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Sviluppo emotivo e affettivo dai tre ai sei anni

di Dott.ssa Giuliana Apreda - 21.10.2015 Scrivici

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Lo sviluppo emotivo del bambino da 3 a 6 anni, affettività e psicologia

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Sviluppo emotivo bambino 3 anni

Come possiamo seguire lo sviliuppo emotivo del bambino a 3 anni? E cosa si intende per sviluppo? Lo sviluppo affettivo ed emotivo si riferisce all'evoluzione del complesso dinamico dei vari sentimenti e alle valenze da questi assunte. La comunicazione affettiva è presente fin dal concepimento grazie alla simbiosi esistente tra madre e feto; quest'ultimo man mano che si sviluppa diventa capace di percepire stimoli diversi dalla madre. Ormai le recenti ricerche mettono in evidenza come la fase prenatale è caratterizzata da un'ampia esperienza affettiva da parte del feto sia recettiva che attiva.

Lo sviluppo di un'affettività ed emotività armonica e ben strutturata costituisce la base indispensabile ai fini della formazione di una personalità sana. Un'affettività disturbata comporterà sempre dei disturbi nelle altre sfere della personalità.

L'etologo Harlow (1962), nei laboratori dell'Università del Wisconsin ha condotto una serie di esperimenti su animali sottoposti ad esperienze di gratificazione o deprivazione affettiva. I risultati delle sue ricerche hanno dimostrato con chiarezza che tipo di legame affettivo si instaura tra un cucciolo di scimmia e la madre. Questo legame dipende molto dalla capacità o meno della madre di offrire uno stabile contatto fisico caldo e confortevole.

Un'altra variabile importante è costituita dalla possibilità per il cucciolo di frequentare altri cuccioli della stessa specie. In tal modo l'etologo Harlow ha dimostrato in modo inequivocabile che ai fini di un sano sviluppo affettivo i primati hanno bisogno di un contatto fisico confortevole e affidabile con la madre ed anche della possibilità di relazionarsi liberamente con i propri simili.

Nell'ambito degli studi sugli esseri umani lo psicologo Spitz (1945) ha il merito di aver spiegato la genesi di patologie derivanti da ambienti affettivamente deprivati. I neonati allevati negli orfanotrofi, a parità di condizioni igieniche, ambientali e alimentari di altri neonati cresciuti in famiglia, manifestavano un tasso elevato di disturbi emotivi e fisici molto superiore alla norma.

Le condizioni generali dei bambini cresciuti in istituti deperivano facilmente sino ad arrivare in diversi casi alla morte. Spitz ha dunque capito e sottolineato l'importanza di un adeguato contatto fisico, quale veicolo di comunicazione affettiva stabile e confortevole, per un sano sviluppo emotivo nei bambini.

Lo sviluppo emotivo ed affettivo dei bambini dai 3 ai 6 anni

  • A 3 anni

Lo sviluppo del bambino a 3 anni subisce un grande cambiamento. I bambini acquisiscono il concetto di un sé privato, pensante, non visibile ad un osservatore esterno. Cominciano a capire che gli adulti non possono vedere i loro pensieri e scoprono di conseguenza di poter dire anche qualche bugia...
I bambini di 3-4 anni, inoltre, parlano di sé in prima persona e si riconoscono come autori dei loro discorsi. Apprendono precocemente ciò che i genitori o gli insegnanti si attendono da loro. Si può dire che interiorizzano le loro norme e i loro valori.

  • Tra i 4 e i 6 anni

Cominciano a porre domande di tipo “filosofico” (per esempio da dove vengono gli uomini, dove sta il pensiero), al tempo stesso però i legami tra le cose rispondono ancora a criteri soggettivi. Di alcuni oggetti possono comprendere il loro funzionamento di altri no. Possono pensare, per esempio, che il campanello della bici sia necessario al movimento ed ignorare il ruolo della catena. Sanno, però, immaginare situazioni che non esistono e questa abilità consente loro di fare nuovi giochi di fantasia e di invenzione e di apprezzare le fiabe.

  • Tra i tre e i sei anni

I bambini scoprono anche il piacere di toccare i propri organi genitali e sono interessati alle differenze di genere. E' bene non assumere atteggiamenti punitivi o di sconcerto di fronte alle normali curiosità di questa età; non è invece consigliato sollecitare nei bambini di proposito la loro sessualità con carezze insistenti o sfregamenti che possono eccitarli. Bisogna anche considerare che la sessualità di bambini tra i tre e i sei anni ha una carica erotica limitata.

Nel bambino piccolo il piacere erotico provocato dalla stimolazione degli organi genitali è piuttosto modesto, tranne che per una minoranza di bambini che risulta essere più eccitabile rispetto alla maggioranza. I bambini scoprono poi le differenze anatomiche tra i sessi e possono emergere le prime fantasie a sfondo sessuale.

  • Tra i quattro e i sei anni

Emerge, anche, il senso del pudore che secondo alcuni dipende dalle sensazioni che il bambino prova e, secondo altri, dipende soprattutto dal tipo di ambiente che circonda il bambino. La nudità del corpo umano, in effetti, assume valori diversi in contesti differenti e non è sempre associata ad eccitazione sessuale.

  • Tra i 3 e i 6 anni

I bambini hanno bisogno di avere ampie opportunità di contatti sociali, in particolare con coetanei. La socializzazione con i coetanei prevede un piano di maggiore parità e consente di sperimentare anche altre abilità: gli amici devono essere conquistati, con loro si litiga ma si impara anche a fare la pace, bisogna impegnarsi per mantenere nel tempo le amicizie, si sviluppano gelosie e rivalità ma anche solidarietà e tolleranza reciproca.
La comparsa dell'interazione linguistica fa emergere una nuova abilità relazionale sociale che consente la formazione di competenze affettive in merito allo sviluppo di sentimenti interindividuali segnando l'inizio di un'organizzazione permanente della dimensione affettiva stessa.

La dimensione affettiva si articola e si definisce nelle sue valenze di rispetto, timore, fiducia, simpatia, antipatia ecc.
Affettività ed intelligenza procedono in modo indissolubile, costituendo aspetti diversi ad ogni azione. Tutte le condotte umane sono caratterizzate da entrambi gli elementi. Piaget (1964) afferma che in ogni condotta le motivazioni dipendono dall'affettività mentre le tecniche e l'utilizzo di strumenti impiegati dipendono dall'aspetto cognitivo (sensomotorio o relazionale). Non esiste, dunque, un'azione puramente di tipo intellettuale e neanche azioni puramente affettive, ma sia nelle condotte relative alle persone sia relative agli oggetti intervengono sempre entrambi gli elementi (affettività ed intelligenza) poiché uno suppone l'altro

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