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Coppia: separati in casa

di Emmanuella Ameruoso - 11.09.2017 Scrivici

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Fonte: iStock
Essere separati in casa comporta delle conseguenze sulla vita famigliare e soprattutto sullo stato emotivo dei figli. I consigli della psicologa per evitare che i bambini vengano strumentalizzati per rivendicare diritti e lamentare le proprie frustrazioni

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Separati in casa

Quali conseguenze per i figli? Un tema abbastanza attuale è quello della separazione, dei nuclei ricostituiti, dei conflitti di coppia per l’affidamento dei figli. Ma quando due coniugi si lasciano e continuano a vivere sotto lo stesso tetto, cosa succede?

Quali sono le conseguenze sullo stato emotivo dei figli?

La separazione, e il conseguente divorzio, tra coniugi rientra tra gli eventi più stressanti nella vita di ogni singolo individuo. Secondo la “The Social Readjustement rating scale”(1967) di Holmes-Rahe, due psichiatri americani, la separazione dal coniuge è uno degli eventi più stressanti in assoluto nella vita del singolo individuo e nella loro scala di valutazione ha un valore di 65 su 100. Sommato ad altre situazioni, tra cui il cambio di abitazione, delle abitudini di vita, dello stile alimentare, della sessualità e così via, può comportare delle conseguenze significative per la salute psicofisica anche su chi naturalmente ‘subisce’ la separazione, ossia i figli.

Separarsi in casa

I problemi di tipo economico spesso sono un ostacolo alla disunione effettiva dei due coniugi che scelgono, di contro, di coabitare anche se conducono due vite distinte e spesso con delle nuove relazioni in atto. Ciò comporta una persistenza del legame nonostante l’amore sia terminato. Il vincolo implica inevitabilmente dipendenza e questa condizione può tramutarsi in una problematica non indifferente sia in una relazione priva di conflitti sia in una nella quale si esprimono ancora rancore e ostilità, nonostante il matrimonio sia finito. L’aspetto finanziario può in definitiva essere ‘supportato’ da una serie di soluzioni che spesso faticano ad essere proposte. Per cui si preferisce mantenere lo status quo piuttosto che proporre ed accettare un cambiamento.

È anche vero, che in molte situazioni, la condizione economica di uno, o addirittura entrambi i partner, è piuttosto precaria ed allora l’unica soluzione plausibile è quella di restare sotto lo stesso tetto anche per fornire una stabilità ai figli. Alcune volte, però, non è solo l’aspetto finanziario che ostacola i due ad allontanarsi bensì una paura della sofferenza che ne deriva.

Per citare nuovamente Holmes e Rahe lasciarsi non è così semplice come possa sembrare. A volte la separazione stessa, il perdere l’altro, allontanarsi e cambiare il proprio assetto familiare e abituale produce inevitabilmente un forte stress, può manifestarsi ansia, depressione e in taluni casi una crisi psicotica come avviene nei contesti patologici del femminicidio in seguito ad un abbandono.

È pertanto problematica, motivo per il quale anche se non si va d’accordo il legame e la coabitazione rimane l’unica chance attraverso la quale si evita una sofferenza difficile da gestire per tutti i componenti della famiglia.

Separazioni e affetti interiorizzati

Le dinamiche del rapporto di coppia, il comportamento tra i coniugi e la relazione che ognuno dei genitori stabilisce con i singoli figli vengono interiorizzate per poi divenire un modello comportamentale ed affettivo. Conoscere, osservare e accettare il modello dei genitori in un contesto di separazione, nel quale la coppia smette di esistere con le sue peculiarità di fiducia, condivisione, affetto reciproco e erotismo ha un messaggio specifico, nel quale è evidente la rinuncia alla affettività, all’amore e ad un rapporto sano. Si esorcizza così il senso di solitudine che sembra essere intollerabile solo al pensiero.

Ma le occasioni di litigio possono insorgere in qualsiasi momento ed i figli rischiano davvero di diventare occasione di ripicca, di accusa, strumenti per rivendicare i propri diritti e mettere in evidenza le mancanze dell’altro dinanzi agli stessi. La separazione può dar vita a diversi disagi primi tra tutti ansia e depressione non solo nei partner ma anche nei figli. Se i bambini sono molto piccoli i primi sintomi che possono insorgere sono: inappetenza, insonnia, enuresi, difficoltà di concentrazione, ansia da separazione. Se più grandi, lo scarso rendimento scolastico, un inadeguato interesse per le attività quotidiane, incomprensioni con uno dei genitori o entrambi, chiusura in se stessi, manifestazioni di rabbia o aggressività.

È importante quindi fare attenzione a qualsiasi reazione determinata dal nuovo cambiamento o dalla percezione che loro stessi hanno della famiglia che ha smesso di essere tale. Infatti, anche se a loro non è stato palesato, inevitabilmente se ne rendono conto.

Cosa fare?

  • È giusto, per quanto possibile, cercare di vivere in contesti diversi anche se ciò comporta un grande sacrificio dal punto di vista economico e affettivo. Se risulta davvero impossibile bisognerebbe cercare di comunicare ai propri figli la decisione presa in merito alla separazione e alla convivenza dato che loro risultano molto attenti e sensibili alle paturnie della coppia. La motivazione fornita loro, realistica, permette di contenere le angosce e le paure condividendole e tollerandole maggiormente. Molto spesso l’adulto ha difficoltà a farlo, sia per tutelare i figli ma anche perché in definitiva ancora non è stata accettata ed elaborata la scelta giustificandosi con un semplice ‘tanto non possono capire’ o ‘sono davvero piccoli, magari crescendo potranno farlo da soli’ .
  • Cercare di ridurre al minimo i conflitti e comunque non discutere dinanzi a loro.
  • Confrontarsi con uno psicologo o una figura professionale che possa intervenire e supportare il singolo e la famiglia nel caso di manifestazioni di disagio psichico derivanti dalla situazione che si sta vivendo.
  • Rassicurare i figli in merito ad eventuali discussioni per evitare l’insorgenza di possibili sensi di colpa.
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