro in ufficio, che per diversi anni ha caratterizzato le risposte di datori di lavoro non disposti a concederlo ai lavoratori che spingevano per un maggiore equilibrio sul Work Life Balance. Difficile, secondo gli esperti, che si torni al vecchio modello a breve e in ogni caso non nel 2021, anno in cui il Covid-19, purtroppo, sarà ancora al centro delle cronache mondiali.

Un sondaggio della BBC ha messo in luce alcuni degli aspetti che i lavoratori, soprattutto con famiglia a carico, vogliono portare con sé dal 2020 al 2021.

Tra i benefici dello smartworking che sono stati evidenziati dal poll ci sono:

  • maggiore serenità nella vita privata
  • minori livelli di stress
  • consapevolezza che si può lavorare bene non solo dall'ufficio
  • maggiore creatività 
  • maggiore propensione ad apprendere nuove hard e soft skill per migliorare il proprio lavoro

Certo la Pandemic Fatigue, ovvero quello stress derivato dai sacrifici e dalle restrizioni legate al Covid-19 teorizzata ed analizzata dall'OMS, ha colpito diversi lavoratori. Soprattutto quelli che hanno dovuto fare i salti mortali per conciliare compiti a casa dei figli impegnati con la didattica a distanza e il proprio lavoro. Secondo uno studio pubblicato sul Washington Post durante il primo lockdown i genitori sono stati interrotti dai figli almeno ogni 15 minuti, generando non poca "fatica", appunto, nel portare a termine le task di ciascuno.

Oltre a questo, tra le brutte abitudini che sono nate in questo nuovo modello di lavoro nel 2020 e saranno ancora al centro nel 2021 e che molti lavoratori vorrebbero eliminare nel nuovo anno c'è anche l'incapacità di smettere di lavorare una volta concluso l'orario di lavoro, in un contesto in cui dire davvero basta alle task da portare a termine è difficile, fluido e troppo ibrido per avere contorni definiti.

In generale, come si evince dal sondaggio della BBC, i lavoratori del 2021 si sentono più abili nel portare a termine più task contemporanemente, pronti ad accettare le sfide che questo nuovo anno porterà non solo ai genitori ma anche a tutti quelli che si sono ritrovati a cambiare le proprie abitudini consolidate nell'anno della pandemia.

Fonti per questo articolo: BBC, "How our views on work have changed forever"; OMS, "Pandemic fatigue Reinvigorating the public to prevent COVID-19"; McKinsey&Company, "What's next for remote work: An analysis of 2,000 tasks, 800 jobs, and nine countries"

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