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Amerò il secondo figlio come il primo?
Arriva il momento in cui il secondo test di gravidanza è positivo, oppure il giorno in cui il secondogenito è nato. E molte mamme cominciano a nutrire strani dubbi e a porsi domande al momento della nascita del secondo figlio: saprò amarlo allo stesso modo del primo?
In realtà questo timore spesso è solo un modo possibile di raccontarsi un altro genere di paura: quella di ferire i sentimenti del primo figlio nel dedicare attenzioni ad un altro bambino.
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Pertanto l’idea di diventare nuovamente mamma o la sua traduzione pratica nell’accudimento quotidiano del neonato può essere vissuta quasi con senso di colpa. Tale sentimento sembrerebbe derivare dall’idea che si potrebbe suscitare la gelosia del primogenito, come se dedicare amore ed attenzioni al secondo figlio equivalesse a togliere queste cose al primo, facendolo sentire trascurato e meno amato.
In realtà avviene spesso che gli adulti attribuiscano quelli che sono i propri timori e le proprie paure al proprio figlio. Esiste una dimostrazione del fatto che il timore della possibilità della nascita di un sentimento di invidia nei confronti del fratello minore appartiene all’adulto piuttosto che al bambino. Se infatti il bambino è stato reso partecipe dell’arrivo del fratellino o della sorellina e non è stato escluso sia a livello emotivo che a livello pratico da tutto ciò che ha riguardato l’attesa e la nascita, trascorsi i primi mesi di vita, durante i quali i contatti tra i fratellini possono essere più limitati per le particolari esigenze del neonato, inizierà ad interagire con quest’ultimo in maniera spontanea.
Si sentirà presto il fratello maggiore, condividerà con lui i momenti di gioco, lo consolerà quando si farà male e saprà dimostrargli il suo affetto in moltissime maniere.
Insomma prendendo in prestito un paragone derivante dalla fisica potremmo dire che l’amore per i figli segue un po’ il principio dei vasi comunicanti: anche se sembra di togliere amore ad uno per dedicarlo maggiormente all’altro in realtà il risultato finale è un’equa distribuzione dell’amore materno!
Come genitori ci si può inoltre sentire rincuorati dal fatto di essere già consapevoli di quello che ci si deve aspettare, dal momento che si è già avuto il primo figlio.
Non c’è motivo di pensare che non si riesca a ripetere quello che già è stato fatto una volta, con in più la speranza che le cose possano migliorare se si sono incontrate delle difficoltà.
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Infatti ogni bambino è diverso dall’altro, anche se è figlio degli stessi genitori: se per esempio il primo figlio può aver avuto un temperamento difficile è possibile che il secondo sia un bambino più tranquillo e più “facile”, mentre nel caso contrario si avrà quantomeno l’esperienza necessaria per affrontare una situazione più complicata.
Pertanto, se si desidera il secondo figlio non bisogna permettere a questo genere di ansie e di falsi timori di impedire la realizzazione di un progetto così importante. Non vi è motivo di temere di non essere in grado di amare il secondo figlio con la stessa intensità del primo.
Condividere con la persona che si ama l’esperienza di un secondo figlio, se desiderato da entrambi e come spesso avviene anche dal primo figlio, generalmente ha esiti positivi poichè rafforza l’investimento affettivo all’interno della coppia e nel sistema familiare