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Terremoto: il decalogo di Save the Children per sostenere i bambini

di Monica De Chirico - 29.05.2012 Scrivici

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Terremoto: Save the Children ha sviluppato dieci regole da seguire per fornire un sostegno psicologico ai bambini

Un terremoto oltre a causare danni enormi e perdite in termini di vite umane, è causa di forti shock e traumi tra i grandi, ma soprattutto tra i bambini che sono più fragili e indifesi e hanno bisogno di un sostegno psicologico maggiore. Tra gli sfollati delle zone colpite ci sono bambini in cura psichiatrica, terrorizzati dall'idea di tornare a casa. In queste ore, come in passato, Save The Children (LEGGI) si è attivata nelle zone colpite dal terremoto dell’Emilia Romagna per monitorare la situazione dei bambini e degli adolescenti coinvolti, e definire interventi di supporto.



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“I bambini hanno subito un forte shock psicologico a causa del terremoto: sono stati costretti ad abbandonare le loro case improvvisamente durante la notte, e alcuni di loro ora sono costretti a vivere alloggi di fortuna insieme alle famiglie. La nostra esperienza internazionale nella risposta alle emergenze....ci insegnano che è assolutamente necessario dare uno specifico supporto ai bambini e agli adolescenti che hanno vissuto questo trauma, che metta in primo piano le loro necessità, a partire dalle prime ore così come nella fase post emergenza”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children

Al fine di fornire ai più piccoli il necessario supporto psicologico, Save the Children, ha messo a punto delle linee guida sulla protezione dei minori, utilizzate a livello internazionale in tutte le emergenze. Il decalogo dell’organizzazione in caso di terremoto (LEGGI), pubblicato sul sito internet che prevede:



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1. Evitare che i bambini stiano davanti alla televisione (LEGGI): continuare a veder immagini del disastro non aiuta i bambini a superare il trauma, perché potrebbero non capire che si tratta di immagini registrate e pensare che l’evento catastrofico sia ancora in corso

2. Ascoltare attentamente i bambini: prima di fornire loro informazioni, cercare di capire qual è la percezione dell’evento e quali i loro interrogativi in merito. Iniziare a dialogare con loro (LEGGI) per fornire delle spiegazioni chiare di quanto accaduto, che siano comprensibili in base all’età, lasciando che esprimano le proprie preoccupazioni e tranquillizzarli.

3. Rassicurare i bambini e fornire loro il primo supporto psicologico: rasserenarli spiegando loro quello che si sta facendo per proteggerli, nonché informarli che durante un’emergenza la cosa che si considera prioritaria è aiutarli, affinchè si sentano al sicuro.


4. Accettare l’aiuto di esperti: in caso di vittime in famiglia è importante considerare di rivolgersi a personale specializzato per aiutare sia i bambini che gli altri membri della famiglia a superare il trauma della perdita. Inoltre, anche se non hanno sperimentato direttamente questo shock, bisogna considerare che i bambini possono essere stati turbati da scene che hanno visto o storie che hanno ascoltato. I genitori devono prestare particolare attenzione ad ogni cambiamento significativo nelle abitudini relative a sonno, nutrizione, concentrazione, bruschi cambiamenti d’umore, o frequenti disturbi fisici senza che ci sia un’apparente malattia in corso, e in caso questi episodi non scompaiano in un breve lasso di tempo, si consiglia di rivolgersi a personale specializzato.



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5. Aspettarsi di tutto: non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo ad eventi traumatici e con lo sviluppo, le capacità intellettuali, fisiche ed emozionali dei bambini cambiano. Se i più piccoli dipendono dai propri genitori per avere la chiave d’interpretazione di quanto accaduto, quelli più grandi e gli adolescenti attingono informazioni da varie forze. Tener presente che soprattutto gli adolescenti possono essere maggiormente colpiti da queste storie proprio perché in grado di capire meglio. Benché i ragazzi più grandi sembrano avere più strumenti a loro disposizione per gestire l’emergenza, hanno comunque bisogno di affetto, comprensione e supporto per elaborare l’accaduto.

6. Dedicare tempo e attenzione (LEGGI): i bambini hanno bisogno di sentire che gli adulti di riferimento sono loro particolarmente vicini e di percepire che sono salvi e al sicuro. È fondamentale parlare, giocare con loro e soprattutto ascoltarli, trovare il tempo per svolgere apposite attività con i bambini di tutte le età, leggere loro storie o cantare l’abituale ninnananna per farli addormentare.

7. Essere un modello: i bambini imparano dai grandi come gestire le emergenze. Occorre essere attenti ad esprimere le proprie emozioni di fronte ai bambini a seconda della loro età.


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8. Imparare dall’emergenza (LEGGI):  anche un evento catastrofico può essere un’opportunità di far capire ai bambini che tutti viviamo in un mondo dove possono accadere queste cose e che in questi momenti è essenziale aiutarsi l’un l’altro.

9. Aiutare i bambini a ritornare alle loro normali attività: quasi sempre i bambini traggono beneficio dalla ripresa delle loro attività abituali, dal perseguire i propri obiettivi, dalla socialità. Quanto prima i bambini ritorneranno al loro ambiente abituale e meno si continuerà a parlare del sisma, più riusciranno a superare velocemente il trauma.

10. Incoraggiare i bambini a dare una mano: aiutare gli altri può contribuire a dare ai bambini un senso di sicurezza e controllo sugli eventi. Soprattutto gli adolescenti possono sentirsi artefici di un cambiamento positivo. È pertanto importante incoraggiare i bambini e i ragazzi a dare il loro aiuto alle organizzazioni che assistono i loro coetanei



Per ulteriori informazioni:

Save The Children


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