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Pochi asili nido comunali e rette alte nei privati: l'inchiesta di Altroconsumo
Fino a 620 euro al mese, ovvero un quinto del reddito medio di una famiglia è quanto si deve sostenere per mandare un bambino a un nido privato oggi, un prezzo troppo elevato per un servizio così essenziale. Questi dati emergono da un'inchiesta effettuata da Altroconsumo su 350 nidi privati di 8 città italiane (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino).
Inoltre, l'istat evidenzia la carenza dei servizi per la prima infanzia che sono ancora al di sotto dell'obiettivo fissato dal Consiglio europeo di Barcellona nel 2002, ovvero un posto per almeno il 33% dei bambini entro il 2010.
L'esclusione dalle graduatorie degli asili nido comunali e le rette troppo alte delle strutture private sono le cause per cui nel nostro Paese molte donne si vedono spesso costrette a rinunciare al proprio lavoro dopo una maternità.
Quanto pesa sul budget di una famiglia mandare il figlio in una struttura privata?
« I dati emersi a livello nazionale definiscono una situazione ancora lontana dal raggiungimento di un obiettivo volto a conciliare vita familiare e lavorativa per i genitori: l'evidente mancanza di posti nei nidi comunali e il costo elevato delle rette nei privati fanno sì che, specialmente le mamme, si trovino costrette a interrompere il proprio percorso professionale. Noi di Altroconsumo, da sempre al fianco dei cittadini, anche i più piccoli, al fine di garantire una maggiore tutela e supporto, ci auguriamo che l'impegno importante previsto nel PNRR e inserito nel DDL bilancio consenta ai Comuni entro il 2027 di garantire 33 posti negli asili nido ogni 100 bambini residenti tra i 3 e i 36 mesi, con costi delle rette più sostenibili. Questo con l'obiettivo di promuovere la genitorialità condivisa e anche, data la specifica situazione del nostro Paese, in cui una larga parte del lavoro di cura non retribuito pesa ancora sulle donne, per favorire maggiormente l'inserimento di queste ultime nel mondo del lavoro, facilitando la prospettiva di rientro dopo una gravidanza» commenta Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo.
Asili Nido privati: le rette mensili sono in media 620 euro
Per questa inchiesta Altroconsumo si è calata nei panni di una famiglia che, per motivi lavorativi, ha necessità di lasciare un bambino di 18 mesi al nido per il numero massimo di ore, analizzando quali possibilità offrono i nidi privati in queste città, in termini di ore (massime e minime) di frequenza giornaliera, mettendole a confronto con le tariffe praticate.
Il dato che emerge complessivamente denota un elevato costo medio delle rette; l'importo, infatti, si aggira intorno ai 620 euro mensili (inclusi pasti, pannolini e spese di iscrizione) per il numero massimo di ore frequentabili in media, cioè 10.
Nel caso in cui il bambino frequentasse il nido "part-time", cioè in media 5 ore, la retta mensile è in media di 480 euro che, rapportati al numero inferiore di ore, corrispondono a 4,84 euro l'ora contro i meno cari 3,13 di chi resta al nido per il tempo massimo.
Divario di costi tra Nord e Sud: Milano la città più cara
Dall'analisi sul territorio emerge che:
- Milano è la città più cara: una famiglia per la fascia di frequenza più ampia spende 3,84 euro all'ora, ovvero il 22% in più rispetto alla media delle altre città incluse nell'inchiesta.
- Bologna segue a ruota (21% in più).
Nel Sud del Paese troviamo nidi meno cari:
- a Palermo si spendono 2,09 euro all'ora per una frequenza di 10 ore e 2,75 euro all'ora per 5 ore;
- a Napoli rispettivamente 2,28 e 3,20 euro all'ora.
Da questi dati si evince che la retta del nido, nel caso di una struttura privata, pesi sul bilancio per oltre 1/5 del reddito medio annuo di un nucleo familiare (quasi il 22%), considerando il reddito netto medio annuo di una famiglia (Istat) pari a 31.641 euro e 11 mesi di frequenza.
Aperture e chiusure durante i mesi estivi: solo 3 nidi su 7 sono aperti ad Agosto
Altroconsumo ha, inoltre, indagato sulle aperture e chiusure durante i mesi estivi, un tema molto importante e di particolare interesse per i genitori che lavorano anche in questo periodo.
Dall'inchiesta emerge che luglio è coperto dalla quasi totalità delle strutture (94%).
Ad agosto invece sono ben 7 nidi su 10 quelli che chiudono.
Tra le città esaminate risulta che
- Firenze ha il maggior numero di nidi chiusi sia in luglio (20%), sia in agosto (95%).
- Bologna invece è la città con più strutture aperte sempre o per qualche settimana durante il mese di agosto (50% dei nidi per tutto il mese o in parte),
- Milano e Napoli (45% delle strutture aperte).