Pediatri
sul piede di guerra per le misure annuncate in vista della
Spending review
. 34 associazioni e società scientifiche pediatriche sottoscrivono un Manifesto da presentare al ministro della Salute, Renato Balduzzi, per denunciare il rischo che la politica dei tagli indiscriminati in comparti fondamentali, come gli ospedali, colpisca i bambini.
L
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I pediatri hanno deciso di scendere in campo dopo che si prospettano una serie di
tagli alla sanità
e l'abolizione della figra dell
'infermiere pediatrico
. Accorpare e chiudere reparti di pediatria (
) rischia di offrire ai bambini un servizio sanitario e cure sempre meno specializzate ed efficaci e i tagli "
stanno mettendo a rischio quel carattere di universalità e di specializzazione della Pediatria italiana che rappresenta una grande conquista di questo secolo
".
Il Presidente della SIP (Società italiana di pediatria), Alberto Ugazio, tra i principali promotori del Manifesto dei diritti alla
salute
dei bambini e adolescenti, spiega che si sta mettendo in discussione "
il diritto dei bambini di essere assistiti da personale specializzato e curati in ambienti a misura di bambino. Si tratta di conquiste di civiltà che fanno parte degli ultimi 50 anni di storia dell’Italia
".
E i pediatri ricordano anche che la spesa destinata alla
sanità pediatrica
in Italia è davvero scarsa: solo il 2% della spesa sanitaria globale è dirottata ai bambini.
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Ma la scure dei
tagli
non sembra essere destinata solo alla sanità. Anche il mondo della
scuola
e dell'università pare essere al centro dell'attenzione degli esperti chiamati dal Governo a risanare i conti con manovre straordinarie.
Sembra, infatti che siano previsti tagli per
duecento milioni
di euro per università, enti di ricerca e scuola pubblica (
). Gli studenti non ci stanno e annunciano
mobilitazioni
un po' in tutta Italia, mentre gli esperti del Miur propongono misure alternative per contenere la spesa, come un sempre maggiore ricorso a strumentindigitali, tagli alle sedi e agli uffici centrali e razionalizzazione della spesa di beni e servizi.
E il Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, invita a non parlare di numeri e cifre che non sono state ancora confermate e di aspettare che vengano prese decisioni collegiali e ufficiali.