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La solitudine tra gli adolescenti nonostante siano iper connessi

di Emmanuella Ameruoso - 16.01.2020 Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La psicologa riflette sul crescente isolamento e sulla solitudine tra gli adolescenti, che pure vivono in una società iperconnessa

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Solitudine tra gli adolescenti

Suscitano stupore i tanti casi di adolescenti chiusi nella propria solitudine e lontani dalle relazioni sociali nonostante la continua frequentazione dei social network e la loro perenne connessione ad internet. Ma perché?

È una questione abbastanza significativa in quanto riflette proprio il sistema sociale attuale. Quanto effettivamente la comunicazione digitale abbia sostituito le sane relazioni e abbia reso gli individui incapaci di esistere senza un apparecchio elettronico.

L’adolescenza come periodo di particolare criticità rappresenta un’evoluzione, una crescita. In tale frangente i ragazzi hanno bisogno di confrontarsi, di mostrarsi indipendenti dalle figure genitoriali e, soprattutto, essere accettati da chi come loro sta vivendo la stessa età. Un insieme di cambiamenti corporei, l’abbigliamento, essere guardati e apprezzati hanno un notevole valore per loro. Pertanto qualsiasi commento o giudizio negativo, come avviene spesso anche sui social network, comporta inevitabilmente una reazione di chiusura in particolar modo in chi è più sensibile degli altri.

Essere “connessi” vuol dire partecipare, “far parte” del gruppo dei pari e non avere la possibilità di farlo significa essere “estromessi”. FOMO ossia Fear of missing out (Mack &Vaughn, 2012; Murphy-Kelly, 2013) ha proprio tale significato (paura di essere tagliati fuori) e nei ragazzi tale timore è sempre più presente tant’è che emerge in maniera evidente una forma di ansia sociale che condiziona il loro comportamento: è quindi un qualcosa a cui non possono sottrarsi e ciò li porta a restare per ore attaccati allo smartphone o al pc. Tutto ciò, chiaramente, non placa la loro solitudine. 

Il senso di appartenenza non viene percepito se la relazione col gruppo non è incentivata anche da una reale frequentazione. È pertanto probabile che i ragazzi manifestino introversione e scarsa comunicazione.

I rischi di questa solitudine

Gli adolescenti hanno bisogno di comunicare. Un semplice rifiuto, uno scherno, un allontanamento da parte del gruppo dei coetanei, come per esempio un mancato invito ad una festa, può causare un isolamento emotivo con delle gravi conseguenze sul piano psicologico e comportamentale.

Episodi di particolare entità sono rappresentati dal chiudersi in se stessi o letteralmente “rinchiudersi” come nel caso degli hikikomori, così definiti i ragazzi letargici, non comunicativi e isolati socialmente nella loro stanza la cui sintomatologia è espressione di un disturbo più grave quale la depressione, il DOC - nel quale rientra la fobia della sporcizia- e le manie di persecuzione. Gli altri e il contesto sociale assumono caratteristiche ambivalenti e pertanto vanno evitati il più possibile poiché mettono a disagio ed in difficoltà.

L’ansia sociale che si genera è prodromica all’isolamento ma anche al fenomeno della dipendenza da internet, è quindi importante avere a disposizione la connessione 24h/24h. L’Internet Addiction non viene più controllata (Goldberg, 1997) poiché produce gli stessi effetti di una droga (carving, tolleranza, astinenza, difficoltà ad interrompere o ridurne l’uso nonostante le conseguenze negative in vari ambiti).

Il bisogno di approvazione e l’ansia di riconoscimento sono alla base di tale disturbo. La dipendenza in questo caso è comportamentale e non indotta da sostanze (Nuovo, 2017).

I rischi della solitudine interiore possono divenire ancora più gravi e indurre il ragazzo a togliersi la vita. Diversi casi di morte da suicidio hanno caratterizzato il panorama mediatico negli ultimi anni. Il fenomeno va quindi monitorato.

Da cosa è dovuto

Diversi sono i fattori condizionanti o dai quali scaturiscono tali difficoltà. Prima tra tutte l’eccessiva sensibilità, la scarsa autostima, problemi di natura narcisistica, divorzio o conflitto tra genitori o problematiche familiari, iperprotezione, difficoltà al cambiamento (per esempio il passaggio dalle scuole secondarie di I grado alle secondarie di II grado), difficoltà di inserimento nel gruppo di amici, episodi di bullismo e tanto altro.

Come intervenire in qualità di genitori

I ragazzi si sentono giudicati, non capiti ed hanno difficoltà anche a rivolgersi agli adulti figure dalle quali cercano di differenziarsi e di rendersi indipendenti.

Scomparire, isolarsi, talvolta, è l’unico modo per affrontare questa sofferenza. Tutto, naturalmente, dipende dallo stato di disperazione in cui si trovano e anche dalle loro risorse interiori.

In ogni caso ci sono sintomi abbastanza evidenti e che non si possono ignorare:

  • rifiuto di andare a scuola,
  • scarso rendimento scolastico,
  • tendenza a nascondersi,
  • umore depresso,
  • inadeguata autostima e poca partecipazione in casa,
  • apatia,
  • limitata o assente adesione alla vita sociale.

Tutto questo può essere evitato intervenendo con delicatezza e sensibilità parlando apertamente, cercando di supportalo rispettando i suoi tempi e i suoi bisogni e magari rivolgendosi a qualcuno che possa essere di supporto alla famiglia. A volte i figli hanno solo necessità di essere ascoltati e riconosciuti.

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