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Un bambino viene allontanato dalla mamma per volere del Tribunale dei Minori. Quali sono i diritti e i doveri di un genitore?

di Damiana Sirago - 28.03.2017 Scrivici

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Quando un figlio viene tolto alla madre, quali sono i diritti e i doveri di un genitore? L'avvocato ci spiega quando devono intervenire gli assistenti sociali che hanno il compito di salvaguardare gli interessi ed i diritti dei minori

In questo articolo

Quando un figlio viene tolto alla madre

Una pianetina ci ha inviato una lettera raccontandoci la sua storia: il figlio le viene allontanato per volere del Tribunale dei Minori dopo alcune segnalazioni da parte degli assistenti sociali. Ma quali sono i diritti e i doveri dei genitori in questi casi così delicati, quando un figlio viene tolto alla madre? Risponde il nostro avvocato.

"Vi scrivo per raccontarvi la mia storia e chiedere un parere al vostro avvocato: mio marito mi abbandona qualche anno fa e resto sola con i miei figli per un po' di anni. Trovandomi in ristrettezze economiche chiedo aiuto agli assistenti sociali che in cambio mi chiedono di fare dei lavoretti nel paese in cui vivo e iniziano a controllarmi su tutto: dall'educazione dei miei figli, alla mia vita personale, invitandomi a divorziare. Quando uno dei miei bambini inizia la scuola elementare, le maestre fanno delle segnalazioni alle assistenti sociali dicendo che il bambino è troppo attivo e irrequieto a scuola. Da quel momento inizia un periodo difficile e tormentato: mio figlio viene bocciato e gli assistenti mi consigliano di portarlo da un neuropsichiatra. Il bambino ha sofferto perché più volte a scuola è stato accusato di essere un teppista e di voler far male ai compagni. E' stato messo in punizione più volte e inoltre non ne poteva più di andare alle sedute di neuropsichiatria.

Dopo un silenzio totale da parte degli assistenti sociali, durato per qualche mese, il bambino mi viene portato via dietro decisione del Tribunale dei Minori che più volte mi ha richiesto di iniziare un percorso di terapia con mio figlio. Ma io l'ho fatto! Inoltre la situazione era migliorata negli ultimi tempi, visto che avevo trovato un lavoro, non facevo mancare nulla a mio figlio e mio marito era tornato a casa. Quando ho chiesto il perché di questa decisione mi hanno detto che hanno tenuto conto del fatto che ero sola, che il posto dove abitavo non era idoneo per far crescere un bambino e che avevano considerato il mio passato, non solo il presente.

Inoltre mi hanno accusata di trattare male e picchiare mio figlio all'uscita di scuola. Ma non ci sono prove, né verbali di ospedale che attestano questa cosa. Mi è stato detto che ora posso vederlo ogni 15 giorni, e invece a volte saltano anche il mese. Quindi non hanno mantenuto le promesse. Cosa mi consigliate? Cosa posso fare?"

Cosa dice la legge?

L'articolo 1 della legge 149/2001 dice:

Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell'ambito della propria famiglia.

Lo Stato non sottrae mai ai genitori il loro prezioso ruolo se non esistono motivi estremamente seri ed importanti. L’interesse da salvaguardare a tutti i costi è il benessere dei figli che vanno assolutamente protetti in caso di situazioni pericolose per la loro integrità psico-fisica. Per la legge italiana la famiglia d’origine ha sempre la corsia preferenziale a meno che non sopraggiungano gravissime mancanze da parte dei genitori.

Sottrazione di un minore, le cause

  • Una delle cause che, secondo i giudici, spesso giustifica la sottrazione di un minore dalla propria famiglia, è la presunta “incapacità genitoriale”, intesa come il mancato possesso da parte dei genitori o di un genitore di un insieme di risorse, comportamenti e atteggiamenti che consenta loro di prendersi cura dei propri figli in modo adeguato.
  • Inoltre, qualunque comportamento o atteggiamento anche verbale al di fuori della “norma”, manifestato da un bambino (es. chiusura caratteriale, difficoltà ad interagire con i coetanei, eccessiva aggressività) può essere interpretato come sintomo di disagio causato da maltrattamenti o trascuratezza subiti in famiglia.

Il ruolo degli assistenti sociali

Entrano in gioco così gli assistenti sociali, che hanno il compito di salvaguardare gli interessi ed i diritti dei minori e devono adoperarsi per contrastare e segnalare all’autorità competente situazioni di disagio nella vita dei bambini. Per far ciò, l’assistente sociale deve fare un’analisi precisa e dettagliata della situazione reale in cui vive il bambino, effettuando colloqui con tutte le persone che interagiscono con lui e utilizzando i mezzi che ha a disposizione come, ad esempio, le visite domiciliari.

Quando dall’analisi risulta che il rischio che il minore corre è estremamente serio e imminente, o il danno che patisce già è di entità elevata e va immediatamente interrotto, il Tribunale può decretare e far ricorso all’allontanamento, che è una misura di protezione per i casi più gravi. Tale misura deve basarsi su abusi gravi e documentati con l’acquisizione di prove oggettive. Gli Assistenti Sociali subentrano nella totale gestione del minore, spesso senza fornire adeguate informazioni ai genitori cui viene talora concesso un “diritto di visita”.

Concetto che assume per il genitore il diritto/dovere ad esercitare la responsabilità genitoriale e per il figlio la valenza di bisogno evolutivo. Senza dubbio quello di assistenti, psicologi è un compito importante, di aiuto e di supporto per le famiglie ed in quanto tale è molto complesso e di grande responsabilità. Per tale ragione non può essere ammissibile che si lavori con leggerezza e senza le dovute attenzioni perché inevitabilmente il lavoro dell’assistente sociale interferisce con la vita di una famiglia.

Gli assistenti sociali possono sbagliare?

Succedono casi in cui (potrebbe essere il suo) gli assistenti sociali non hanno agito seguendo il proprio codice deontologico ma è giusto anche segnalare e mettere in evidenza che, nella maggior parte dei casi, essi fanno un ottimo lavoro. E’ vero: capita che i pregiudizi e le false o errate valutazioni iniziali di psichiatri, psicologi e assistenti sociali, con una formazione errata e inadeguata o una scarsa competenza in ambito minorile o famigliare, portino a creare situazioni di ingiustizia. Infatti molte sono le storie che raccontano di identità familiari violate e spezzate, a causa di decisioni di tribunali non sempre conformi alla giustizia del caso concreto.

La sottrazione legale dei figli alle famiglie, oltre ad essere un fenomeno gravissimo di per sé, è emblematico per le tragiche ricadute interne e sociali, cui tutti i membri della famiglia sono esposti.

Nel suo particolare caso non è astuto attribuire un’ingiustizia senza la visione delle analisi e dei motivi che hanno portato assistenti e Tribunale ad una simile “soluzione”. In casi estremamente delicati come il Suo, bisogna rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto minorile che porterà all’attenzione del giudice dei minori tale situazione. Prima ci si attiva per ristabilire verità e giustizia, maggiori sono le possibilità di proteggere i propri figli da errori e ingiustizie. Pertanto Le consiglio di affidarsi subito ad un legale. In bocca al lupo!

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