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Stereotipi sulla genitorialità
La mamma porta il cibo da fast food alla sera? E' una mamma pigra che non ha voglia di cucinare. Ma se a farlo è il papà, allora è un padre divertente. E ancora: la mamma va al supermercato con il bambino? E' una mamma ordinaria, nulla di speciale. Ma se il papà ad andare a fare la spesa col pargolo al seguito, allora è un super papà. Stereotipi sulla genitorialità duri a morire, che fanno ancora parte della nostra quotidianità e permeano profondamente le nostre mentalità.
Stereotipi che esistono ancora radicati nel 2022, nonostante ogni giorno si parli di parità di genere, di suddivisione qua dei compiti, di genitorialità condivisa. A squarciare il velo su questi pensieri ancora così diffusi è stata Mary Catherine Starr, madre, illustratrice e istruttrice di yoga, che ha realizzato e diffuso una serie di vignette intitolata "An Illustrated Guide To The Double Standards Of Parenting". Con quattro semplici esempi illustrati, Mary mostra situazioni estremamente comuni per madri e padri che, però, vengono viste dagli occhi altrui in modo molto diverso a seconda di chi compie l'azione. Mary ha pubblicato il suo lavoro su suo account Instagram ed è diventato in poche ore virale: milioni di visualizzazioni, like e condivisioni in tutto il mondo.
Due modi diversi di vedere e di giudicare
Anche se ormai è opinione condivisa che la genitorialità appartenga ad entrambi e che sia il padre che la madre debbano occuparsi della famiglia e dei figli, il lavoro di Mary ci mette di fronte alla realtà: la società è molto più dura con le madri, e permane un doppio standard di genitorialità.
Le aspettative riposte sulle mamme sono altissime e le madri, oltre che incolpare se stesse, vengono costantemente criticate. Insomma, se i padri che si occupano dei figli senza fare nulla di straordinario vengono guardati con orgoglio e soddisfazione, alle mamme non viene data nemmeno una pacca sulla spalla!
Intervistata dall'Huff Post Mary ha spiegato di essere stanca del fatto che la società si congratuli con i padri per aver gestito doversi genitoriali basilari e si aspetti, invece, la perfezione dalle madri.
Le vignette rappresentano situazioni di vita vissuta, momenti in cui Mary si è sentita profondamente e duramente giudicata dalla società e si è detta che a suo marito ciò non sarebbe accaduto.
Una volta passeggiavo con mia figlia nel passeggino e guardavo il cellulare: un vicino mi ha apostrofato dicendo che avrei dovuto prestare attenzione a mia figlia invece che al telefono. So per certo che a mio marito non lo avrebbe mai detto.
Un altro esempio? La gente pensa che se il bambino è malato la mamma dovrebbe prendere un permesso dal lavoro per stare a casa, mentre dai padri ci si aspetta che vadano a lavoro. E infatti ai papà non viene data la stessa flessibilità che viene concessa alle mamme. E ancora: se la mamma è fuori per un viaggio o per lavoro le viene sempre chiesto "e i bambini con chi stanno?", mentre al padre non viene mai posta questa domanda.
Mary ha chiarito che lo scopo di questi fumetti non è colpire i papà. Servono a renderci più consapevoli di come vengono visti in modo diverso mamme e papà quando fanno esattamente la stessa cosa. La speranza è che più se ne parla e prima possiamo iniziare a cambiare la narrativa.
Data la grande popolarità delle vignette, Mauro Mercatanti, fondatore e direttore creativo della società di comunicazione Ideificio, ha pensato di tradurre le didascalie delle vignette in italiano.