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Come insegnare l'educazione finanziaria ai bambini
C'è un dato piuttosto importante che vi dobbiamo necessariamente citare: secondo un'analisi eseguita da Standard and Poor's e Banca Mondiale, l'Italia è il 63esimo Paese al mondo in quanto a educazione finanziaria. Per questo motivo, e per avere un futuro migliore, è necessario insegnare l'educazione finanziaria ai bambini. Ma come fare per aiutarli a gestire l'economia e quindi imparare a utilizzare il denaro, non sprecarlo e perciò risparmiarlo?
Come educare i nostri figli a una gestione consapevole del denaro
Stando ai dati dello studio che vi abbiamo citato, in Italia esiste una sorta di analfabetismo finanziario. Per questo motivo, è molto importante insegnare l'educazione finanziaria ai bambini non appena abbiano le minime capacità per comprenderla.
La prima cosa da fare in questo senso è partire dalla classica "paghetta", una pratica ancora molto diffusa tra le famiglie italiane. Del resto, se si impara fin da subito a gestire il proprio denaro è più probabile che venga amministrato meglio anche da adulti.
Quando i bambini hanno un'età che va dai 3 ai 6 anni è consigliato insegnargli a contare le monete o le banconote di piccolo taglio. In questa fase dello sviluppo, infatti, i nostri figli generalmente possiedono un grande interesse nei confronti dei numeri.
Subito dopo è suggerito passare alla questione "paghetta", una piccola somma di denaro destinata ai più piccoli e che può avere una cadenza settimanale o mensile. Essa non è da sottovalutare, in quanto ancora oggi è un ottimo pretesto per insegnare ai bambini l'educazione finanziaria, sia in ambito familiare, sia personale.
I figli crescono e arriva il momento di iniziare a parlargli della gestione del denaro. Il rischio è che per molti bambini questo sia un argomento noioso e complesso, ma se spiegato con una narrazione stimolante e inerente all'età, i risultati potrebbero persino stupirvi.
Molti genitori tendono a ricompensare i propri figli con piccole somme di denaro a fronte di buoni risultati raggiunti come un discreto rendimento scolastico o una vittoria sportiva.
Dal nostro punto di vista è meglio evitare tale comportamento, in quanto nel corso del tempo potrebbe distorcere la visione del denaro: un bambino non deve conseguire importanti risultati solo per soldi e, inoltre, il rischio è far passare il denaro come qualcosa che si vince e non che si guadagna con l'impegno e la fatica.
Insegnare l'educazione finanziaria ai bambini: l’importanza della scuola
Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), la scuola è un canale privilegiato per veicolare iniziative, conoscenze e competenze di educazione finanziaria. Ma non solo. Essa, infatti, riveste un ruolo fondamentale in quanto consente di raggiungere una vasta fascia della popolazione e di tutti i ceti sociali e, contemporaneamente, agevola il processo di familiarizzazione dei consumatori di domani con i temi finanziari.
Per questo motivo, insegnare l'educazione finanziaria ai bambini dovrebbe essere non solo compito delle famiglie, ma anche delle scuole.
Non a caso nel nostro Paese da vari anni si discute sull'eventualità di introdurla negli istituti scolastici, ma l'opinione pubblica non è ancora compatta sul tema. Un argomento, quindi, molto sentito ma che ancora, purtroppo, non viene accolto.
In alcuni Paesi come il Portogallo e in molti Stati americani, insegnare l'educazione finanziaria ai bambini nelle scuole è già da tempo obbligatorio, una vera e propria materia scolastica.
La verità è che è fondamentale parlare di educazione finanziaria già sui banchi di scuola, ma a livello legislativo bisogna ancora chiarire meglio determinati punti e dettagliare maggiormente alcuni contenuti. Una strada aperta, ma purtroppo attualmente in salita, che potrebbe portare molti cambiamenti positivi nelle famiglie italiane.