Come comportarsi con una donna incinta
Avete presente il film “Tre scapoli e un bebé”? Per chi è nato negli anni Ottanta è una specie di culto: parla di tre uomini che si trovano alle prese con una neonata abbandonata davanti alla soglia di casa, figlia di uno di loro (ma di chi non si sa). Vi consigliamo di vederlo per due motivi: primo, è una storia divertente (il che non guasta), secondo perché quei tre poveri disgraziati non hanno vissuto la gravidanza di una compagna per cui si sono ritrovati alle prese con un'infante senza sapere cosa fare.
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Si dice sempre che una mamma diventa tale già nei mesi della gravidanza – cosa che in realtà non è poi così vera – mentre un papà ci mette più tempo per instaurare una relazione con il bimbo non avendolo tenuto in pancia. E' vero che gli uomini moderni sono in gamba e pieni di risorse, ma per non far subire loro uno choc nel momento in cui per davvero diventano genitori, noi donne abbiamo un compito: costruire un manifesto programmatico della dolce attesa in cui si spiega loro cosa stiamo vivendo durante i nove mesi e come possono aiutarci.
Partiamo dalla cosa principale: per quanto una futura mamma possa essere felice, è consapevole che nel corso del tempo si trasformerà in un enorme bigné con le gambe. Siamo ripiene di dolcezza e di lucentezza, ma anche di fastidi mentali (sì, ci infastidirà anche che voi papà respiriate) e fisici. Essere incinte, cari padri, è come essere sulla ruota panoramica nel posto più in alto, quello da cui si vede tutta la città: bellissimo, eh, ma ad un certo punto si vuole anche scendere. Si tratta insomma di una condizione che per la maggior parte del tempo ci rende elettrizzate, ma – soprattutto quando si è verso la fine – non si vede l'ora che finisca, un po' per conoscere il bambino, un po' per la paura del parto e un po' perché si è terribilmente stanche.
Perciò in questi momenti down, mariti e compagni, non dovrete uscirvene con frasi del tipo: “Oggi sei bellissima, ma ti vedo leggermente gonfia”. Potreste ritrovarvi a dover correre per evitare di farvi impallinare il sedere con un fucile che spara sale.
Ci sono poi delle cose che un uomo deve esaudire senza fiatare: le voglie. Non importa se alle 4 di notte si deve alzare per preparare una pizza o aprire i ceci in scatola. Bisogna coccolarle, le proprie compagne: non soltanto perché appunto sono le parenti prossime dell'omino Michelin, ma anche perché in gravidanza una donna si sente fragile. Sta per diventare madre e per quanto sia esaltata dall'esperienza, ogni tanto quanto dubbio viene: sarò in grado? Sarò capace? Saprò riconoscere il pianto di mio figlio?
Papà, ascoltatele: non fate spallucce o non dite “è un momento, passerà”. Abbracciatele, rassicuratele. E appoggiate la mano sul pancione quando il bimbo darà i calci: è un modo che le mamme hanno per sentirsi già famiglia. Chiedete loro di partecipare, di affrontare l'attesa insieme. Siate dei sostegni silenziosi – quando ce ne sarà bisogno – ma solidi e sicuri. Poi se certe cose non le capite – tipo quando tornate a casa e non trovate più le vostre scarpe e i vostri vestiti perché nel frattempo sono stati spostati da un piano all'altro della casa per colpa della sindrome del nido materna - non arrabbiatevi. In fondo per voi le donne sono già incomprensibili normalmente: la decodifica è solo un po' più complicata.
L'unica cosa che non dovrete fare è pensare di dover sostenere il famoso detto “mangiare per due”: alla fine una donna quando partorisce non avrà più il pancione, mentre quello che spunta dalla camicia che cos'è? Ah già, la birra e le costolette.