Home La famiglia Il bimbo nella società

Sant'Ambrogio: storia e leggende del patrono di Milano spiegate ai bambini

di Ines Delio - 01.12.2023 Scrivici

sant-ambrogio
Fonte: shutterstock
Chi era Sant'Ambrogio e perché si festeggia il 7 dicembre: origini, storia e leggende del patrono di Milano spiegate ai bambini

In questo articolo

Sant'Ambrogio spiegato ai bambini

Il 7 dicembre è una data speciale per i milanesi. La città festeggia, infatti, il suo patrono, Sant'Ambrogio, chiamato in dialetto milanese Sant Ambroeus (grafia classica) o Sant Ambrös (entrambi pronunciati "sant'ambrœs"). In occasione di questa ricorrenza, che cade a ridosso del Ponte dell'Immacolata, nel capoluogo lombardo si respira un'atmosfera speciale, tra eventi e riti religiosi. Ecco come spiegare la storia e la tradizione di Sant'Ambrogio ai bambini.

Chi era Sant'Ambrogio: le origini e la storia

Ambrogio nacque a Treviri, in Germania, con molta probabilità nel 334. Alla morte del padre, un alto funzionario dell'amministrazione imperiale, la madre si trasferì a Roma con lui, ancora bambino, e i suoi fratelli Marcellina e Satiro. Qui Ambrogio studiò retorica ed eloquenza, diventando prima avvocato e poi pretore. Nel 370 d.C. venne nominato governatore della Liguria e dell'Emilia, e si trasferì a Milano, dove esercitò la magistratura in maniera tanto "equa e paterna" da attirarsi la benevolenza di tutti.

Così, quando la popolazione era in agitazione per l'elezione del nuovo vescovo, mentre Ambrogio moderava le tensioni tra ariani e cattolici, dalla folla si sollevò un grido: "Ambrogio vescovo! ". Dopo un iniziale smarrimento, Ambrogio si arrese alla volontà del popolo. Il 7 dicembre del del 374, venne proclamato vescovo.

Sant'Ambrogio, Milano e il rito ambrosiano

Molte particolarità della Chiesa di Milano risalgono proprio ad Ambrogio e si sono conservate ancora oggi, dopo milleseicento anni. L'eredità del Santo è delineata principalmente a patire dalla sua attività pastorale, che comprendeva anche l'attenzione ai problemi della giustizia sociale, l'accoglienza verso le persone provenienti da popoli lontani, la denuncia degli errori nella vita civile e politica.

L'operato di Ambrogio ha lasciato un segno profondo, in particolare sulla liturgia. Egli introdusse nella Chiesa occidentale molti elementi tratti dalle liturgie orientali, in particolare canti e inni.

Le riforme liturgiche furono mantenute nella diocesi di Milano anche dai successori e costituirono il nucleo del rito ambrosiano, un rito liturgico di tipo latino, usato sostanzialmente nell'Arcidiocesi di Milano.

Le leggende su Sant'Ambrogio

Su Sant'Ambrogio vi sono numerose leggende, legate ai miracoli del santo.

  • Quando Ambrogio era ancora un bambino, mentre dormiva nella sua culla posta nell'atrio del Pretorio, uno sciame di api si posò improvvisamente sulla sua bocca, entrando e uscendo da essa, fino a che si levò in volo, scomparendo. Impressionato da ciò che aveva visto, il padre avrebbe esclamato: "Se questo mio figlio vivrà, diverrà sicuramente un grand'uomo!.
  • Camminando per Milano, un giorno Ambrogio avrebbe trovato un fabbro che non riusciva a piegare il morso di un cavallo. In quel morso, il santo riconobbe uno dei chiodi con cui venne crocifisso Cristo. Dopo vari passaggi, un "chiodo della crocifissione" è tutt'oggi appeso nel Duomo di Milano, sopra l'altare maggiore.
  • Nella piazza davanti alla basilica di Sant'Ambrogio a Milano si può ammirare una colonna di epoca romana, comunemente detta "la colonna del diavolo". Vi si possono scorgere due fori, oggetto di una leggenda secondo la quale la colonna fu testimone di una lotta tra Sant'Ambrogio ed il demonio. Il diavolo, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì invece per conficcarle nella colonna. Si sarebbe divincolato a lungo, prima di liberarsi e fuggire spaventato. La tradizione popolare vuole che i fori odorino di zolfo e che appoggiando l'orecchio alla pietra si possano sentire i suoni dell'inferno.
  • Si racconta che Ambrogio sia apparso il 21 febbraio 1339 a Parabiago, durante la celebre battaglia, a dorso di un cavallo e sguainando una spada, mettendo paura alla Compagnia di San Giorgio capitanata da Lodrisio Visconti, e permettendo alle truppe milanesi del fratello Luchino e del nipote Azzone di vincere.
gpt inread-altre-0

Articoli correlati

Ultimi articoli