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Congedo matrimoniale: a chi spetta, come funziona

di Ines Delio - 30.11.2022 Scrivici

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Fonte: shutterstock
Tra le prime cose da fare in occasione delle nozze, c'è anche il congedo matrimoniale: a chi spetta, quando richiederlo, quanto dura

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Congedo matrimoniale

Sono tante le cose da fare prima del fatidico 'sì'. Oltre agli innumerevoli preparativi per il giorno più bello per una coppia, ci sono anche alcuni importanti aspetti burocratici da considerare. Primo fra tutti il congedo matrimoniale (chiamato anche 'permesso matrimoniale' o 'licenza matrimoniale'), che molti sposi utilizzano spesso per il viaggio di nozze. Vediamo nello specifico di che si tratta, chi può richiederlo e come fruirne.

Cos'è il congedo matrimoniale

Il congedo matrimoniale è un periodo retribuito riconosciuto a tutti i lavoratori e le lavoratrici dipendenti – il cui rapporto di lavoro duri da almeno una settimana - in occasione del proprio matrimonio o dell'unione civile (mentre non spetta in caso di celebrazione del solo matrimonio religioso).

Il permesso offre la possibilità di astenersi dal lavoro mantenendo la propria retribuzione per un periodo di 15 giorni consecutivi, in cui sono compresi anche sabato, domenica e festività. Va però considerato che la durata può variare in base al tipo di contratto, alle diverse qualifiche e al settore produttivo di appartenenza, e che non spetta a chi è ancora in periodo di prova.

Quando richiedere il congedo matrimoniale

Per ottenere il congedo matrimoniale bisogna presentare domanda almeno 6 giorni prima del periodo richiesto. Se per motivi legati alla produzione aziendale il lavoratore non può utilizzare il congedo nei tempi stabiliti dalla legge, il permesso può essere fruito anche entro 45 giorni dalla data in cui è stato contratto il matrimonio, stando a quanto previsto dall'articolo 31, comma 2, del CCNL Funzioni Locali sottoscritto nel 2018.

A tal riguardo, qualora la data del matrimonio civile fosse diversa da quella del matrimonio religioso, spetta al dipendente decidere se fruire del permesso di 15 giorni in occasione dell'uno o dell'altro. In quel caso, il termine dei 45 giorni dovrà essere conteggiato dal giorno in cui è avvenuto il rito prescelto. Il dipendente è tenuto, infine, a consegnare il certificato di matrimonio o unione civile al proprio datore di lavoro entro 60 giorni dalle nozze.

Congedo matrimoniale: quanto spetta ai lavoratori

I contratti collettivi prevedono, in linea generale, che il datore di lavoro corrisponda al dipendente la normale retribuzione, durante il periodo di congedo matrimoniale. È, però, prevista un'eccezione per gli operai, gli apprendisti, i lavoratori a domicilio, i marittimi di bassa forza, i dipendenti di aziende industriali, artigiane o cooperative, a cui il congedo viene retribuito a carico dell'INPS, per un importo pari a 7 giorni di retribuzione (otto per i marittimi).

Congedo matrimoniale e maternità

Può capitare che il matrimonio avvenga durante la gravidanza della sposa. In tal caso, così come per l'indennità di malattia, anche l'indennità di maternità non va corrisposta per i periodi di erogazione dell'assegno per congedo matrimoniale a carico dell'INPS o di trattamenti retributivi analoghi a carico del datore di lavoro. L'assegno per congedo matrimoniale non è, infatti, cumulabile con le prestazioni di malattia, maternità, cassa integrazione ordinaria e straordinaria, trattamenti di disoccupazione (NASpI), perché sostitutive della retribuzione. Anche in caso di maternità facoltativa o anticipata, il congedo matrimoniale prevale su quello parentale.

E in caso di seconde nozze?

Chi desiderasse sposarsi per la seconda (ma anche terza o quarta) volta ha comunque diritto al congedo matrimoniale. Il permesso spetta, infatti, al lavoratore o alla lavoratrice ogni volta che coroni il suo sogno d'amore con rito civile, purché rientri nei requisiti richiesti.

Come fare domanda per l'assegno per il congedo matrimoniale

L'assegno per il congedo matrimoniale è dedicato a lavoratori disoccupati, richiamati alle armi, marittimi di bassa forza e i lavoratori con sospensione del lavoro, i quali devono presentare domanda direttamente all'INPS entro un anno dalla data di matrimonio/unione civile.

Per presentare la domanda è possibile utilizzare uno dei seguenti canali:

  • servizio online, tramite le proprie credenziali di accesso
  • contact center
  • servizi telematici offerti dagli enti di patronato e intermediari dell'Istituto
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