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Come cambia la famiglia con il secondo figlio?

di Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus - 23.07.2020 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
L'Associazione Pollicino Onlus ci parla di come cambia la famiglia con l'arrivo del secondo figlio e come creare insieme nuovi equilibri

In questo articolo

La prima occasione di imparare a vivere in armonia col mondo viene offerta al bambino da fratelli e sorelle: sono loro che gli insegnano, in un certo senso, a crearsi una base su cui sviluppare in seguito dei rapporti sociali soddisfacenti.

Marcello Bernardi, Il nuovo bambino, Fabbri Editori, 2001.

La seconda gravidanza si accompagna spesso ad una maggiore consapevolezza genitoriale che tuttavia non costituisce una linea guida infallibile a fronte di tutte le scelte e le specificità che la nuova nascita comporta. Anche questa attesa infatti è permeata da incertezza, problematiche e dubbi non prevedibili che la rendono, inevitabilmente, diversa dalla precedente. Per i genitori, il principale interrogativo che caratterizza la fase antecedente alla nuova nascita riguarda il posto che il nascituro occuperà all’interno della vita personale e di quella familiare: questo aspetto può comportare una profonda rivalutazione di sé e dei pensieri e delle energie che vengono investite nella famiglia.

Un’ulteriore preoccupazione genitoriale è legata alla reazione del primogenito alla notizia dell’attesa, al suo vissuto durante la gravidanza prima e successivo alla nascita, poi. La notizia, infatti, non riguarda più solamente la coppia, le mamme e i papà, ma si configura come una “faccenda di famiglia” che coinvolge anche il primogenito. È in particolare la posizione di quest’ultimo all’interno delle relazioni familiari che subisce le più grandi trasformazioni, a partire dal fatto che si troverà a condividere con un fratellino o con una sorellina l’amore genitoriale.

Uno dei compiti più difficili cui i genitori sono chiamati a far fronte è proprio quello di gestire ed equilibrare l’accoglienza e la comprensione delle legittime paure e insicurezze del primo figlio con la preoccupazione e la tutela nei suoi confronti che, se eccessive, rischiano di portare alla creazione di una sorta di “campana di vetro” non sempre necessaria.

Come dare la notizia al primogenito

Non esiste un modo preconfezionato e universalmente corretto per dare la notizia al primogenito.

Sono tuttavia evidenziabili alcuni accorgimenti, alla luce soprattutto della sensibilità dei bambini alle parole, alle emozioni e agli stati d’animo dei genitori. È utile concedersi del tempo dedicando ampio spazio ad un dialogo condiviso nella coppia. Questo consentirà una maggiore calma nel momento della comunicazione al fratello maggiore, calma che può già di per sé costituire una fonte di conferma e rassicurazione per il bambino rispetto alla paura di essere rimpiazzato. Non bisogna dimenticare che il momento della comunicazione rappresenta infatti il primo incontro tra i fratelli.

Cosa fare dopo la nascita del fratellino

Il bisogno di rassicurazione e la ricerca di conferme continueranno naturalmente anche dopo la nascita del fratellino o della sorellina; ma se la mamma e il papà lo rendono partecipe, con modalità adeguate alla sua età, anche i mesi dell’attesa possono essere vissuti dal primogenito con coinvolgimento, entusiasmo e serenità. È importante considerare, dunque, anche il livello di maturazione dei bambini, che implica un linguaggio e delle associazioni peculiari, non dando inoltre per scontato che i piccoli sappiano o siano in grado di capire tutto ciò che viene detto loro. Lasciare spazio ai loro racconti permette non solo di esplorare i loro vissuti, ma anche di accoglierli nella loro complessità.

Ciascun cambiamento all’interno del nucleo familiare è potenzialmente un’opportunità e una sfida sia per ogni membro individualmente sia per il sistema familiare complessivo. Certamente l’arrivo di un nuovo nato comporta lo stravolgimento di alcune abitudini e lo sviluppo di nuove dinamiche relazionali, ma crescere con uno o più fratelli è un’opportunità grande, un’occasione, oltretutto, di sviluppare competenze e potenzialità come quella di condividere, collaborare e contrattare, un po’ come una palestra di vita sociale e relazionale, che facilita e guida le abilità sociali dei bambini, stimolate proprio dalla presenza di un fratello.

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